Il virus COVID-19, conosciuto più comunemente con il nome di coronavirus, continua a diffondersi in tutto il mondo. La notizia della propagazione del virus in Italia ha danneggiato sia i mercati tradizionali che quelli delle criptovalute, portando ad una contrazione del prezzo di Bitcoin di circa il 3%.

Anche gli exchange si stanno preparando ad un eventuale contagio di massa: Brian Armstrong, CEO di Coinbase, ha pubblicato un documento che descrive in maniera dettagliata come l'azienda affronterà il problema.

In particolare Coinbase sta preparando una risposta, suddivisa in tre livelli, alla minaccia del COVID-19. Le varie fasi del piano verranno innescate in base al numero di persone infette o ad eventuali quarantene in prossimità degli uffici di Coinbase.

Risposta di Coinbase suddivisa in tre fasi

Se verranno confermati più di 100 casi di persone infette, entrerà in vigore la Fase 1. In questo caso Coinbase apporterà modifiche soltanto minori: incrementerà la frequenza delle pulizie dei propri uffici e limiterà i visitatori soltanto al personale essenziale. Offrirà inoltre ai dipendenti la possibilità di lavorare da casa.

La Fase 2 verrà implementata nel caso in cui venissero confermati almeno 1000 casi o se il governo dovesse imporre una quarantena. In tal caso Coinbase non consentirebbe alcun visitatore esterno nei propri uffici e non offrirebbe più pasti in loco.

La spiegazione della Fase 3 viene introdotta con la seguente frase: "L'isolamento è fallito, la situazione è seria". In questo caso tutti i dipendenti di Coinbase dovrebbero lavorare da casa e verrebbero richiesti i servizi di un'azienda di terze parti per sanificare gli uffici. L'accesso alle sedi di Coinbase verrebbe di fatto bloccato.

Dove verranno implementate queste misure?

L'exchange di criptovalute attualmente possiede uffici nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Giappone e in Irlanda. La Fase 1 è già attiva in Giappone.

Coinbase ha inoltre vietato tutti i viaggi di lavoro diretti in Italia, Cina, Hong Kong, Giappone e Corea del Sud. Armstrong è certo che, grazie a queste misure, il rischio di contagio per i dipendenti sia relativamente basso:

"La nostra aspettativa è che il tasso di mortalità scenderà significativamente, una volta che anche i casi poco gravi verranno inclusi nel conteggio complessivo. Inoltre in Occidente, dove sono presenti meno situazioni abitative multi-generazionali ad alta densità, la trasmissione del virus rimarrà limitata."