Leah McGrath Goodman, la giornalista di Newsweek che aveva indicato il nippo-americano Dorian Satoshi Nakamoto come il fondatore di Bitcoin nel 2014, continua a sostenere la propria teoria. 

Nell’episodio del 25 agosto del Pomp Podcast con Anthony Pompliano, McGrath Goodman ha rivelato alcuni retroscena relativi al suo articolo per Newsweek, inclusa la sua corrispondenza scritta con Dorian Nakamoto.

La giornalista ha discusso con Pompliano del suo metodo investigativo, chiarendo come fosse stato abbastanza semplice contattare alcuni tra i più noti pionieri di Bitcoin via mail prima della pubblicazione dell’inchiesta del marzo 2014.

Gavin Andresen ed Hal Finney avrebbero fornito informazioni che l’hanno convinta che Satoshi fosse una persona singola, non un team, e che non si trattasse nemmeno dell’inventore di Bitgold, Nick Szabo.
McGrath Goodman ha dichiarato: “[Szabo] era sicuramente un candidato realistico agli occhi di molti, ma è evidente che non aveva tempo di fare tutto quanto fosse necessario per creare il codice, a detta di chi ha parlato con Satoshi.”

I suoi impegni - molti - non combaciavano con la vita di una persona che avrebbe speso due anni a lavorare su questo progetto

Nell’inchiesta di McGrath Goodman, uno dei principali indizi su Dorian Nakamoto, 64enne residente in California, è la sua frase, resa di fronte a molteplici testimoni, “non sono più coinvolto”: questa dichiarazione fu interpretata come un riferimento esplicito a Bitcoin.

Dorian disse: “Non posso parlarne. Ora se ne occupano altri, non ho più contatti.”

McGrath Goodman ha detto che quello che l’ha maggiormente delusa è che Dorian, successivamente, avrebbe sostenuto “di non sapere che si stesse parlando di Bitcoin”.

Conosceva benissimo l’argomento della conversazione: ne stavamo parlando da settimane, già prima che mi recassi da lui di persona.

Inoltre, McGrath Goodman ha parlato di una prova che collegherebbe direttamente Satoshi all’abitazione di Dorian a Los Angeles: Finney avrebbe postato dei dati da un file crashato affinché il fondatore di Bitcoin lo correggesse.

La giornalista ha detto a Pompliano: “quel file aveva un indirizzo IP che corrisponde a quello del quartiere dove vive Dorian, a Los Angeles.”

La vera identità di Satoshi Nakamoto è il Sacro Graal per molti, nella community crypto, ed i candidati sono molteplici: da Craig Wright, imprenditore australiano spesso definito “Faketoshi”, a Szabo stesso o al fondatore di Blockstream, Adam Back.

A fronte del suo ruolo nello sviluppo iniziale della criptovaluta, sono stati avanzati sospetti anche su Hal Finney. Il noto tecnologo John McAfee ha dichiarato di non essere Satoshi, ma di sapere “al 99%” chi sia.