Secondo una nuova indagine, Bitcoin (BTC) potrebbe diventare uno dei primi tre asset in caso di un ipotetico default del debito negli Stati Uniti.

In vista dell'incontro previsto per il 16 Maggio tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il Congresso per discutere il tetto del debito degli Stati Uniti, gli investitori stanno cercando coperture per proteggere i loro risparmi in caso di default.

Come suggerisce l'ultimo sondaggio Markets Live Pulse di Bloomberg, Oro, Titoli del Tesoro USA e Bitcoin sarebbero i primi tre asset nel caso in cui gli Stati Uniti non riescano ad aumentare il proprio tetto del debito e vadano quindi in default. L'indagine è stata condotta dall' 8 al 12 Maggio e ha coinvolto un totale di 637 intervistati, tra cui investitori professionisti e retail.

Più del 50% dei professionisti finanziari comprerebbe oro se il governo degli Stati Uniti non riuscisse ad evitare il default del debito. I Titoli del Tesoro degli Stati Uniti sono al secondo posto, mentre Bitcoin è la terza alternativa più popolare per gli investitori retail.

Dati dal sondaggio Markets Live Pulse di Bloomberg. Fonte: Bloomberg

Questo rende Bitcoin una scelta più popolare rispetto al dollaro americano, allo yen giapponese o al franco svizzero. Secondo i dati del sondaggio, circa l'8% dei partecipanti come investitori professionali e l'11% dei partecipanti come investitori retail ha dichiarato di essere più propensi ad acquistare Bitcoin.

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Il sondaggio arriva in un momento in cui i mercati sono sempre più nervosi riguardo il tetto del debito USA. All'inizio di Maggio, la Segretaria del Tesoro Janet Yellen ha avvertito che gli Stati Uniti rischiano un catastrofico default già dal 1° Giugno se il tetto del debito non viene sospeso o aumentato. Successivamente il presidente Biden ha dichiarato che il "mondo intero" sarebbe in difficoltà se gli Stati Uniti non fossero in grado di onorare il proprio debito.

Secondo il sondaggio di Bloomberg, quasi il 60% dei partecipanti ha dichiarato che questa volta i rischi sono maggiori rispetto al 2011. Il 41% dei partecipanti ritiene inoltre che un default rappresenti una minaccia diretta al dollaro statunitense come valuta di riserva globale primaria.