Per un momento, sembrava che il porno potesse salvare le crypto

Era l’aprile del 2018, e le pornostar Brigitte B e Alix Lynx guidavano una Lamborghini per la Silicon Valley, seguite da altre macchine di lusso, per una campagna pubblicitaria di Pornhub: il famoso sito porno aveva deciso di accettare pagamenti con la criptovalute Verge.

Sulle macchine campeggiava lo slogan “il futuro è arrivato” e la partnership attirava l’attenzione dei media di tutto il mondo. Un video dell’evento diceva: “Un giorno racconterai ai tuoi nipotini questo momento storico: 17 aprile 2018; il giorno in cui tutto cambiò.

L’opportunità sembrava enorme. Le stime variano notevolmente, ma l’industria del porno vale ogni anno tra i 6 ed i 97 miliardi di dollari: molti sostengono addirittura che il settore sia più profittevole di Hollywood.

Pornhub è il re del porno online, con 92 milioni di visitatori giornalieri e 33,5 miliardi di visualizzazioni ai video nel solo 2018. Il prezzo di Verge schizzò alle stelle dopo l’annuncio.

Corey Price, vicepresidente della società, prevedeva un brillante futuro: “La storia ha provato che l’industria dell’intrattenimento per adulti ha un ruolo fondamentale nell’adozione delle tecnologie innovative. È successo con i VHS, con Beta Max, con i pagamenti con carta di credito e, più di recente, con i visori VR. A breve ci aspettiamo un’implementazione massiccia delle crypto e della blockchain.

Tutto ciò non è accaduto. Dopo più di due anni, Pornhub sostiene che i pagamenti crypto non hanno fatto significativi passi avanti, ed ammontano ancora all’1% del totale.

Una pornostar sostiene che le crypto non portano grandi vantaggi… finora

La performer Allie Eve Knox è una delle principali testimonial dell’uso delle criptovalute nel porno. Ha iniziato ad accettare pagamenti in Bitcoin nel 2014 e con tali profitti ha comprato la casa dei suoi sogni, ma sostiene che i conti non tornano ancora. Ha infatti dichiarato:

“Ipotizziamo che l’1% delle persone utilizza le crypto: beh, forse il 3% di quell’1% paga per il porno. Quindi il mio mercato è rappresentato solo da uno sparuto gruppo di persone a Venice Beach?”

Comprare porno sembrava un caso d’uso perfetto per le crypto, dato che ci sono una serie di vantaggi rispetto ai sistemi mainstream. Nonostante la diffusa credenza che “nessuno paga per il porno”, alcuni studi sembrano suggerire che in realtà un uomo su dieci lo faccia.

Le criptovalute offrono transazioni private, istantanee e a basso costo; inoltre, non lasciano tracce imbarazzanti sugli estratti conto.

Anche le imprese del settore sono interessate al mondo crypto, dato che sia Mastercard che Visa le classificano come “società ad alto rischio” e quindi applicano commissioni molto alte, tra il 5 ed il 19%.

Inoltre, c’è il problema del chargeback, ovvero quando un utente decide di chiedere un rimborso direttamente alla società di pagamento: in questo caso i gestori dei sistemi di pagamento richiedono tra il 5 ed il 10% all’affiliato, e ciò erode ulteriormente i profitti.

Per non dire di chi non riesce nemmeno a stringere un accordo con una società di pagamento o non ne viene estromesso improvvisamente.

Survivors Against SESTA ha formulato un elenco di 32 servizi finanziari che discriminano le persone che lavorano nel settore del porno o dell’intrattenimento per adulti, tra cui PayPal, Venmo e TransferWise.

Certamente i timori dei gestori riguardo attività di sfruttamento dei performer sono fondati, ma tutto ciò, alla fine, costringe chi si esibisce via cam a stringere accordi con portali molto grandi che accettano pagamenti, ma che richiedono in cambio tra il 20 ed il 50% dei loro incassi.

Nel corso degli anni nel settore del porno sono stati lanciati moltissimi token, tra cui Titcoin, Jizzcoin, Bitcoin Adult, Bunny Coin, Sexcoin, Pinkcoin, WankCoin, Model-X coin e Kencoin.
Alcuni di essi avevano caratteristiche molto interessanti, ad esempio il Vice Industry Token di Global Blockchain Technology: questo token prometteva di retribuire gli utenti per guardare porno, ma la società è rimasta invischiato in una dura battaglia legale con Playboy Enterprise.

La maggior parte di questi progetti è sparita o ha cambiato focus, e la grande maggioranza di quelli ancora attivi ha un market cap inferiore al milione di dollari.

I token per pagare porno

I token per pagare porno

Intimate.io è un progetto di questo tipo: una campagna pubblicitaria in pompa magna lo ha portato ai massimi storici. Appena diciotto mesi fa, dirigenti della società giravano il mondo in prima classe, twittando foto dalle piscine degli hotel di Hollywood mentre facevano feste con alcune pornostar. Ad un evento, Joe Lubin di Ethereum disse al chief marketing officer della società che riteneva che Intimate.io in futuro potesse valere un miliardo di dollari.

La società riuscì addirittura ad integrare il proprio gateway di pagamento crypto sul sito di vibratori Smilemakers prima che le cose prendessero una brutta piega, costringendo l’impresa ad annullare il progetto di installare la tecnologia su altri 47 siti partner, tra cui Sexpo, ClubX, Rendevu e l’associazione Eros.

Intimate token (ITM) da allora è stato rimosso dall’unico exchange ove era possibile scambiarlo, Bittrex. Molte delle problematiche affrontate dal progetto non riguardano solo il porno: con il white paper hanno ingenerato enormi aspettative nel pubblico, ma hanno finito i soldi prima di poterle portare a compimento (in parte anche a causa del crypto winter).

Il CEO Reuben Coppa ha dichiarato che anche dopo essersi spostati alle Filippine per risparmiare sui costi, i numeri fatti registrare delle crypto sui siti per adulti non sono ancora sufficienti per un business solido. Coppa ha dichiarato: “Promettevamo di chiedere solo l’1% sulle transazioni in crypto, ma solo per andare in break even avremmo avuto bisogno di processare 3 milioni di dollari in transazioni al mese.”

Anche gli utenti hanno affrontato problemi: la scarsa dimestichezza nelle procedure di acquisto delle crypto, nonché nell’utilizzo di wallet ed exchange, può rappresentare una barriera all’entrata, per non parlare di ulteriori costi addizionali.

Coppa sostiene che “parliamo almeno del 4-5% di fee e la maggior parte degli exchange richiede l’upload del passaporto o della carta d’identità, quindi nonostante i grandi benefici delle crypto in termini di anonimato e di velocità della transazioni [...] vengono ridotti se per la maggior parte delle persone che vengono dalle fiat le commissioni sono enormi e la user experience è tremenda.

Nonostante questo, Coppa ritiene che il porno sia un settore che potrebbe avvantaggiarsi delle crypto, i problemi derivano solo dall’interazione con l’attuale sistema finanziario e regolatorio. Al momento, però, il numero di utenti non è ancora sufficiente per sostenere una singola società:

“Semplicemente, non posso più sostenere che questo sia un caso d’uso concreto e non penso che un investitore sensato possa vederla in questo modo [...] a meno di essere super long sull’adozione delle crypto.”

Ironicamente, Intimate ha iniziato ad offrire servizi di pagamento crypto solo per generare profitti, ma ora Coppa ha affermato di aver rivalutato la strategia originale del token Intimate: utilizzare la blockchain per fornire privacy ed autenticazione.

I partner sessuali possono identificarsi ma rimanere anonimi

Viene chiamato “pseudo-anonimato”. Su un sito di incontri per adulti, ad esempio, entrambi gli utenti potrebbero voler rimanere anonimi, ma anche essere sicuri che la persona con cui si vedranno non è un malintenzionato con chissà quale malattia sessualmente trasmissibile.

La Blockchain permette agli utenti di mantenere la propria privacy pur ricevendo feedback dagli utenti con cui interagiscono, sviluppando una reputazione da esprimere con un punteggio.
Potrebbe aiutare molto anche le escort, che al momento devono basarsi su una telefonata o sul tono di un messaggio per valutare se un cliente è sicuro o no. Coppa sostiene di aver lavorato con Toda.network allo sviluppo di questa tecnologia:

“In generale apprezzano la tecnologia, ma ritengono che nel settore dell’intrattenimento per adulti possa essere un caso d’uso concreto.”

Un altro progetto che ha attirato attenzioni dei media inversamente proporzionali ai suoi effettivi ricavi è Spankchain. Formalmente l’impresa è ancora attiva, ma il suo sito di cam Spank.live è stato chiuso ad ottobre.

Fondata da “Spanktoshi Nakabooty”, la società ha creato un token chiamato Spank che gli utenti possono depositare nella “SpankBank” ed ottenere tramite staking la stablecoin Booty, che può essere spesa sul sito.

Oltre che per il suo senso dell’umorismo, i performer hanno apprezzato molto Spank.live in quanto richiedeva solo il 5% di commissioni, invece del 50%: più di 600 intrattenitori si sono iscritti.

Allie Awesome utilizza ancora la DApp del sito, CryptoTitties, per accettare pagamenti crypto dai suoi clienti sul suo wallet MetaMask. Con il nome di “BeatrixKiddo”, ha raccolto 735,5 Ethereum finora.

Allie ha dichiarato: “Posso tenere per me il 100% dei pagamenti usando CryptoTitties, invece che versarne almeno il 20% ai fornitori di pagamenti fiat.

Nonostante possegga una piccola fortuna in criptovalute con questo sistema, Awesome sostiene che pochi altri modelli o clienti lo conoscono:

“È molto difficile farlo utilizzare dagli utenti non crypto. La maggioranza dei miei clienti non le usano e non hanno intenzione di iniziare a farlo.”

Un’altra performer, Rogan Damiana, ha deciso di entrare in questo settore dopo aver visto una presentazione online di Intimate.io, ma Spank.live è stato il primo sito in cui si è esibita. Damiana ha detto:

“Il 50% di quanto incassavo era in crypto. È stato un peccato che il sito non abbia funzionato, ma mi ha insegnato molto sulle criptovalute. Ora utilizzo altre piattaforme, che richiedono ben altre commissioni.”

Nonostante Spank.live fosse stato costruito interamente intorno ai pagamenti crypto, Damiana sostiene che solo il 5% dei nuovi arrivati si convincevano ad aprire il loro primo wallet.

Comprare crypto è una scocciatura per “i vecchi”

Il porno è popolare in ogni fascia di età, ma gli utenti che acquistano contenuti a pagamento tendono ad essere più anziani e più conservatori nel loro approccio alla tecnologia.

Knox, Spankchain ambassador, ha dichiarato che al momento le crypto non sono affatto user friendly:

“Stiamo parlando di vecchi che cercano di divertirsi, ma viene chiesto loro di fare tutto il procedimento di creazione del wallet, salvare una seed phrase, comprare le crypto, spostarle nel wallet [...] non ha lo stesso appeal di 'ok, ora compro un porno in 15 minuti e mi diverto'.

È un processo di due giorni, con 25 passaggi. Gli unici ad utilizzare le criptovalute erano gli utenti che le avevano già. Non stavamo convertendo utenti né stavamo creando nuovo traffico. Non c’erano nuovi utenti crypto.”

Prima che il sito chiudesse, nel mese di ottobre scorso, i ricavi oscillavano tra i 10.000 ed i 15.000$ al mese.

Alcuni sperano di riportarlo in vita, ma per ora Spankchain si sta concentrando sul proprio gateway di pagamenti SpankPay.

Inoltre, la società ha anche lanciato un wallet per performer e sta progettando una carta di debito che converta direttamente le crypto in fiat. Knox ha detto:

“La nostra sfida più importante è che alle modelle non frega assolutamente nulla della tecnologia. Vogliono premere un pulsante ed avere i propri soldi. Con questa idea vogliamo risolvere questo problema.”

Dominic Ford è stato il primo “integration partner” di SpankPay, nello scorso anno. Fa parte del settore da 12 anni ed è attivo sul sito dominicford.com, uno dei primi siti porno gay ad accettare Bitcoin quasi dieci anni fa.

Ford ha dichiarato:

“Era una cosa nuova e divertente da provare e all’epoca pensai che sarebbe stata più popolare nel mondo del porno che in generale. In pochi però l’hanno utilizzato.”

Ford quindi rimosse Bitcoin dal sito, ma quando ha creato la sua pagina su JustForFans, una piattaforma a metà tra il social network e il sito porno, ha ripreso ad accettare pagamenti crypto, prima tramite Coinbase e ora con SpankPay.

In particolare, Ford apprezza le basse fee (0,5%) e la mancanza di chargeback: “Vorrei potessimo accettare solo crypto, ma non è realistico al momento.

Sfortunatamente, i suoi clienti non vedono di buon occhio le criptovalute quanto lui. Esattamente come Pornhub, stima che al massimo l’1% dei pagamenti siano svolti con le crypto.

Ford, però, ha trovato un altro caso d’uso per le valute digitali: pagare i suoi modelli. Dei circa 9.000 presenti sul sito, retribuisce 550 di loro con le criptovalute, principalmente per evitare di pagare fee bancarie sui pagamenti internazionali.

Ad esempio, invece di pagare 15$ per trasferire del denaro tramite una banca ad un modello canadese, semplicemente invia dei Bitcoin al suo wallet ShakePay. Ford sostiene che “servizi come ShakePay ci permettono di pagare in BTC e poi chi riceve la somma può trasferirla alla propria banca senza costi. Quindi, nel mercato canadese, le crypto ci stanno aiutando a far arrivare ai nostri modelli dei pagamenti bancari con costi inferiori.”

Ford si dice favorevolmente colpito dal potenziale dell’ecosistema e ritiene che in questo modo si possa costruire “un’intera infrastruttura per rendere più semplici i pagamenti internazionali. Questo sistema avrà alla propria base le crypto ma al momento del pagamento verranno trasferite le valute locali. Speriamo che possa diventare operativo nei prossimi mesi”.

Persino Pornhub è stato costretto a pagare alcuni dei suoi 100.000 modelli con le crypto, dopo che PayPal ha unilateralmente deciso di estrometterli dal servizio, sostenendo che la società avesse processato pagamenti “senza autorizzazione”.

Corey Price, Vice Presidente di Pornhub, ha dichiarato:

“Avere PayPal come opzione di pagamento ha aiutato a retribuire migliaia di sex worker sul nostro sito, e quindi la loro mossa è stata devastante per noi. Abbiamo registrato un notevole aumento dei pagamenti con Verge, il che ci ha spinto ad aggiungere anche Tether alle nostre modalità di retribuzione sex worker-friendly.”

Price sostiene che circa il 10% dei modelli sono attualmente pagati in criptovalute, ed il resto riceve depositi diretti, assegni o altre forme di trasferimento di denaro.

Ciò premesso, non c’è stato un aumento del numero di utenti che pagano con le crypto: secondo Price, “la percentuale è rimasta abbastanza stabile sin da quando le abbiamo introdotte”.

Ma questo potrebbe finalmente cambiare, ora che sta per partire la tanto attesa partnership con la startup di pagamenti PumaPay.

PumaPay procede lentamente, ma ce la farà? 

Originariamente annunciato nell’agosto 2018, la soluzione di pagamento dell’imprese cipriota è stata lanciata su Pornhub Premium nel mese di marzo: dovrebbero seguire a breve le integrazioni con YouPorn Premium e RedTube Premium. Il team non ha rivelato le condizioni economiche dell’accordo con PornHub, ma probabilmente si tratta di cifre notevoli: Verge ha emesso 75 milioni di token per entrare sul sito.

Il CEO Yoav Dror ha commentato: “Sono molto noti e inseriti nell’industria dell’intrattenimento per adulti. Abbiamo scelto di lavorare con loro e ci hanno aperto le porte per trovare molti early adopter.

PumaPay ha circa 100 partner pronti ad utilizzare la soluzione di pagamento, e circa il 60% non fanno parte del business dei prodotti per adulti.

Al contrario di alcuni competitor, che si sono lanciati sul mercato per poi incespicare a causa dell’assenza di fondi, PumaPay ha raccolto 117 milioni di dollari dai privati, ottenendo così tempo e spazio per sviluppare ed affinare la propria tecnologia tenendo sempre a mente l’utente finale.

Dror ritiene che la propria società possa abbattere molte delle numerose barriere all’ingresso nel mondo crypto, e ha dichiarato che, anche dopo aver completato un prodotto conforme a quanto scritto nel white paper pubblicato nello scorso settembre, hanno continuato ad aggiungere funzionalità importanti “che non erano previste nel white paper originale ma che ora riteniamo cruciali per l’adozione di massa”.

La società ha rilasciato il PumaPay wallet, compatibile con il PumaPay token (PMA), Bitcoin (BTC), Litecoin (LTC), Dash (DASH), Stellar (XLM), Ether (ETH) e tutti i token ERC-20.

Gli utenti possono scambiare Ether e Bitcoin in cambio di token PMA con cui è possibile pagare per le funzionalità di PornHub premium direttamente nell’app (anche se il servizio non è disponibile negli USA o in Giappone). A breve dovrebbe essere aggiunto il supporto per Cardano, Bitcoin Cash e Ripple.

La funzione davvero unica di PumaPay, però, è quella che permette agli utenti di pagare con le crypto gli abbonamenti, ad esempio Netflix o Spotify.

Dror sostiene che “prima l’unico modo di trasferire criptovalute era scambiarle in cambio di denaro. Ciò che abbiamo fatto è copiare i pagamenti meccanici, in cui l’utente permette ad una terza parte di prelevare una quantità di denaro dal proprio account [...] il che ha aperto le porte a sistemi di pagamento che prima non esistevano, quali in particolare gli abbonamenti, che ora sono diventati una delle forme di scambio di denaro più popolari."

Questa soluzione, inoltre, permette di effettuare pagamenti “top up” e “one click”, oltre che “pay per view” e “pay per time”.

Qualora non ci fossero intoppi, entro i prossimi mesi gli utenti non che non usano le crypto potranno svolgere la procedura Know Your Customer direttamente nell’app e comprare criptovalute con la propria carta di credito.

Dror ha specificato che “questa funzione non era prevista nel white paper ma ora è un must, altrimenti dovremmo indirizzare i nostri clienti su un exchange [...] il che è un processo molto lungo. Permettendo loro di comprare direttamente da noi rendiamo il prodotto molto più facile da utilizzare."

Con l’esclusione del gas fee, le transazioni sono gratuite e PumaPay guadagnerà da altre fonti, come gli acquisti con carta di credito e le conversioni delle crypto in fiat.

Dror si è detto fermamente convinto che le crypto trasformeranno i pagamenti nell’intrattenimento per adulti:

“C’erano alcuni progetti che cercavano solo di raccogliere fondi, ed ora sono spariti. Noi siamo qui per il gusto della sfida. Non vorrei sembrare idealista ma c’è un problema concreto, noi siamo in grado di risolverlo e stiamo lavorando molto duramente per cercare di risolverlo. Prendiamo tutto questo molto, molto sul serio. E spero davvero che avremo successo.”

Infine, Dror ha chiarito come il successo di PumaPay potrebbe avere un impatto positivo sull’adozione delle criptovalute in generale:

“Credo che l'industria dell'intrattenimento per adulti abbia l’importanza e il potere necessari per guidare questo cambiamento. Il settore è così grande, ci sono così tante persone e così tante transazioni che da sola questa nicchia di mercato è sufficiente per portare le crypto oltre il punto di svolta e renderle mainstream".

Con sede in Australia, Andrew Fenton è un giornalista e un editore freelance che si occupa di criptovalute e blockchain. Ha lavorato come scrittore per News Corp Australia e per il Melbourne Weekly, nonché come giornalista cinematografico per il SA Weekend.