Durante un'intervista al vertice di Singapore, il presidente della Commodity Futures Trading Commission (CFTC) degli Stati Uniti J. Christopher Giancarlo ha dichiarato che, per prosperare, le criptovalute hanno bisogno di un approccio "do no harm" (non nuocere) da parte delle autorità di regolamentazione.

Il presidente dell'ente ha fatto un paragone con i primi giorni della rete Internet, che secondo lui è riuscita a svilupparsi e a maturare perché l'intervento del governo è stato minimo:

"Lo stesso approccio andrebbe utilizzato per le criptovalute e per tutto ciò che ha a che fare con questa nuova rivoluzione digitale dei mercati, delle valute e delle asset class".

Ha inoltre fatto distinzione tra l'approccio a breve termine della CFTC per contrastare le attività illecita sui mercati cripto e le decisioni a lungo termine dell'agenzia sull'elaborazione delle politiche per la nascente industria:

"Quando si tratta di frodi e manipolazioni, dobbiamo essere forti. Quando si tratta di elaborare politiche, penso che dobbiamo essere più cauti, consapevoli e ben informati".

Il presidente ha anche respinto le accuse secondo cui la formazione del contesto normativo statunitense è stata troppo lenta, sottolineando che la CFTC aveva presieduto la "primissima" offerta regolamentata di future sul Bitcoin (BTC), lanciata a dicembre 2017 dagli exchange americani CME and CBOE.

I regolatori statunitensi hanno discusso a lungo sulla classificazione delle criptovalute e sulle agenzie responsabili della loro regolamentazione. Un'udienza tenutasi qualche mese fa ha cercato di riassumere le sfide poste dalle criptovalute, sottolineando che gli asset digitali fanno fatica ad entrare nei quadri normativi esistenti.