Secondo Akmal Nasrullah Mohd Nasir, viceministro malese per la transizione energetica e la trasformazione delle risorse idriche, tra il 2018 e il 2023 i crypto-miner illegali nella regione avrebbero rubato ben 723 milioni di dollari di elettricità.
Il viceministro ha rilasciato tale commento durante un evento che ha visto lo smaltimento di 2.022 oggetti sequestrati, per un valore di circa 467.000$, tra cui varie macchine per il mining di Bitcoin.
Nasir ha dichiarato che queste operazioni di mining illegali stanno danneggiando non solo l'operatore energetico statale Tenaga Nasional Berhad, ma anche gli abitanti delle aree interessate.
Solitamente i ladri di elettricità evitano di registrarsi presso le autorità competenti, trovando modi di aggirare i contatori o di deviare l'elettricità dalle linee elettriche. Nasir ha spiegato:
"Il furto di elettricità da parte di coloro che estraggono criptovalute avviene perché credono che questa attività non possa essere rilevata, data l'assenza di contatori nei loro impianti. Tuttavia, le società di fornitura energetica dispongono di vari metodi per rilevare un consumo insolito di energia in un'area."
Il mining non è illegale in Malesia, ma rubare elettricità per estrarre criptovalute ovviamente sì. Nel luglio del 2021 le autorità malesi hanno sequestrato oltre 1,2 milioni di dollari di macchinari dedicati al mining di Bitcoin, e successivamente utilizzato un rullo compressore per distruggere i dispositivi.
Nasir ha dichiarato che la riduzione del mining illegale rappresenta una priorità per il suo ministero, oltre all'aumento delle fonti di energia rinnovabile nel Paese.
La Malesia si scaglia anche contro gli exchange non registrati
Lo scorso anno, a maggio, la Securities Commission Malaysia ha ordinato all'exchange Huobi Global di interrompere le attività per non aver registrato i suoi servizi di trading.
Attualmente HATA Digital, Luno, SINEGY, MX Global, Tokenize Technology e Torum International sono le uniche piattaforme di trading di criptovalute registrate in Malesia.