Nike, multinazionale statunitense che produce calzature, abbigliamento e accessori sportivi, ha brevettato delle sneaker tokenizzate sulla blockchain di Ethereum, sotto forma di token non fungibile (NFT). Queste scarpe prendono il nome di CryptoKicks.

Nel brevetto, pubblicato nella giornata di ieri, si trova la descrizione dell’asset digitale per le scarpe prodotte dalla Nike e come questo potrà essere usato. Inoltre, attraverso un token Ethereum ERC721 o ERC1155, sarà possibile non solo autenticare ogni singola scarpa ma anche procederne all’acquisto.

Scarpe sulla blockchain

Dopo che il cliente ha acquistato la scarpa, il token corrispondente viene "sbloccato" collegando il codice di identificazione a 10 cifre della scarpa con il codice di identificazione del proprietario. Con l’implementazione della tecnologia blockchain, la Nike vuole garantire l'autenticità e combattere la contraffazione dei suoi prodotti. Ecco cosa viene descritto nel brevetto:

"I proprietari attuali e potenziali [...] possono acquistare e vendere asset digitali attraverso uno o più registri blockchain che operano sul sistema informatico decentralizzato. [...] A titolo esemplificativo e non esaustivo, un utente può acquistare un nuovo paio di sneaker molto ricercate da un fornitore verificato che può fornire informazioni sulla provenienza delle sneaker. [...]

Dopo aver ricevuta la scatola di scarpe contenti le sneaker, l'utente scansionerà il QR code presente sulla confezione attraverso un'app che egli avrà sul suo smartphone."

Per Nike la creazione di token è interessante anche per incrementare la vendita dei prodotti, poiché potrebbe garantire la verifica della scarsità delle sneaker in circolazione. Questo è quanto recita il brevetto: 

"Quando un consumatore acquista un paio di scarpe di cui è stata verificata l’autenticità, si potrà generare una rappresentazione digitale parallela che sarà collegata all’identità del consumatore e assegnata ad un token. In questo modo l’unione tra scarpa digitale e token genera un 'CryptoKick'."

Al momento della vendita, la proprietà del token è trasferita insieme al prodotto fisico. Il tutto verrebbe gestito da un'app dedicata, con l’obiettivo di accrescere anche il brand engagement dell’azienda.

"Allevare" scarpe sulla blockchain

Il brevetto prende in prestito alcune idee già utilizzate nel popolare gioco “CryptoKitties”, che consentiva agli utenti di acquistare, collezionare, allevare e vendere gatti virtuali. Più precisamente, il brevetto suggerisce che le scarpe possono essere "allevate":

"Utilizzando asset digitali, l'acquirente è abilitato a scambiare o vendere in modo sicuro sia le sneaker realmente prodotta che quella digitale. Quest’ultima può anche essere conservata in un wallet o altri digital blockchain locker. L’utente può combinare o 'allevare' la scarpa digitale con un'altra per creare una 'progenie di sneaker' e, nel rispetto delle regole sulla producibilità, dare vita ad un nuovo e tangibile paio di scarpe personalizzato."

Con il passare del tempo la blockchain sta diventando sempre più matura, e le grandi aziende cominciano ad implementarla per i loro prodotti e servizi. La Cina, secondo quanto dicono gli esperti, risulta essere il primo paese che sta realmente implementando questa tecnologia nella sua economia, superando anche gli Stati Uniti.