La National Bank of Canada - una delle maggiori banche commerciali del Paese - ha manifestato un sentimento ribassista nei confronti di Bitcoin (BTC) acquisendo il diritto di vendere una parte delle sue partecipazioni negli exchange-traded fund (ETF) Bitcoin.

Secondo un documento della Securities and Exchange Commission del 12 febbraio, la banca ha presentato un'opzione put per vendere oltre 1,3 milioni di dollari dell'ETF iShares Bitcoin Trust di BlackRock.

Il deposito mostra inoltre che al 31 dicembre 2024 la banca deteneva oltre 94,3 miliardi di dollari in partecipazioni totali in tutte le asset class.

L'operazione put della National Bank of Canada sulle partecipazioni nell'ETF Bitcoin giunge in un periodo di deflussi, in cui i mercati reagiscono alla guerra commerciale internazionale e all'incertezza macroeconomica, fuggendo dagli asset a rischio per passare a strumenti finanziari sicuri.

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Attività patrimoniale dettagliata della National Bank of Canada. Fonte: SEC

I mercati reagiscono all'incertezza macroeconomica - Bitcoin in stallo e sanguinante

I dati di Farside Investors mostrano che il 10 febbraio sono iniziati i deflussi dagli ETF Bitcoin, con oltre 183 milioni di dollari in liquidità ritirati dagli investitori.

I deflussi sono proseguiti l'11 febbraio, con 56,7 milioni di dollari, e sono saliti a 251 milioni di dollari il 12 febbraio. I deflussi dagli ETF Bitcoin sono proseguiti per il quarto giorno consecutivo il 13 febbraio, con oltre 156,8 milioni di dollari in uscita dagli ETF BTC.

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Flussi degli ETF Bitcoin. Fonte: Farside Investors

Di recente il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato una serie di dazi, a partire dalle tasse sulle importazioni di merci provenienti da Cina, Messico e Canada.

L'annuncio ha fatto scendere il prezzo di Bitcoin sotto i 100.000 $, dove è rimasto da quando i mercati hanno iniziato a digerire la notizia.

Dopo la prima serie di dazi, il Presidente degli Stati Uniti ha imposto una tariffa del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio e ha in programma di implementare ampie tariffe reciproche sui partner commerciali.

I dati del Consumer Price Index (CPI) pubblicati il 12 febbraio, più caldi del previsto, hanno fatto crollare il prezzo di Bitcoin al di sotto dei 95.000 $, dal momento che i mercati hanno reagito a un'impennata dell'inflazione.

Il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti ha riferito che nel gennaio 2025 l'inflazione ha raggiunto il 3%, lo 0,1% in più del previsto.

L'aumento dell'inflazione indica che è improbabile una riduzione dei tassi d'interesse a breve termine da parte della Federal Reserve per rallentare i prestiti e riportare l'inflazione all'obiettivo del 2%.

L'aumento dei tassi di solito è una cattiva notizia per i mercati, in quanto l'accesso al credito a basso costo, che alimenta l'acquisto di asset e sostiene i prezzi, si riduce.