E come far sentire gli investitori più sicuri?

Un'opzione di rimborso investimenti potrebbe essere d'aiuto.

Quello che fanno solitamente le ICO per dare sicurezza all'investitore è fare in modo che il team investa la propria porzione di token per un certo periodo oltre il termine della ICO. In altre parole, solitamente al team non è permesso vendere (dump) i propri token per un certo lasso di tempo, onde evitare paure o sospetti di aggiotaggio. Gli investitori tradizionali desiderano più sicurezza negli investimenti, ed una maniera per accontentarli è organizzando gli ICO token in modo tale che gli utenti possano essere rimborsati dei loro investimenti qualora alcune tappe del progetto non venissero raggiunte entro un certo periodo. Tutto questo può essere ottenuto tramite un codice di programmazione che assicura che i possessori di azioni possano votare l'avanzamento dell'impresa al termine della ICO. Questo codice, disponibile su GitHub, rende possibili le raccolte fondi solo una volta raggiunti certi obiettivi.

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Ci sono altri modi?

Ammettiamolo: per quanto riguarda gli investimenti di capitale tradizionali, alla maggior parte delle persone manca l'abilità e l'accesso alle informazioni necessari ad investire in maniera proficua.

Tale mancanza di abilità e accesso alle informazioni si aggrava quando si parla di investimenti nelle Blockchain. È di prioritaria importanza quindi dare vita a fondi comuni e fondi speculativi che aiutino gli investitori con carenza di tempo, esperienza e dati ad ottimizzare i propri investimenti. I fondi devono godere di una buona reputazione perché gli investitori credono che a occuparsene debbano essere i professionisti, i quali comprendono il funzionamento del mercato e possiedono un maggior numero di informazioni a propria disposizione. Dato che i fondi hanno anche i propri interessi in gioco, nel senso che il loro guadagno è direttamente proporzionale al rendimento del fondo, gli investitori si sentono un po' più sicuri.

Esistono già fondi di criptovalute che cercano di infondere maggiore sicurezza nel mondo dei cripto-investimenti, ma presentano ancora parecchi dettagli da sistemare per incrementare maggiormente la fiducia degli investitori. Ad esempio, il team che ha in cura la gestione del progetto di solito possiede una porzione dei token del fondo di investimento. Si tratta di un grave inconveniente per un'industria che proprio in questo momento sta lottando con forti problemi di credibilità, poiché crea la paura che i fondatori abbiano interesse a fare soldi solo per sè. Swissborg cerca di rispondere a questo chiaro bisogno di trasparenza distribuendo tutti i suoi token al proprio network. In altre parole, il team di gestione guadagna in allocazioni di token, rendendo dunque il fondo più trasparente.

È possibile cambiare la situazione?

Potrebbe esserci un modo.

Il modo più semplice di spiegare il concetto alla base di una ICO è di paragonarla a una Initial Public Offering, o IPO. Diversamente da una IPO, però, una ICO non conferisce necessariamente diritti di proprietà agli acquirenti di token. In pratica, mentre comprare una porzione di una compagnia durante una IPO significa possedere a tutti gli effetti una parte dell'azienda, comprare un token durante una ICO non dà alcun diritto decisionale o di proprietà. In definitiva, si può affermare che per le startup operanti nell'industria delle Blockchain non esiste una procedura ben definita per distribuire i propri profitti tra i detentori di token. Nella maggior parte dei casi, la ICO è un invito a investire il proprio denaro in un'idea, nella speranza che venga realizzata e che, di conseguenza, sia la richiesta che il valore dei token aumenti in futuro.

Le strutture aziendali come le conosciamo oggi verranno modificate in DAO, strutture aventi come obiettivo fornire un nuovo modello di business decentralizzato per imprenditori. Sapendo che gli investitori tradizionali sono già abituati a investire in una azienda per acquisirne delle azioni, la sfida diventa allora aiutarli a comprendere meglio il passaggio da DAO a token. Questo è esattamente ciò che sta cercando di fare Swissborn. Con un token come CHSB, i detentori attivi di token possono partecipare ai referendum per ricevere una porzione degli introiti generati dal DAO.

Perché gli investitori tradizionali non investono molto in progetti di ICO?

Il problema è questo.

Dal 16 ottobre 2017 ad oggi, circa 228 startup operanti nel campo delle Blockchain hanno raccolto complessivamente la bellezza di oltre 3,6 miliardi di dollari; tuttavia una grossa percentuale di queste ICO è servita a finanziare compagnie ancora non avviate. Tutto ciò che gran parte di questi progetti possono offrire è un whitepaper ed un sito generico, e in alcuni casi qualche consulente di alto profilo. Il fatto che le persone siano disposte a investire in tali opportunità dimostra dunque un celato interesse da parte degli investori del 21° secolo per investimenti che propongano imparzialità, maggiore trasparenza e accessibilità.

In un'industria che ancora manca di regolamentazioni, per lo più perché promuove l'utilizzo di criptovalute (anch'esse non regolate), investire in un progetto basandosi unicamente sulle promesse dei suoi ideatori è estremamente rischioso. Con l'attuale struttura di raccolta fondi basata su whitepaper, risulta difficile sdoganare gli investimenti basati su Blockchain. Persino il co-creatore di Ethereum crede che il 90% dei progetti di ICO sia destinato a fallire. In generale gli investitori vogliono sapere in cosa stanno investendo, avere una prova certa che il progetto abbia buone possibilità di avere successo nel lungo termine, e avere più garanzie su come vengono effettivamente usati i fondi investiti.

Per migliorare la reputazione pubblica delle ICO occorre quindi ripensare al modo in cui oggi vengono effettuate e modificarle tenendo in considerazione il parere dei clienti.