Secondo i dati di IntoTheBlock, la quantità di Bitcoin (BTC) detenuta dai miner è scesa al livello più bassi degli ultimi 14 anni. Il 19 giugno, le riserve dei miner sono scese a 1,9 milioni di BTC; all'inizio dell'anno, possedevano circa 1,95 BTC.
Secondo Lucas Outumuro, responsabile della ricerca di IntoTheBlock, è normale che la quantità di BTC detenuta dai miner diminuisca nel corso del tempo: dato che l'halving dimezza i margini di profitto, sono più propensi a vendere le loro riserve. "Detto ciò, storicamente questo fenomeno si è verificato a un ritmo relativamente lento, quindi non ha rappresentato una forte pressione di vendita," ha spiegato Outumuro.
Nel meccanismo di consenso Proof-of-Work di Bitcoin, i miner vengono ricompensati con nuovi BTC per la convalida delle transazioni e la sicurezza della rete. Pertanto, con "riserve dei miner" si intendono i BTC estratti e mai spostati verso nuovi wallet. Ogni quattro anni circa, la sovvenzione per il mining viene dimezzata.
L'ultimo evento di halving, avvenuto il 20 aprile 2024, ha ridotto le ricompense per il mining da 6,25 a 3,125 BTC. Nonostante la riduzione delle entrate, le riserve dei miner – se misurate nel loro valore in USD – si aggirano intorno al massimo storico di circa 135 miliardi di dollari. In altre parole i miner detengono una quantità minore di BTC, ma il valore della singola moneta è molto più alto rispetto al passato.
Sascha Grumbach, CEO di Green Mining DAO, ha a tal proposito commentato:
"Sembra che i miner abbiano imparato dai cicli precedenti. Sono finiti i giorni in cui esageravano con la leva finanziaria, oppure continuavano a detenere una quantità eccessiva di BTC: una strategia che in passato si è ritorta contro di loro. [...]
L'attenzione dei miner sembra essere rivolta alla stabilità finanziaria a breve termine piuttosto che all'accumulo su larga scala di BTC a lungo termine. In altre parole, avere meno Bitcoin è normale nella fase di mercato in cui ci troviamo."