Traduzione a cura di Giorgio Libutti.
Una prima definizione: una sfida a chi indovina il numero
Il white paper descrive Bitcoin (BTC) come un “sistema di moneta elettronica peer-to-peer”. Ma quali sono le sue origini?
Stando ai suoi algoritmi, i bitcoin “vergini” sono generati e vengono dati a coloro che, tramite i loro computer, riescono a risolvere dei problemi di calcolo matematici prestabiliti. Questi problemi matematici fanno riferimento a un hash, che è un numero a 64 cifre esadecimali che sarà minore o uguale all’hash da trovare. Bitcoin è quindi semplicemente un numero, tipo 12345.
Per fare un esempio, immaginiamo che Ms. Rose tiri fuori dal suo portafoglio una banconota da 1$ con sopra scritto il numero seriale G6607081974P. Nessun'altra banconota porta il numero G6607081974P, sempre che il Federal Reserve System (negli Stati Uniti) non commetta errori.
Essendo che su questa banconota c'è scritto 1$, Ms. Rose può usarla per comprarsi un caffè.
Ora, mettiamo caso che due persone si mettano d’accordo che la banconota G6607081974P ora abbia un valore di 4.000$. L’unica differenza tra il bitcoin n° 12345 e la banconota da 1$ n° G6607081974P è che quest’ultima è possibile toccarla con mano e ha un valore nominale. Bitcoin, invece, non ha un valore intrinseco ed è semplicemente un numero. Questo numero può assumere un valore quando viene accettato da due persone, ma non ha valore in sé e per sé. Bitcoin, quindi, è stato creato da un gruppo di persone che si sfidava ad indovinare un numero.
Ma qual è il senso di prendere parte a questa sfida? Questo processo è estremamente importante: si tratta di una tecnica che aiuta la verifica e la sicurezza dello storico delle transazioni della rete Bitcoin. Ogni persona che vuole aggiungere nuove transazioni al network dovrà prima "giocare" e vincere la sfida, che comporta l’utilizzo di potenza computazionale. Di conseguenza, un hacker che volesse interferire troverebbe molto difficile e dispendioso provocare danni al network.
Bitcoin ha un sottostante? Come funziona?
A differenza delle valute tradizionali, Bitcoin non è né emesso da una banca centrale né sostenuto da un governo. Di conseguenza, i tassi di inflazione, la politica monetaria e gli indicatori di crescita economica – che tradizionalmente influenzano il valore della valuta – non si applicano al Bitcoin.
Bitcoin si basa sulla blockchain, ossia un registro digitale distribuito. La blockchain è un insieme di dati connessi tra di loro che compongono unità definite “blocchi”, i quali contengono le informazioni di ogni transazione, come l’acquirente e il venditore, l’ora e la data, il valore totale e un codice di identificazione unico per ogni scambio. Le transazioni sono collegate in sequenza cronologica, formando, quindi, una catena digitale di blocchi.
Quando un blocco viene caricato sulla blockchain, diventa visionabile da chiunque lo desideri, agendo così da registro pubblico per le transazioni in Bitcoin. La blockchain è decentralizzata, il che significa che nessun ente centrale può controllarla. La catena digitale di blocchi è simile a un Documento Google che può essere modificato da chiunque. Non è di proprietà di nessuno, ma chiunque sia in possesso del link può apportare il proprio contributo. Quando un individuo effettua delle modifiche, la copia degli altri partecipanti viene aggiornata.
Sebbene l’idea che chiunque possa modificare la blockchain possa sembrare molto rischiosa, è proprio ciò che rende Bitcoin affidabile e sicuro. Infatti un blocco di transazioni, prima di essere inserito nella blockchain di Bitcoin, deve essere validato dalla maggioranza dei miner presenti nella rete.
I codici univoci utilizzati per identificare i wallet e le transazioni degli utenti devono seguire delle determinate regole di crittografia. Dal momento che questi codici unici sono composti da una serie di cifre casuali molto lunghe, contraffarli diventa un’operazione estremamente complessa. La casualità statistica dei codici di verifica della blockchain richiesti per ogni transazione riduce drasticamente la probabilità che una transazione Bitcoin fraudolenta venga effettuata dagli utenti connessi alla rete.
Perché Bitcoin è stato creato?
Nel corso del XIX e XX secolo, la maggior parte delle valute di quell’epoca poteva essere convertita in determinate quantità di oro o altri metalli preziosi. Nonostante ciò, la maggior parte delle nazioni abbandonò il gold standard tra gli anni 1920 e 1970, in parte a causa delle tensioni dovute al finanziamento di due guerre mondiali e all'incapacità del sistema di estrazione dell'oro di stare al passo con lo sviluppo economico.
Inoltre i beni fisici di valore, come l'oro e l'argento, venivano in precedenza scambiati con merci e servizi. Tuttavia, poiché questi asset fisici erano ingombranti da trasportare e soggetti a perdita e furto, le banche li conservavano per conto degli utenti, producendo banconote che confermavano le disponibilità bancarie degli utenti.
Gli utenti dunque affidavano alle banche il compito di mantenere al sicuro i propri fondi depositati. Tuttavia, tra il 2008 e il 2009 numerose banche e istituti finanziari di tutto il mondo andarono in bancarotta, e i governi si videro costretti a salvarli a spese dei contribuenti.
Il fallimento delle banche (come guardiane dei fondi pubblici) ha evidenziato quanto sia fragile il sistema finanziario attuale, e come sia necessario una decentralizzazione dei servizi finanziari per migliorare l’esperienza dei clienti. Di conseguenza, Bitcoin è stato visto come una risposta alla Grande Crisi Finanziaria e alla dipendenza del mondo finanziario dalle banche come intermediari delle transazioni.
Satoshi Nakamoto aveva in mente di eliminare le banche dalle transazioni finanziarie e di sostituirle con un sistema di pagamento peer-to-peer (P2P) che non richiedesse la conferma di terzi, eliminando la necessità che le banche facilitassero ogni transazione. La blockchain è il modo attraverso cui Bitcoin e le altre criptovalute diventano degne di fiducia.
Quindi, quando è stato creato il Bitcoin?
Da quando è stato minato il primo blocco – che prende il nome di blocco genesi – il 3 gennaio 2009, la blockchain è ufficialmente diventata operativa. Una settimana dopo è stata fatta la prima transazione test. La blockchain di Bitcoin è stata per i primi mesi della sua esistenza solo disponibile ai miner che lavoravano per confermare le transazioni.
A quei tempi, bitcoin non aveva un controvalore monetario. I miner – ossia coloro che, tramite i loro computer, risolvono problemi matematici per ricevere in cambio nuovi BTC e per confermare la validità delle transazioni – si scambiavano bitcoin tra di loro per puro divertimento.
La prima transazione con un controvalore economico è avvenuta solamente un anno dopo la nascita di Bitcoin, quando un uomo residente in Florida accettò di pagare 10.000 BTC per farsi consegnare due pizze dal valore di circa 40$: tale transazione avvenne il 22 maggio 2010. Questa data viene ancora oggi celebrata come il Bitcoin Pizza Day. Grazie a questa prima transazione nel mondo reale, 1 BTC assunse un controvalore pari a 0,004$.
Quando è stato creato Bitcoin?
Bitcoin è stato creato all'indomani della crisi finanziaria del 2008. Il suo scopo e le sue caratteristiche risiedono all’interno di un whitepaper scritto da un'entità pseudonima o da un gruppo di persone sotto il nome di Satoshi Nakamoto. La crisi finanziaria è stata un ottimo stimolo per lo sviluppo di Bitcoin. Questa guida ha l’obiettivo di fornire una panoramica sulla nascita di Bitcoin, su chi gli ha dato vita e per cosa viene utilizzato.
La crisi finanziaria del 2007 e 2008 – denominata crisi dei mutui subprime – è stato un evento di portata globale che ha provocato una significativa contrazione della liquidità nei mercati finanziari mondiali (partendo da quelli americani), a causa del collasso del mercato immobiliare americano.
Mentre il mondo era sommerso da una recessione causata dall'eccessiva speculazione dei mercati finanziari e dalle banche che rischiavano milioni di dollari in fondi di deposito, il white paper di Bitcoin ha gettato le basi per la prima moneta digitale pienamente funzionante, basata sulla tecnologia a registro distribuito (Distributed Ledger Technology, o DLT): la blockchain.
Dunque, cos'è il Bitcoin e come funziona?
Il white paper di Bitcoin è stato il primo documento a esporre le fondamenta di un sistema elettronico di pagamenti basato sulla crittografia, senza la necessità di riporre la fiducia in terze parti e peer-to-peer (P2P). Bitcoin è stato concepito per essere resistente alla censura e trasparente, ma soprattutto per restituire alle persone il controllo sui propri soldi.
Bitcoin è una valuta digitale, o criptovaluta, che non è controllata da alcuna autorità centrale. Una criptovaluta è un mezzo di scambio digitale che protegge e verifica le transazioni utilizzando la crittografia. La crittografia permette al mittente di trasformare il testo originale in un testo indecifrabile da chiunque non sia il destinatario, rendendo quindi sicuro e privato il contenuto del messaggio.
Bitcoin è stato creato come alternativa alle valute fiat, con lo scopo di diventare in futuro una valuta riconosciuta globalmente. Oggi le valute fiat, come la sterlina britannica e il dollaro statunitense, sono i tipi di denaro più utilizzati a livello globale. Questo tipo di valute sono controllate da governi nazionali, che ne gestiscono la quantità in circolazione, e sono garantite dalla fiducia che si ha verso quel governo.
Bitcoin, a differenza delle valute fiat, utilizza una tecnologia peer-to-peer per facilitare le transazioni tra soggetti che ritengono che il bene trasferito abbia un valore intrinseco. P2P fa riferimento allo scambio diretto di un asset – come BTC appunto – tra individui, senza l’intermediazione di un’autorità centrale.
Bitcoin: chiavi pubbliche e chiavi private
In poche parole, Bitcoin è un sistema autonomo crittografato a chiave pubblica che semplifica lo scambio di asset digitali tra individui attraverso una sequenza di transazioni firmate digitalmente. Il processo di creazione di una transazione Bitcoin è identico a quello che generalmente caratterizza un messaggio criptato da un sistema a chiave pubblica e a firma digitale.
Per proteggere i dati da soggetti non autorizzati, la crittografia a chiave pubblica utilizza una coppia di chiavi per criptare e decriptare le informazioni. La firma digitale è una firma elettronica che, tramite un algoritmo matematico, verifica la validità e l’integrità del messaggio digitale. Pertanto, Bitcoin è una catena di firme digitali.
Ogni proprietario invia i BTC alla persona designata, firmando digitalmente un hash della transazione precedente e la chiave pubblica del proprietario successivo, quindi aggiungendoli alla fine della coin. La catena di proprietà può essere confermata dal beneficiario verificando la validità delle firme.
Gli utenti devono avere accesso alla relativa chiave pubblica e privata per poter trasferire una data somma di bitcoin. Dal punto di vista tecnico, infatti, dire che una persona è proprietaria di BTC non è giusto: la locuzione corretta è che quella persona è la proprietaria della coppia di chiavi – pubblica e privata – che danno accesso a quel quantitativo di BTC.
La chiave pubblica fa riferimento ad un indirizzo al quale dei bitcoin sono stati precedentemente inviati, mentre la chiave privata corrispondente (nonché unica) ha la funzione di “password”, che permette di inviare BTC verso un’altra chiave pubblica.
Gli indirizzi Bitcoin, o chiavi pubbliche, sono delle sequenze di lettere e numeri generate in maniera casuale, che hanno una funzione simile agli indirizzi email o agli username di un social network. Gli utenti possono quindi tranquillamente condividerli con chiunque, in modo da potersi far inviare dei BTC.
Le chiavi private sono anch’esse delle sequenze di lettere e numeri generate in maniera casuale. È fondamentale che le chiavi private vengano tenute al sicuro, proprio come con le password di un social network. Non vanno assolutamente mai condivise con nessuno che non sia una persona fidata.
Un indirizzo Bitcoin è come se fosse una cassaforte trasparente: tutti possono vedere il contenuto al suo interno, ma solo il proprietario della chiave privata può aprirla e utilizzare quel denaro.
Input e output delle transazioni
Sebbene sia possibile gestire le valute singolarmente, sarebbe scomodo effettuare transazioni separate per ogni piccolo trasferimento. Le transazioni hanno molti input e output che consentono di dividere e unire il valore.
Di solito, ci sarà o un singolo input da una precedente transazione più voluminosa o numerosi input che combinano importi minori con al massimo due output: uno per il pagamento e uno per la restituzione di un eventuale resto al mittente.
Immaginiamo ora che Romeo voglia inviare 1 BTC a Juliet. Per farlo firma, con la sua chiave privata, un messaggio che contiene l’informazione su quella specifica transazione. In questo messaggio, che deve essere trasmesso alla rete, sarà incluso quanto segue:
Input: contengono i dettagli sui bitcoin arrivati precedentemente sull’indirizzo di Romeo. Consideriamo il caso in cui Romeo riceva 0,7 BTC da Alice e 0,7 BTC da Bob. Romeo, per poter inviare 1 BTC a Juliet dovrà utilizzare due input: i 0,7 BTC inviatagli da Alice e i 0.7 inviatagli da Bob.
Totale: l’ammontare che Romeo vuole inviare è 1 BTC.
Output: l’output n°1 è pari a 1,4 BTC verso l’indirizzo pubblico di Juliet (0,7 BTC + 0,7 BTC). L’output n°2 è pari ai 0,4 BTC di resto, tornato a Romeo.
Trasmissione e conferme all’interno del network
Romeo trasmetterà la transazione desiderata all’interno del network di Bitcoin tramite il software del suo wallet. Gli input (come gli indirizzi dai quali Romeo ha ricevuto precedentemente i bitcoin ora di sua proprietà) vengono verificati da alcuni membri specifici del network, denominati “miner”.
I miner, inoltre, creano i blocchi che compongono la blockchain accorpando altre transazioni che vengono trasmesse in quel lasso di tempo nel network Bitcoin. Ogni miner che completa la Proof-of-Work, o PoW, può proporre un nuovo blocco da aggiungere alla catena facendo riferimento al blocco precedente. Il network viene successivamente informato di questa aggiunta.
Gli altri partecipanti al network (i nodi) diffonderanno a loro volta il nuovo blocco, qualora ritenuto valido (ad esempio, quando le transazioni al suo interno rispettano tutte le regole del protocollo e fanno correttamente riferimento al blocco precedente). Quando viene proposto un nuovo blocco, il miner successivo ripeterà nuovamente il processo, costruendo un nuovo blocco che fa riferimento al blocco precedente. Questo nuovo miner dovrà quindi aver verificato la validità delle transazioni del blocco precedente. In tal modo, maggiore è il numero di blocchi aggiunti dopo quello contenente la transazione di Romeo, più questa viene ritenuta valida.
Cos’è il mining di Bitcoin? Come funziona?
Il processo di aggiunta di nuove transazioni alla blockchain di Bitcoin prende il nome di mining. E non è per nulla un lavoro semplice. I miner di Bitcoin utilizzano il metodo Proof-of-Work (PoW): i loro computer gareggiano con quelli degli altri a chi risolve per primo un problema matematico necessario a validare le transazioni.
I miner sono chiamati a generare un numero a 64 cifre esadecimali, denominato hash, minore o uguale all’hash da trovare. L’hash rate di Bitcoin indica il numero stimato di tentativi che i miner dovranno effettuare per generare l’hash corretto e validare il blocco corrente o qualsiasi altro blocco Bitcoin.
L’hash rate di Bitcoin è misurato in Hash al Secondo, o H/s. Per minare efficacemente, i miner hanno bisogno di una potenza di calcolo ancora maggiore, che si misura in Megahash al Secondo (MH/s), Gigahash al Secondo (GH/s) e Terahash al Secondo (TH/s).
L’algoritmo di Bitcoin premia i miner vincenti con dei bitcoin, in modo da incoraggiarli a continuare a risolvere i problemi matematici e tenere in vita l’intero sistema.
È fondamentale specificare che l’hash rate di Bitcoin non influisce sulla velocità di risoluzione di ciascun blocco. Il valore di difficoltà del mining di Bitcoin viene aumentato o diminuito ogni 2016 blocchi (circa 14 giorni) in maniera automatica dall’algoritmo, in modo che i blocchi vengano risolti in un lasso di tempo fisso medio di 10 minuti, chiamato block time.
Col passare del tempo il mining è diventato un’attività sempre meno redditizia, principalmente a causa dell’aumento dei costi per acquistare potenza computazionale e dell’elettricità.
Alla nascita di Bitcoin nel 2009, i miner ricevevano una ricompensa in bitcoin molto maggiore di quella odierna. Questo perché la ricompensa per aver minato un blocco viene dimezzata automaticamente ogni 210.000 blocchi, ovvero circa ogni 4 anni.
Per esempio, i primi blocchi minati nella storia di Bitcoin davano una ricompensa di 50 BTC. Nel 2012 di 25 BTC, nel 2016 di 12,5 BTC e nel 2020 di 6,25 BTC. Il prossimo processo di dimezzamento della ricompensa, denominato “halving”, è previsto per maggio 2024, e garantirà ai miner una ricompensa pari a 3,125 BTC.
Nell’anno 2140 si prevede che tutti i bitcoin disponibili – la supply totale è fissata a 21.000.000 di unità – verranno minati. I miner, dunque, non potendo più contare sulle ricompense derivanti dal mining di un blocco, avranno come unica fonte di guadagno le commissioni sulle transazioni presenti all’interno dei blocchi.
Cos'è un Bitcoin wallet? Come funziona?
Un wallet Bitcoin è un portachiavi digitale che custodisce bitcoin e altre criptovalute, come Ether (ETH). Come scritto precedentemente, un wallet tecnicamente conserva le chiavi private che danno accesso all’indirizzo (o chiave pubblica) dove risiedono i propri BTC e permette di effettuare le transazioni. Esistono 5 tipi di wallet Bitcoin: mobile, web, desktop, hardware e cartaceo.
I wallet Bitcoin non solo conservano le tue valute digitali, ma le proteggono con una chiave privata che permette l’utilizzo delle criptovalute a te e a chiunque tu l’abbia rivelata. Inoltre, un wallet ti consente di immagazzinare, inviare e ricevere diverse coin e token. Alcuni wallet gestiscono transazioni base, mentre altri includono l'accesso integrato ad applicazioni decentralizzate basate su blockchain, chiamate DApp.
Quando si acquista un wallet Bitcoin, ti verranno assegnate una coppia di chiavi privata e pubblica. La chiave privata è simile ad una password, e bisogna assolutamente evitare che venga scoperta e diffusa, in quanto chiunque ne entri in possesso ha la possibilità di accedere ai tuoi fondi e di spenderli a proprio piacimento. La chiave pubblica, invece, è simile ad un indirizzo email: può essere condivisa con chiunque voglia inviarti dei BTC.
Cos’è un exchange di Bitcoin? Come comprarli e venderli?
Un exchange di Bitcoin è un marketplace digitale dove i trader comprano e vendono BTC usando valute fiat o altcoin. Si tratta dunque di una piattaforma online che opera come intermediario tra venditori e acquirenti di bitcoin.
I trader possono acquistare e vendere BTC facendo un ordine a mercato o un ordine limite, proprio come accade in un exchange tradizionale per la compravendita di azioni. Per fare trading di BTC su un exchange, l’utente deve prima registrarsi nella piattaforma e superare una procedura per la verifica della propria identità (denominata Know Your Customer, o KYC). Solo dopo questi passaggi viene creato l’account dell’utente, che dovrà caricare dei soldi al suo interno per iniziare a fare attività di compravendita di bitcoin.
Ci sono però un po’ di cose che dovresti fare prima di iniziare ad investire in bitcoin, tra cui:
Per investire i tuoi fondi in Bitcoin, segui la nostra guida qui. Allo stesso modo, per riscuotere i tuoi investimenti in BTC, segui la nostra guida qui.
Bitcoin è anonimo?
Spesso Bitcoin viene associato al concetto di anonimato, in quanto questa criptovaluta può essere inviata e ricevuta senza la necessità di rivelare informazioni identificative personali. Nella realtà dei fatti, raggiungere un buon grado di anonimato può essere un’operazione difficile, se non irraggiungibile.
Inviare e ricevere bitcoin è simile alla pratica di pubblicare un testo utilizzando uno pseudonimo. Ma nell’istante in cui viene scoperto il vero nome dell’autore, pure l’anonimato viene meno e tutto ciò che egli ha scritto può essere ricondotto a quella determinata persona.
In Bitcoin, lo pseudonimo è l’indirizzo sul quale si ricevono i BTC. Tutte le transazioni effettuate su quell’indirizzo vengono registrate e salvate ogni volta sulla blockchain. Quindi, se mai si venisse a sapere che quell’indirizzo è di tua proprietà, chiunque potrà vedere tutte le transazioni che effettuerai in blockchain. Dunque, più che di anonimato, sarebbe più corretto parlare di pseudo-anonimato.
Vantaggi e svantaggi di Bitcoin
I vantaggi
Nessun governo ha il controllo sul network di Bitcoin. Ogni utente che vi partecipa è utile ai fini di garantire la salute e la corretta operatività del protocollo. Gli utenti hanno maggiore controllo sulle loro informazioni personali e sui loro dati finanziari rispetto agli individui che utilizzano infrastrutture finanziarie tradizionali, come le valute fiat o altri sistemi di pagamento digitale, ad esempio le carte di credito.
Inoltre, gli utilizzatori di criptovalute corrono meno rischi di furti d’identità rispetto ai sistemi tradizionali. Quando i truffatori hanno accesso a un numero sufficiente di informazioni sull'identità di una persona, come il nome, l'indirizzo di residenza o la data di nascita, possono commettere un furto di identità. Il rischio di furto d'identità con l'uso delle criptovalute è basso grazie alle chiavi private crittografiche, che nascondono l'identità dell'utente dietro l'indirizzo del wallet Bitcoin visibile pubblicamente.
L’hash rate del network di Bitcoin – che ricordiamo essere l’unità di misura della potenza di calcolo totale di tutti i computer che validano le transazioni all’interno della blockchain di Bitcoin – continua ad aumentare in maniera costante, garantendo un alto livello di affidabilità della rete.
Fortunatamente, è stata stabilita una maggiore sicurezza della rete e la blockchain Bitcoin è diventata più resistente contro la possibilità di un cosiddetto “attacco del 51%, garantendo la validità delle transazioni nella blockchain. Tuttavia, anche se remota, la minaccia di un attacco del 51% è sempre possibile: un simile attacco si verificherebbe nel caso in cui un singolo miner ottenere il controllo di oltre il 50% dell'hash rate. Se avvenisse, significherebbe che i miner in carica controllerebbero effettivamente il network di Bitcoin e la maggior parte delle transazioni all’interno di esso. I miner, dunque, potrebbero ostacolare la validazione e la registrazione delle transazioni sulla blockchain, cambiare l’ordine dello storico delle transazioni, impedire agli altri miner di svolgere la loro attività, e, infine, potrebbero fare uso del double-spending.
Una situazione di double-spending, ad esempio, consentirebbe ai miner di pagare qualcosa utilizzando criptovalute e poi annullare la transazione in un secondo momento. Ciò significa che i miner si terrebbero tutto ciò che hanno acquistato, oltre ai bitcoin utilizzati nella transazione, truffando così il venditore. Man mano che una blockchain cresce di dimensioni, tuttavia, diventa sempre più difficile per i miner disonesti attaccarla. D'altro canto, network più piccoli possono essere più vulnerabili a un attacco del genere.
Gli svantaggi
I governi potrebbero cercare di regolamentare, limitare o rendere illegale l’uso e la vendita di bitcoin, com’è già avvenuto in passato. Un altro aspetto è la volatilità di bitcoin, che rende le persone restie ad accettare BTC come forma di pagamento, temendo una riduzione del suo valore.
Bitcoin, sfortunatamente, è ancora utilizzato sia come metodo di pagamento per operazioni illegali, sia per il riciclaggio di denaro. D’altro canto però numerose istituzioni provenienti da tutto il mondo stanno affinando le loro competenze in ambito di sicurezza informatica, in modo da contrastare i crimini legati all’utilizzo delle criptovalute.
L’irreversibilità delle transazioni Bitcoin non è sempre un aspetto positivo. Nel caso di un attacco hacker, di una transazione sbagliata o di uno scambio fraudolento, questa caratteristica di Bitcoin può diventare un problema enorme.
Stando ad uno dei principi fondamentali della finanza moderna, tutto ciò che è elettronico deve anche essere reversibile. Se Bitcoin è veramente Internet applicato al denaro, allora dovrebbe avere anche un pulsante “indietro”. D’altra parte però l’irreversibilità delle transazioni permette anche di scongiurare diverse frodi. L’ideale sarebbe dunque che fosse previsto un pulsante per tornare indietro solo per intervenire al verificarsi di eventi sospetti. Per come stanno adesso le cose, se un hacker rubasse i tuoi BTC non saresti in grado di recuperare i fondi, proprio per la proprietà di irreversibilità delle transazioni.
Infine, la password del wallet Bitcoin non è in alcun modo recuperabile: se un utente la dimenticasse, non potrebbe più utilizzare i propri fondi.
Il futuro di Bitcoin
I prossimi 10 anni potrebbero essere estremamente importanti per la crescita di Bitcoin. Rivoluzione finanziaria a parte, ci sono alcuni aspetti dell’ecosistema Bitcoin a cui gli investitori dovrebbero prestare particolare attenzione. Al momento, Bitcoin è conteso tra l’essere una riserva di valore o un mezzo per effettuare transazioni.
Anche se i governi di tutto il mondo, come quello giapponese, hanno riconosciuto Bitcoin come un valido mezzo di pagamento, gli investitori istituzionali sono propensi a partecipare per trarre profitto dalla volatilità del suo prezzo. Tuttavia, i problemi di scalabilità e sicurezza hanno impedito a Bitcoin di diventare un mezzo di scambio realmente valido. Inoltre, le preoccupazioni relative alla sicurezza, alla custodia e all'efficienza del capitale rimangono una sfida che deve essere affrontata.
Dato che il settore è nuovo e non esiste un manuale di facile consultazione, fate le vostre ricerche e leggete articoli come: Cosa sono le criptovalute?, Cos'è la blockchain di Bitcoin?, Come minare Bitcoin?