Era il 31 ottobre 2008, quando un'entità con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto pubblicò un white paper che illustrava l’idea di un “sistema di moneta elettronica peer-to-peer”, ossia un’infrastruttura finanziaria globale basata sulla crittografia e non più sulla fiducia. Dieci anni più tardi, le criptomonete sono regolarmente al centro di dibattiti riguardanti le policy economiche mondiali, con addirittura alcune nazioni alle prese con la ricerca e lo sviluppo di proprie valute digitali.
La struttura di dati sottostante a Bitcoin (BTC), chiamata blockchain, è oggetto di continue ricerche e viene implementata in campi che spaziano dal supply chain management alla logistica, dalla pianificazione delle risorse tra azienda al commercio di energia, e molto altro ancora.
L’obiettivo di questa guida è fornire agli utenti alle prime armi una comprensione completa di Bitcoin, andando a trattare sia la sua componente sociale sia quella tecnologica, gli eventi principali legati alla sua storia, il suo funzionamento, la descrizione delle sue caratteristiche uniche, nonché alcune dritte su come prendere parte a questo nuovo paradigma finanziario.
Al termine di questa guida, si auspica che i lettori abbiano acquisito una giusta prospettiva su una delle più affascinanti tecnologie e innovazioni finanziarie dell’epoca moderna.
La genesi di Bitcoin
Sebbene l’inizio della narrazione viene fatta corrispondere con la pubblicazione del white paper il 31 ottobre 2008 da parte di Satoshi Nakamoto, ci sono altresì una serie di eventi precedenti spesso non menzionati, che sono essenziali per comprendere Bitcoin dal punto di vista tecnologico e sociale.
Questa guida al Bitcoin inizierà con il delineare le correnti sociali e le tecniche che hanno portato alla sua creazione. Analizzare queste dinamiche è utile per discutere il passato, il presente e il futuro del Bitcoin.
L’ideologia di Bitcoin
Potrebbe sembrare strano ipotizzare un'ideologia di Bitcoin, vista la sua natura decentralizzata. Va tuttavia considerato il fatto che la base di supporto iniziale del network era costituita per lo più da individui esperti di tecnologia, libertari e cripto-anarchici. La nascita e l'adozione di Bitcoin all'interno di questa comunità ne hanno definito i valori, le virtù e il design fondanti.
Quando Satoshi ha rivelato per la prima volta la sua proposta per il Bitcoin, ha suscitato solamente un moderato interesse – e alcune critiche – da parte di una comunità online di crittografi e informatici molto di nicchia. Molti di questi individui erano stati coinvolti in esperimenti sul denaro digitale già negli anni '80 e '90.
Per loro Bitcoin era semplicemente l'ultimo di una lunga serie di esperimenti per la creazione di sistemi monetari che rispettassero la libertà individuale e la privacy. Risalendo le radici ideologiche, si scopre che l'influenza formativa di Bitcoin deriva in gran parte dal discorso che circonda due comunità particolari.
Gli estropici
Nel 1988, un futurista di nome Max More ha esposto la filosofia dell'estropianesimo in una serie di principi che descrivevano in dettaglio un "quadro evolutivo di valori e standard per migliorare continuamente la condizione umana" attraverso l'uso di tecnologie emergenti come la criogenia, l'intelligenza artificiale, la robotica, la memetica, l'ingegneria genetica, i viaggi spaziali e altro ancora.
Un individuo estropico è colui che costruisce e testa attivamente questi sistemi per il miglioramento dell'umanità, aderendo a una mentalità strettamente razionale e priva di dogmi. Uno dei concetti fondamentali di questa comunità è l'estensione della durata della vita attraverso l'uso della criogenia, del caricamento mentale e di altri mezzi.
Questa ideologia transumanista ha riunito una comunità di scienziati e futuristi che hanno condiviso queste idee sui primi forum online. Tra la fine degli anni '80 e la metà degli anni '90, gli estropici prototiparono progetti per valute alternative, mercati delle idee, mercati di previsione, sistemi di reputazione e altri esperimenti che prefiguravano gran parte dell'attuale settore crypto. Alcuni pionieri delle criptovalute erano attivi nella comunità estropica, tra cui Nick Szabo e Hal Finney.
I cypherpunk
"La privacy è fondamentale in una società aperta nell’era elettronica. […] La privacy è il potere di rivelare selettivamente sé stessi al mondo"
– Eric Hughes, "A Cypherpunk’s Manifesto"
Come gli estropici, anche i cypherpunk erano uniti dal desiderio di utilizzare la tecnologia per creare un mondo migliore. Il sottogenere cyberpunk della letteratura fantascientifica ritrae spesso un futuro in cui una comunità globale di corporazioni governa efficacemente il mondo attraverso sistemi di sorveglianza onnipresenti, e i protagonisti sono spesso hacker o altri individui che si muovono in questa società distopica.
I cypherpunk erano così chiamati perché vedevano nelle opere degli autori John Brunner, William Gibson e Bruce Sterling degli scenari plausibili, date le tendenze del progresso sociopolitico e dell'innovazione tecnologica. Credevano che l'ascesa di reti informatiche globali mediate da governi e aziende avrebbe sistematicamente compromesso la libertà.
I cypherpunk erano una comunità di crittografi, informatici e futuristi che si dedicavano alla costruzione dei sistemi necessari a garantire la sovranità individuale in un potenziale Stato di sorveglianza.
Contrariamente agli estropici, i cypherpunk enfatizzavano un particolare insieme di tecnologie incentrate sulle reti di comunicazione criptate, tra cui la messaggistica anonima e la moneta elettronica. Molti degli esperimenti sulle valute digitali degli anni '90 e dei primi anni '00 sono stati guidati direttamente dal movimento cypherpunk. Questa comunità è il terreno da cui è cresciuto il Bitcoin.
Il background tecnico di Bitcoin
La chiave per comprendere Bitcoin è capire che non si tratta di un'invenzione unica e singolare, ma di un'intelligente sintesi di lavori precedenti che ha avuto successo laddove gli sforzi precedenti hanno fallito. Satoshi ha cercato di costruire un'infrastruttura finanziaria che non si basasse sulla fiducia e che potesse durare nel tempo.
Invece di costruire una nuova soluzione dal nulla, si è basato su ricerche precedenti in materia di sistemi distribuiti, crittografia finanziaria, sicurezza di rete e altro ancora. Questa guida descrive innanzitutto la tecnologia fondamentale della "crittografia." Dopodiché introdurrà alcuni degli esperimenti di denaro digitale che hanno preceduto e influenzato Bitcoin.
Crittografia a chiave pubblica
Per secoli, la crittografia, ossia la tecnologia di condivisione di messaggi segreti, si è affidata a più parti che si accordavano su una chiave privata condivisa per decifrare i messaggi. Questo metodo è noto come crittografia a chiave simmetrica. Tuttavia, tale metodo si scontrava sempre con il problema della distribuzione delle chiavi: i metodi precedenti prevedevano infatti l'incontro faccia a faccia o l'uso di un corriere fidato. Questo sistema non solo era vulnerabile sotto molti punti di vista, ma risultava anche poco pratico da implementare su larga scala.
Negli anni '70 è emerso un metodo alternativo di condivisione dei segreti, noto come crittografia a chiave asimmetrica o crittografia a chiave pubblica. In questo sistema, ogni parte dispone di una coppia di chiavi: una pubblica e l'altra privata. Se Alice vuole inviare un messaggio sicuro a Bob, lo cripta con la chiave pubblica di Bob. Bob decifra poi il messaggio di Alice con la propria chiave privata. In questo sistema, nessuna delle due parti deve concordare in anticipo un segreto condiviso. Alice può anche firmare digitalmente il suo messaggio destinato a Bob usando la propria chiave privata, consentendo a Bob o a chiunque altro conosca la sua chiave pubblica di verificare l'autenticità del messaggio.
Questa combinazione di sistemi crittografici a chiave pubblica e firme digitali è la tecnologia di base di ciò che oggi è comunemente chiamata "crittografia" e che protegge con successo le reti di comunicazione e i protocolli che compongono Internet da decenni. È anche un elemento chiave dei sistemi su cui si basa il denaro digitale.
La guerra alla crittografia
La crittografia a chiave pubblica è stata inventata quasi contemporaneamente negli anni '70 dal Government Communications Headquarters del Regno Unito e da due ricercatori americani indipendenti, Whitfield Diffie e Martin Hellman. I governi non avevano intenzione di dare al grande pubblico l'accesso a tecnologie per la tutela della privacy come la crittografia a chiave pubblica, poiché ciò avrebbe spostato radicalmente l'equilibrio del potere.
Quando negli anni '90 arrivò il World Wide Web, creando una domanda esplosiva per servizi di messaggistica online e commercio elettronico, i governi si opposero all'adozione della crittografia da parte delle masse, adducendo preoccupazioni relative alla sicurezza e alle attività criminali.
Conosciuta ufficiosamente come "guerra alla crittografia," quest'epoca di attrito tra i poteri governativi e i professionisti di un nuovo paradigma tecnologico riecheggia fino ai giorni nostri, quando i governi sono costretti a riconoscere l'emergere di un sistema finanziario senza confini e senza leader come quello di Bitcoin.
eCash
David Chaum è forse la persona più influente nell’ambiente delle criptovalute. Il suo lavoro pionieristico sui sistemi di valuta digitale risale agli anni '80, quando Internet era ancora in fase nascente prima del lancio del World Wide Web.
Nel 1981 Chaum pubblicò un ricerca rivoluzionaria, "Untraceable Electronic Mail, Return Addresses, and Digital Pseudonyms" – un documento fondamentale nel campo della privacy su Internet che ha portato alla creazione di protocolli di privacy come Tor. Nel 1982, Chaum pubblicò "Blind Signatures for Untraceable Payments," un documento fondamentale che descrive un sistema di transazioni anonime che avrebbe ispirato direttamente i futuri esperimenti sulle valute digitali.
Il sistema di pagamento eCash è stato il tentativo di Chaum di portare la privacy del contante fisico e delle monete nel regno digitale con l'avvento dei servizi bancari elettronici. Nel 1989 Chaum fondò DigiCash. Con sede ad Amsterdam, Chaum e il suo team svilupparono il protocollo eCash. Nella seconda metà degli anni '90, Chaum faticò ad assicurarsi un numero sufficiente di partnership con commercianti e banche per sostenere il progetto e finì per dichiarare bancarotta nel 1998.
Sebbene l'impresa non abbia avuto lungo durata, eCash ha aperto nuove strade nel settore delle valute digitali. Pur non essendo una valuta digitale nativa come Bitcoin, eCash ha anticipato stablecoin e Central Bank Digital Currency (CBDC): asset digitali sostenuti da riserve ed emessi da una terza parte fidata, come una banca o un'azienda.
E-gold
Fondato da Douglas Jackson e Barry Downey nel 1996, E-gold era un sistema di valuta digitale sostenuto da riserve auree protette in caveau a Londra e Dubai. E-gold forniva un sistema alternativo di pagamenti online in grado di trasferire il valore in modo rapido e senza confini, ma il progetto dovette affrontare notevoli problemi legali e sistemici.
L'economia di E-gold era gestita da un server centrale controllato da un'unica società, il che comportava un unico punto di fallimento in caso di disputa tra gli operatori o di chiusura/sequestro da parte delle autorità. In origine il sistema E-gold non prevedeva molte restrizioni in termini di creazione di account, il che portò diverse attività criminali ad utilizzare tale valuta. Sebbene Jackson e il team si siano impegnati per contrastare l'uso criminale di E-gold, furono dichiarati colpevoli di gestire un'impresa di trasmissione di denaro senza licenza e la compagnia venne infine chiusa.
Mentre eCash era un sistema di valuta elettronica implementato in coordinamento con il sistema bancario tradizionale, E-gold operava come un sistema finanziario parallelo costruito interamente senza il riconoscimento o il contributo delle autorità di regolamentazione. In quel periodo, il governo degli Stati Uniti diffidava dell'accesso del pubblico alla crittografia a chiave pubblica e ai mezzi per criptare la propria presenza su Internet.
Denaro digitale peer-to-peer: edizione Cypherpunk
Sebbene i precedenti sistemi di valuta digitale abbiano influenzato la progettazione della moneta elettronica, i loro creatori non erano direttamente coinvolti nella comunità cypherpunk. Chaum, ad esempio, non era molto in linea con la loro scuola di pensiero.
I seguenti esperimenti di denaro digitale, tuttavia, sono stati concepiti da membri attivi di questa comunità e possono essere visti come precursori diretti di Bitcoin. Direttamente o indirettamente, queste proposte e implementazioni hanno influenzato l'invenzione di Bitcoin da parte di Satoshi.
Hashcash
Nel 1992, i ricercatori di IBM Cynthia Dwork e Moni Naor stavano esplorando metodi per combattere gli attacchi di Sybil, gli attacchi Denial-of-Service e la messaggistica spam sui servizi Internet in crescita come la posta elettronica. Nel loro articolo "Pricing via Processing or Combatting Junk Mail", i due proposero un sistema in cui il mittente di un'e-mail svolge una certa quantità di lavoro computazionale per risolvere un puzzle crittografico.
Il mittente allegherebbe poi alla e-mail una prova della soluzione: una Proof-of-Work, o PoW. Sebbene il costo computazionale di questo processo sia abbastanza banale, sarebbe stato sufficiente per inibire efficacemente lo spam. Il sistema sarebbe stato inoltre dotato di un metodo per consentire a un'autorità centrale di risolvere istantaneamente l'enigma senza spendere lavoro.
Nel 1997, Adam Back – 26 anni e laureato all'Università di Exeter – si rivolse alla mailing list dei cypherpunk per proporre un sistema simile, chiamato Hashcash. In questo sistema non c'erano metodi per aggirare la PoW, autorità centrali o enfasi su puzzle crittografici. Il processo era invece incentrato sull'hashing.
L'hashing è il processo che trasforma qualsiasi dato di qualsiasi dimensione in una stringa casuale di caratteri di lunghezza predeterminata. La più piccola modifica ai dati sottostanti produce un hash completamente diverso, consentendo una facile verifica dei dati. Ad esempio, un hash SHA-256 della frase "Cos'è Bitcoin?" produce il seguente numero esadecimale:
In Hashcash, il mittente esegue ripetutamente l'hash dei metadati dell'e-mail – come l'indirizzo del mittente, l'indirizzo del destinatario, l'ora del messaggio e così via – insieme a un numero casuale chiamato "nonce", finché l'hash risultante non inizia con un numero predeterminato di bit pari a zero.
Poiché il mittente non può conoscere subito l'hash corretto, deve ripetere l'hash dei metadati dell'e-mail utilizzando un nonce diverso finché non trova una combinazione valida. Come nel sistema di Dwork e Naor, questo processo richiede risorse computazionali, generando una Proof-of-Work.
Come indica il nome, l'anti-spam non era l'unico caso d'uso che Back aveva in mente per Hashcash. Tuttavia, i token PoW erano inutili per il destinatario e non potevano essere trasferiti, rendendoli inefficaci come contanti digitali. La valuta sarebbe stata inoltre soggetta a iperinflazione, poiché la potenza di calcolo in costante crescita delle nuove macchine avrebbe reso sempre più facile la generazione di Proof-of-Work. Tuttavia, l'Hashcash di Back avrebbe ispirato l'ulteriore applicazione della Proof-of-Work in due sistemi di denaro digitale proposti e precursori del Bitcoin: B-money e Bit Gold.
B-money
Nel 1998, Wei Dai, un membro molto attivo dei cypherpunk, propose B-money: un sistema finanziario alternativo peer-to-peer per condurre il commercio online al di fuori del sistema finanziario tradizionale, controllato dalle imprese e regolamentato dai governi. Il sistema consentiva la creazione di valuta digitale, nonché la stipula e l'applicazione di contratti con un sistema di arbitrato per risolvere le controversie. Il progetto di Dai consisteva in due proposte.
La prima proposta di Dai eliminava il controllo unico dell'autorità centrale su un database transazionale, sostituendolo con un sistema di libro mastro condiviso tra una rete di pari pseudonimi rappresentati da indirizzi a chiave pubblica. Per coniare una valuta digitale, un nodo avrebbe dovuto risolvere un problema di calcolo e trasmettere la soluzione alla rete (Proof-of-Work) in un'asta multifase. Il numero di beni emessi sarebbe stato determinato dal costo del calcolo in relazione a un paniere di beni standard.
Se Alice avesse voluto effettuare una transazione con Bob, avrebbe dovuto trasmettere all'intera rete una transazione che includeva un pacchetto di informazioni contenente l'importo e l'indirizzo della chiave pubblica di Bob. Tuttavia, Dai si rese conto che questa proposta iniziale non risolveva il problema della doppia spesa, perché sarebbe stato possibile per Alice spendere contemporaneamente gli stessi beni con Bob e Carol.
Nella sua seconda proposta Dai suggeriva che, invece di avere tutti una copia del libro mastro, uno speciale sottoinsieme di peer – chiamati "servers" – avrebbe mantenuto un libro mastro condiviso; gli utenti normali avrebbero invece semplicemente verificato che le transazioni fossero state elaborate dal server. Per garantire la fiducia e prevenire la collusione, i servers avrebbero depositato una certa somma di denaro in un conto speciale, che sarebbe stata utilizzata come multa o ricompensa in caso di comportamento dannoso, in modo simile ai sistemi Proof-of-Stake di altre blockchain.
La proposta di Dai per B-money non è mai stata implementata in alcun modo, ma ciò che colpisce è la sua somiglianza con Bitcoin, in particolare per l'uso del libro mastro condiviso e della valuta digitale basata su PoW. La differenza principale, tuttavia, era che la valuta di B-money era legata al valore di certe materie prime: ciò rende questo modello una sorta di forma primordiale delle odierne stablecoin.
Bit Gold
Già membro attivo della community degli estropici e dei cypherpunk, Szabo è una delle figure più influenti nello sviluppo delle criptovalute e della tecnologia blockchain. È un esperto polimaterico che spazia da discipline come l'informatica, la crittografia e la legge.
La visione di Szabo è incentrata sulla creazione di una società economica libera, al di fuori del controllo delle aziende e degli Stati nazionali. Nel 1994 propose gli smart contracts – essenzialmente contratti digitali eseguiti e applicati tramite codice piuttosto che tramite leggi giurisdizionali – come elemento portante del commercio elettronico senza confini.
In seguito si rese conto che mancava un elemento chiave: una valuta nativamente digitale che potesse fluire attraverso questi contratti. Dopo aver assistito a una serie di esperimenti sul contante digitale che si sono scontrati con un ostacolo dopo l'altro (e dopo aver lavorato per un certo periodo alla DigiCash di Chaum), Szabo decide di elaborare una nuova proposta che potesse avere successo dove gli sforzi precedenti avevano fallito.
Studiando la storia del denaro, Szabo individuò nel commodity money, come i lingotti d'oro, una solida base concettuale per una nuova moneta di Internet. Questa nuova moneta doveva essere digitale, scarsa, incredibilmente onerosa da falsificare e senza la necessità di affidarsi a terzi per garantirne la sicurezza e il valore: un oro digitale, in un certo senso. La sua proposta prese il nome di Bit Gold.
Bit Gold funzionava in modo simile a Hashcash e, in particolare, a B-money: utilizzava infatti una catena cumulativa di Proof-of-Work basate su hash, che veniva periodicamente timbrata e pubblicata su una rete di server. L'emissione e il possesso di Bit Gold erano riportati su un registro distribuito di titoli di proprietà; in pratica, un protocollo che consente di governare alcune classi di proprietà utilizzando un sistema di voto basato sul quorum.
Il punto debole di Bit Gold come valuta era la sua mancanza di fungibilità, cioè la possibilità di scambiare ogni singola unità con un'altra identica dello stesso valore. Questo aspetto è essenziale per qualsiasi forma di valuta valida. Dato che costo di un Bit Gold è legato al costo computazionale della Proof-of-Work in un momento specifico e poiché il costo del calcolo diminuisce con macchine migliori, un'unità di Bit Gold estratta nel 2015 varrebbe meno di un'unità di Bit Gold estratta nel 2005.
Szabo propose una soluzione di secondo livello che prevedeva una banca sicura, affidabile e verificabile in grado di tracciare l'emissione di Bit Gold nel tempo, confezionando continuamente i token Proof-of-Work in unità di valore uguali, creando così un mezzo di scambio stabile. Tuttavia, il sistema sarebbe stato suscettibile ad attacchi di Sybil che avrebbero potuto causare una divisione della rete. Szabo credeva che qualsiasi potenziale scissione della rete potesse essere risolta tramite partecipanti onesti che avrebbero continuato con il proprio sistema, e che gli utenti si sarebbero schierati naturalmente dalla loro parte grazie al consenso sociale.
Szabo si stava preparando a implementare Bit Gold poco prima che Satoshi pubblicasse il progetto di Bitcoin nel 2008. Szabo abbandonò il progetto Bit Gold poco dopo, ritenendo che Bitcoin avesse risolto in modo intelligente le carenze di Bit Gold e dei precedenti esperimenti di denaro digitale, sintetizzando i tentativi precedenti in un sistema che semplicemente funzionava.
Questi due esperimenti di contanti digitali sono stati fondamentali per l'invenzione del Bitcoin. In un post del 2010 sul forum Bitcointalk, Satoshi dichiarò: "Bitcoin è un'implementazione della proposta di B-money di Wei Dai [...] del 1998 e della proposta Bitgold di Nick Szabo."
La nascita di Bitcoin
Esistono interi libri che trattano la storia di Bitcoin in modo parecchio dettagliato. Per gli scopi di questa guida, verranno narrati solo gli episodi più importanti e il loro significato per il mondo delle criptovalute.
Genesi
Dopo aver pubblicato, su una mailing list, la proposta di otto pagine per un nuovo sistema di denaro digitale, Satoshi sottopose il progetto alla discussione e al dibattito all’interno di un gruppo online di crittografi, informatici e veterani del denaro digitale, sebbene avesse già scritto gran parte del codice.
Fin dall'inizio, Bitcoin è stato un progetto software open-source costruito e mantenuto da una comunità di sviluppatori e appassionati. L'8 novembre 2008, Bitcoin è stato registrato sulla piattaforma di sviluppo software open-source SourceForge. A quel punto Bitcoin è diventato un progetto pubblico.
Il 3 gennaio 2009, il blocco genesi (o blocco zero) di Bitcoin venne estratto da Satoshi (nell'arco di sette giorni). In questa transazione iniziale, definita anche transazione genesi o "coinbase", Satoshi ha riportato il seguente noto messaggio:
"The Times 03/Gen/2009 Il cancelliere sull’orlo del secondo salvataggio delle banche"
Questo messaggio era un chiaro segnale delle intenzioni che aveva il progetto Bitcoin. Mentre il mondo stava vivendo la più grande crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione, nacque una nuova visione per un sistema monetario separato dallo Stato.
Il 12 gennaio 2009, nel blocco 170, avvenne la prima transazione di Bitcoin dopo la genesi, tra Satoshi e il noto crittografo Hal Finney. Finney è stato anche il primo a minare BTC insieme a Satoshi dopo il lancio della rete.
Bitcoin Pizza Day
Il primo utilizzo registrato di Bitcoin per l'acquisto di un bene nel mondo reale avvenne il 22 maggio 2010, quando Laszlo Hanyecz, programmatore della Florida, si offrì di pagare 10.000 BTC per due pizze di Papa John's Pizza, dal prezzo stimato di circa 40$ al momento dell'acquisto. A marzo 2021, quelle due pizze avrebbero superato i 500 milioni di dollari di valore. Sebbene molte persone, a posteriori, scherzino sulla transazione di Hanyecz, va sottolineato quanto ancora agli albori fosse la rete Bitcoin all'epoca.
Nel discorso sull'uso di Bitcoin come mezzo di scambio, la famosa transazione di Hanyecz viene spesso citata come esempio di come l'incredibile escursione del prezzo di BTC vada in contrasto con il suo uso come valuta. Con un'offerta limitata a 21 milioni di pezzi, le persone potrebbero non volerlo usare come contante ma piuttosto come investimento a lungo termine – per fare "HODL", nel gergo del settore. Tuttavia, l'acquisto pionieristico di Hanyecz ha dimostrato che Bitcoin possa essere utilizzato per effettuare transazioni digitali P2P.
Corsa ai BTC: la nascita dell’industria del mining
Nei primi giorni dell'economia di Bitcoin, il modo in cui le persone partecipavano alla rete e ottenevano BTC era attraverso il processo di mining. Il mining è il processo con cui la rete convalida continuamente le transazioni trasmesse e le registra nel libro mastro distribuito sotto forma di "blocchi" collegati – contenenti i dati delle transazioni – producendo una storia crittograficamente sicura e verificabile delle transazioni nel tempo. La rete Bitcoin è progettata in modo tale che i miner siano ricompensati per il loro lavoro nel mantenerla attiva, attraverso un premio in BTC all’interno del blocco. Questo serve anche come processo di coniazione di nuove unità di bitcoin.
Il 27 novembre 2010 venne lanciato Slush Pool, il più vecchio mining pool del settore Bitcoin. Slush Pool forniva ai potenziali miner un mezzo per mettere insieme le risorse computazionali, così da minare Bitcoin e condividere le ricompense dei blocchi in proporzione al lavoro svolto. In questo modo, gli individui che non disponevano di un’abbondante potenza di CPU potevano partecipare collettivamente alle operazioni della rete e guadagnare comunque qualche bitcoin.
Da allora l'industria del mining è diventata sempre meno un'operazione di nicchia e più un’attività imprenditoriale su larga scala e ad alta intensità energetica, ma con un numero relativamente piccolo di aziende che producono la maggior parte della potenza di hashing. Sebbene il settore del mining sia cambiato notevolmente con l'emergere di molte altre criptovalute, Slush Pool ha segnato un'importante pietra miliare nella storia e nello sviluppo della rete Bitcoin.
Silk Road
“Silk Road aveva l’obiettivo di dare alle persone la libertà di fare le proprie scelte.”
— Ross Ulbricht
La storia di Bitcoin non sarebbe completa senza un paragrafo su Silk Road. Lanciato nel febbraio 2011 da Ross Ulbricht, che utilizzava lo pseudonimo di "Dread Pirate Roberts" (dal nome di un personaggio del film La principessa sposa), Silk Road era un mercato online sul darknet accessibile solo attraverso il servizio di navigazione anonima Tor, che utilizzava BTC come valuta di scambio.
Il sito era concepito come uno spazio libero e aperto, dove le persone potevano effettuare liberamente transazioni al di fuori dei vincoli normativi. Oltre a essere un mercato, il sito offriva anche un forum in cui gli utenti potevano discutere di libertarismo, cripto-anarchismo e altre opinioni dissidenti. Il sito presentava anche un sistema di reputazione e un sistema di garanzia per ridurre le frodi.
Dopo che il sito era diventato un luogo per il commercio illegale di droga e altri tipi di attività criminali, le autorità federali iniziarono a indagare sulle sue operazioni: le ricerche terminarono nell'arresto di Ulbricht il 2 ottobre 2013, che sta ancora oggi scontando diversi ergastoli senza possibilità di libertà vigilata.
Silk Road fu un evento chiave nella storia di Bitcoin. La narrazione di BTC come valuta di riferimento per le attività criminali deriva da casi come questo. Quello che doveva essere un'espressione dell'idealismo libertario di libertà personale e libero mercato, diventò il mercato nero più noto dell'era moderna.
Gli United States Marshals Service misero all'asta quasi 30.000 BTC sequestrati durante l'arresto di Ulbricht, il che di per sé dà credito alla legalità di base di Bitcoin. Nonostante la svolta oscura della storia di Silk Road, il mercato ha dimostrato la capacità di BTC di promuovere il commercio P2P in un mercato aperto.
Purtroppo, i beni e i servizi “legali” disponibili su Silk Road – come arte, abbigliamento e artigianato – costituivano un volume molto minore dell'attività del marketplace. Come disse una volta Gibson, autore di opere di fantascienza e visionario del cyberpunk, "la strada trova i suoi usi per le cose."
La scomparsa di Satoshi
Il 26 aprile 2011 Satoshi lascia il progetto Bitcoin, passando le redini dello sviluppo a Gavin Andresen e alla comunità open-source che si era ormai creata. Fino a quel momento, lo sviluppo di Bitcoin era stato sostanzialmente guidato da Satoshi, chiunque egli fosse.
Col senno di poi, l'anonimato di Satoshi è stato fondamentale per il successo e la persistenza del progetto Bitcoin. Dato che negli anni successivi le forze dell'ordine hanno dato maggior rilievo agli usi illeciti delle criptovalute, Satoshi – il creatore di un sistema monetario alternativo senza confini, permissionless e con un alto livello di privacy – avrebbe certamente ricevuto una condanna non diversa da quella di Ulbricht, se la sua identità fosse stata nota. L'abbandono del progetto da parte di Satoshi è stato essenziale affinché Bitcoin rimanesse fedele alle sue fondamenta di sistema finanziario decentralizzato, resiliente e trustless.
WikiLeaks e la moneta anti-censura
WikiLeaks venne fondato nel 2006 da Julian Assange – membro attivo dei cypherpunk – con l’obiettivo di trapelare in rete documenti classificati, relativi a operazioni losche e clandestine condotte da governi e aziende. Per questo motivo, il sito non venne mai visto di buon grado dagli organi di governo e dalle agenzie di tutto il mondo.
Il 14 giugno 2011, WikiLeaks iniziò ad accettare donazioni in BTC dopo che PayPal bloccò i conti dell'organizzazione no-profit, e Visa e Mastercard sospesero i pagamenti. La scelta aveva senso: WikiLeaks voleva essere un esempio incrollabile dell'impegno del Quarto Stato per la verità, nonostante la censura e le pressioni dei poteri forti: Bitcoin forniva un sistema di pagamento globale, senza confini e resistente alla censura.
In realtà, Satoshi espresse preoccupazione per l'uso di Bitcoin su WikiLeaks. "Sarebbe stato bello ricevere questa attenzione in un qualsiasi altro contesto", dichiarò in un post del 2010. "WikiLeaks ha dato un calcio al vespaio e lo sciame si sta dirigendo verso di noi".
L'unione di queste due entità rafforzò l'identità di Bitcoin come tecnologia di dissenso agli occhi del pubblico. L'arresto di Assange l'11 aprile 2019 evidenziò ulteriormente le vulnerabilità di un personaggio pubblico a capo di un movimento di questo tipo. Preso in custodia a Londra nel 2019, ad oggi l'estradizione di Assange negli Stati Uniti non si è ancora concretizzata.
Ascesa e caduta di Mt. Gox
Fondato nel luglio 2010 dallo sviluppatore di software P2P Jed McCaleb, prima di essere venduto a Mark Karpelès, il "Magic: The Gathering Online eXchange" – meglio conosciuto come Mt. Gox – divenne il più grande exchange di BTC al mondo: al suo apice tra il 2013 e il 2014, gestiva circa il 70% delle transazioni della rete.
Il 7 febbraio 2014, l'exchange interruppe tutti i prelievi a seguito di una violazione della sicurezza. Poco più tardi Mt. Gox andò offline, con 744.408 BTC rubati a causa di un attacco hacker: oggi quei Bitcoin avrebbero un valore di svariati miliardi di dollari. Quasi un decennio dopo, gli utenti di Mt. Gox non sono ancora stati risarciti.
La chiusura dell'exchange – un tempo leader del mercato – a causa di una violazione della sicurezza è passata alla storia come uno dei più grandi fallimenti del settore crypto, evidenziando i rischi sistemici legati alla custodia centralizzata delle criptovalute.
La New York BitLicense e la regolamentazione delle crypto
La tecnologia e la sua adozione raramente vanno di pari passo con la regolamentazione. Gli imprenditori e i professionisti delle tecnologie emergenti spesso si scontrano con le autorità, in caso di ambiguità sull'applicabilità dei quadri normativi preesistenti al nuovo paradigma.
Nel caso delle criptovalute – dove il bene è protetto da pseudonimo, non è ripudiabile e opera secondo un insieme di regole fondamentali al di fuori di qualsiasi controllo sovrano – lo scontro tra il vecchio e il nuovo è inevitabile. Tra la chiusura del mercato Silk Road e il crollo di Mt. Gox, le autorità statali di regolamentazione hanno iniziato a implementare regolamenti specifici per le imprese che si occupano di criptovalute a qualsiasi titolo amministrativo.
Il 17 luglio 2014, il Dipartimento dei Servizi Finanziari dello Stato di New York (NYDFS) propose la "BitLicense", una licenza commerciale che impone severe restrizioni alle imprese che operano nel settore delle valute digitali nello Stato di New York e che forniscono servizi di custodia, scambio e/o trasmissione ai clienti.
Redatta dal primo sovrintendente ai servizi finanziari di New York, Benjamin Lawsky, la licenza venne pesantemente criticata dal settore per le sue richieste troppo severe e onerose, in quanto i costi di acquisizione della licenza avrebbero reso impossibile per le piccole e medie imprese rimanere conformi. Quando la BitLicense entrò in vigore l'8 agosto 2015, 10 importanti società di criptovalute decisero di lasciare New York, in quello che il New York Business Journal definì il "Grande Esodo di Bitcoin".
Sebbene il NYDFS stia attualmente pianificando di rivedere la BitLicense, il quadro normativo ha creato un precedente per il modo in cui le autorità a livello statale e federale possono scegliere di coltivare o inibire l'innovazione commerciale e tecnologica. Nel 2020, il NYDFS ha introdotto la BitLicense condizionale: una variante del suo quadro normativo standard per la regolamentazione delle criptovalute. Nello stesso anno PayPal ha iniziato a offrire criptovalute, tra cui Bitcoin, sulla sua piattaforma con una BitLicense condizionale.
Il panorama normativo degli Stati Uniti è sempre stato un mosaico di leggi e regole differenti; ancora oggi, vi è una diffusa mancanza di chiarezza. Sebbene la regolamentazione dell'industria delle criptovalute abbia storicamente avuto delle zone grigie, diversi enti normativi statunitensi si sono fatti avanti con varie azioni e provvedimenti. Tra questi: il blocco delle Initial Coin Offering (ICO) da parte della Securities and Exchange Commission dopo il 2017, o l'approvazione da parte dell'Office of the Comptroller of the Currency dell'offerta di servizi di custodia di asset digitali da parte delle banche nazionali statunitensi nel 2020.
In termini di regolamentazione più localizzata, le leggi statali in materia di criptovalute possono variare, con il risultato che diverse piattaforme statunitensi aprono la disponibilità per i clienti di alcuni Stati prima di altri; lo si è visto, ad esempio, con Binance.US. Il Wyoming, in particolare, si è posizionato come regione a sostegno della crescita del settore delle criptovalute e della blockchain a diversi livelli.
Lightning Network
Affinché un sistema alternativo di denaro digitale possa competere con i fornitori di pagamenti globali consolidati come Visa o Mastercard, deve essere in grado di gestire le numerose transazioni quotidiane che pervadono la nostra vita. Bitcoin, nella sua attuale versione, non è ancora in grado di gestire le migliaia di transazioni al secondo sulla sua blockchain di base, come invece può fare il circuito Visa. Per cui, quando gli sviluppatori e i professionisti del settore hanno iniziato a discutere sempre più spesso sulla scalabilità di Bitcoin, sono state proposte una miriade di soluzioni.
Il 14 gennaio 2016, Joseph Poon e Thaddeus Dryja pubblicarono un white paper che illustrava il Lightning Network: una soluzione di scalabilità di secondo livello per Bitcoin in cui le transazioni possono avvenire su canali di pagamento fuori dalla blockchain per poi essere regolate e verificate crittograficamente in un secondo momento nella catena. In questo modo si riduce il carico di transazioni sulla blockchain di base, consentendo al contempo transazioni più veloci ed economiche. Il sistema è attivo sul mainnet da marzo 2018, e ha continuato a evolversi come infrastruttura chiave di Bitcoin.
Il Lightning Network per mette di effettuare "pagamenti istantanei"; o come vengono descritti sul sito web di LN, "pagamenti blockchain fulminei, senza preoccuparsi dei tempi di conferma dei blocchi."
La blockchain principale di Bitcoin sembra funzionare ancora adeguatamente in funzione di grande transazioni, e per l'uso di BTC come riserva di valore: lo dimostrano gli acquisti di MicroStrategy, società di business intelligence. Nel settembre 2020, Michael Saylor, CEO di MicroStrategy, ha spiegato come l'azienda abbia acquistato 38.250 BTC utilizzando la blockchain principale. La società, tuttavia, ha inviato solo 18 transazioni sulla blockchain di Bitcoin, conducendo 78.388 manovre al di fuori della sua catena nativa.
Le Guerre per la Scalabilità di Bitcoin
Sebbene il Lightning Network sia una soluzione tecnica che potrebbe teoricamente facilitare le transazioni ad alta frequenza, rimane il problema di scalare la blockchain principale di Bitcoin man mano che la rete continua a crescere. Tra il 2016 e il 2017, le principali entità del network – i miner, gli sviluppatori e le aziende che vi si appoggiano – hanno avviato un intenso dibattito sul percorso migliore da seguire per migliorare la scalabilità.
Sebbene un'analisi completa delle cosiddette Guerre per la Scalabilità di Bitcoin esuli dallo scopo di questa guida, il dibattito può essere ricondotto a due concetti: la dimensione dei blocchi e la distribuzione del potere all'interno della rete.
I sostenitori dell'aumento della dimensione dei blocchi della blockchain ritenevano che un incremento del numero di transazioni che possono essere convalidate all'interno di un blocco potesse aumentare il flusso complessivo di transazioni della rete. I critici hanno contestato l'idea, affermando che una simile soluzione avrebbe aumentato notevolmente la dimensione dei dati dell'intera rete, gravando ulteriormente sui miner: questo avrebbe impedito agli utenti più piccoli di eseguire efficacemente le operazioni di mining, centralizzando il potere tra i monopoli di mining già affermati.
In due incontri a porte chiuse tra le parti interessate del settore, noti come "Accordo di Hong Kong" e "Accordo di New York", sarebbe stato raggiunto un accordo sul percorso da seguire. Tuttavia, il 1° agosto 2017, la rete Bitcoin si è biforcata: i sostenitori dei "big-block" hanno apportato modifiche al codice sorgente e hanno iniziato il mining di una nuova chain, divenuta poi nota come Bitcoin Cash (BCH).
Il dibattito sulla scalabilità ha portato alla luce la sfida di una rete decentralizzata nel raggiungere il consenso sugli aggiornamenti critici del protocollo quando è in gioco così tanto valore. Con l'assenza di Satoshi, era solo questione di tempo prima che le parti interessate divergessero sulla tabella di marcia dello sviluppo di Bitcoin.
Dopo la biforcazione di Bitcoin in BTC e BCH nel 2017, sono emersi altri hard fork di Bitcoin, tra cui Bitcoin Gold (BTG) alla fine del 2017. Alla fine del 2018, anche Bitcoin Cash si è biforcato in BCH e Bitcoin SV (BSV).
Mentre lo standard per lo sviluppo di progetti di software open-source è stato il sistema di proposte di Request for Comments che ci ha portato a Internet, il processo è ulteriormente complicato quando il software in questione influisce direttamente su un sistema monetario globale alternativo.
Traduzione a cura di Giorgio Libutti