Il 31 gennaio è stato caratterizzato da un'azione nervosa dei prezzi che ha portato Bitcoin (BTC) a scambiare i profitti rialzisti con il ribasso.

Liquidati 46 milioni di dollari in posizioni long
I dati di Cointelegraph Markets Pro e TradingView hanno mostrato un BTC/USD meno fiducioso, riportando che nella notte la coppia è scesa a poco più di 22.500$ su Bitstamp.
In seguito, la coppia ha superato i 23.000 $ come resistenza a breve termine e, al momento della stesura del presente articolo, è ancora al di sotto di tale livello.
Con la chiusura mensile a poche ore di distanza, la posta in gioco rimane alta sia per i trader long che per quelli short. Alla chiusura del mese seguiranno le decisioni sui tassi d'interesse della Federal Reserve degli Stati Uniti il 1° febbraio e della Banca Centrale Europea (BCE) il giorno successivo.
In attesa della volatilità, le liquidazioni sono aumentate nonostante Bitcoin abbia mantenuto un trading range piuttosto stretto.
Il 30 gennaio, il passaggio a 22.500$ ha causato 46 milioni di dollari di liquidazioni long, che secondo i dati di Coinglass è il totale giornaliero più alto del 2023.

Ulteriori dati provenienti da Material Indicators, risorsa analitica on-chain, hanno evidenziato la situazione tesa dell'order book di Binance.
La liquidità di domanda e offerta si è mantenuta in movimento, con spostamenti incrementali verso l'alto e verso il basso che hanno avuto un impatto tangibile sulla traiettoria del prezzo di BTC. L'offerta appena sotto i 22.000 $ e la domanda a 24.000 $ hanno tenuto sotto controllo BTC/USD.

"Vale la pena sottolineare che questo è lo stesso blocco di offerte che ha spinto il prezzo del BTC per settimane e, poiché è incline a muoversi, potrebbe finire per rafforzarsi", ha commentato Material Indicators in un thread su Twitter il 30 gennaio.
Inoltre, secondo le analisi, la posizione della liquidità "non è una coincidenza", indicando il vecchio massimo storico del Bitcoin del 2017 come "ultima zona di supporto" nel caso in cui i livelli attuali non dovessero reggere.

I trader cripto arginano l'afflusso di "liquidità"
All'apertura della settimana a Wall Street si erano già moltiplicati i catalizzatori per un calo del Bitcoin e delle altcoin.
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Il 30 gennaio i titoli azionari statunitensi hanno perso terreno, a causa del nervosismo del mercato nei confronti della Fed, che si è manifestato con una diminuzione della propensione al rischio.
Questo fenomeno è stato evidente anche negli exchange cripto, visto che i depositi di stablecoin si sono ridotti, diminuendo quella che un analista ha definito "dry powder" (liquidità) disponibile per gli investimenti in criptoasset.
"In questo momento c'è una correlazione negativa tra prezzo e depositi di stablecoin. Naturalmente questo non è l'unico indicatore che dobbiamo controllare, ma la riunione della Fed si terrà entro questa settimana e anche noi vediamo questa correlazione negativa", ha riassunto Kripto Mevsimi, collaboratore della piattaforma di analisi on-chain CryptoQuant.
" Possiamo aspettarci un'alta volatilità nel corso di questa settimana, ma dobbiamo essere prudenti perché non c'è più molta liquidità in arrivo negli exchange."
Un grafico di accompagnamento ha mostrato una divergenza nei depositi di stablecoin rispetto alla crescita di BTC/USD nella seconda metà di gennaio.

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