Secondo il fondatore di BitMEX Arthur Hayes, la risposta della Cina ai pesanti dazi commerciali americani potrebbe provocare una fuga di capitali verso Bitcoin e le crypto.

“Se non la Fed [Federal Reserve], allora la PBOC [People's Bank of China] ci darà gli ingredienti per lo Yahtzee”, ha dichiarato Hayes su X l'8 aprile in riferimento al catalizzatore necessario per far ripartire la bull run del mercato crypto.

Hayes ha affermato che se la banca centrale cinese svalutasse la sua valuta, lo yuan, la “narrativa [è] che la fuga di capitali cinesi si riverserà su Bitcoin”, aggiungendo che “ha funzionato nel 2013, nel 2015 e può funzionare nel 2025”. 

Il cofondatore e CEO di Bybit, Ben Zhou, ha affermato che la Cina cercherà di "abbassare" lo yuan per contrastare i dazi, aggiungendo che storicamente, ogni volta che lo yuan scende, “molti capitali cinesi confluiscono in BTC”, il che è positivo per Bitcoin (BTC).

Dal 2022 lo yuan si è indebolito nei confronti del "biglietto verde". Fonte. Google Finance

La Cina ha svalutato lo yuan di quasi il 2% rispetto al dollaro USA, che nell'agosto 2015 ha registrato il più grande calo giornaliero degli ultimi decenni. In quel periodo Bitcoin ha registrato un aumento dell'interesse, anche se la relazione causale diretta è controversa.

Quando lo yuan è sceso al di sotto del rapporto simbolico di 7:1 rispetto al dollaro USA nell'agosto 2019, anche Bitcoin ha registrato un aumento di prezzo nello stesso periodo. Alcuni analisti hanno suggerito che gli investitori cinesi stessero usando Bitcoin come copertura, dato che l'asset è balzato del 20% nella prima settimana di quel mese. 

Nel 2019, il crypto asset manager Grayscale ha rilevato il deprezzamento dello yuan cinese considerandolo un fattore che ha stimolato il mercato Bitcoin in quel periodo. 

Evitare i controlli valutari e preservare il patrimonio

Secondo gli analisti, in passato i cittadini cinesi più ricchi potrebbero aver utilizzato le crypto per preservare la loro ricchezza, spostarla al di fuori della portata del governo ed evitare i controlli sui capitali e le restrizioni all'interno del Paese. 

Si ritiene inoltre che la svalutazione della moneta danneggi la fiducia nelle banche centrali e nella gestione finanziaria del governo, spingendo i cittadini verso alternative decentralizzate come Bitcoin.

Il 7 aprile, il Presidente degli Stati Uniti ha promesso di aumentare le tariffe contro la Cina, che ha risposto dichiarando che “combatterà fino alla fine”.

“Se gli Stati Uniti attueranno un'escalation di misure tariffarie, la Cina adotterà risolutamente contromisure per difendere i propri interessi”, ha dichiarato il Ministero del Commercio cinese in un comunicato.