Il Bitcoin (BTC) non è soltanto una moneta digitale, ma anche un vero e proprio "movimento sociale" che corre su "binari generazionali e geografici": sono le parole di Robert Shiller, vincitore nel 2013 per Premio Nobel per l'Economia.

Shiller, che al momento lavora come docente presso l'Università di Yale, ha spiegato che i dati demografici del Bitcoin suggeriscono che la sua popolarità non sia riducibile ad una "risposta razionale a nuove informazioni":

"La East Cost è meno coinvolta rispetto alla West Coast. Silicoin Valley è invece estremamente coinvolta... si tratta di un movimento sociale, di un'epidemia di entusiasmo. È una bolla speculativa, ma questo non significa che arriverà a zero".

Nonostante l'uomo riconosca il valore dell'industria, in particolare per quanto riguarda le innovazioni apportate al settore della crittografia, a suo parere l'attenzione riposta in questa tecnologia è decisamente eccessiva, in gran parte a causa dei tentativi della gente di "diventare ricca in fretta":

"Sai cosa succede all'interno del tuo PC portatile? Ci sono milioni di storie interessanti riguardo alla progettazione di questi dispositivi... ma nessuno ne parla. Questo perché non fanno parte di una bolla".

Il fatto che le criptovalute siano una bolla non esclude la possibilità che il mercato possa riprendersi, anche più di una volta. Riferendosi al declino dell'87% del Bitcoin registrato nel 2013, e più in generale alla famigerata instabilità dei prezzi delle criptovalute, Shiller ha ironicamente affermato che "i tulipani hanno ancora un valore... esistono tulipani parecchio costosi".

Ma poiché si tratta di un "incredibile fenomeno sociale", conclude Shiller, il Bitcoin sarà in futuro molto più resistente di quanto il paragone con altre bolle storiche lasci intendere. Ed effettivamente la moneta continua ancora oggi a vivere e prosperare, nonostante i suoi detrattori ne abbiano proclamato la morte già in diverse occasioni.