Il numero di indirizzi contenenti oltre 10.000 ETH è rimasto pressoché invariato dal 20 febbraio, quando il prezzo dell'asset ha raggiunto un massimo storico di 2.050$.
Secondo i dati di Santiment, il numero di wallet contenenti oltre 10.000 ETH, cifra oggi equivalente a oltre 18 milioni di dollari, è diminuito di appena lo 0,9% nelle ultime quattro settimane. Al contrario, nello stesso periodo gli indirizzi contenenti fra i 100 e i 10.000 ETH sono diminuiti del 7,2%.
Una possibile spiegazione di tale divergenza è il fatto che probabilmente gli indirizzi più grandi appartengono ad exchange, grandi compagnie o fondi istituzionali, che mantengono i fondi bloccati per lunghi periodi di tempo a fini d'investimento.
Anthony Sassano, co-founder di ETHhub, ha evidenziato che in questo periodo il mondo istituzionale sta comprando e detenendo sempre più Ether:
"Prevedo che nei prossimi mesi molte altre società pubbliche annunceranno acquisti di ETH per vari motivi. Alcuni accumuleranno ETH da utilizzare come gas, altri lo acquisteranno per fare staking su Eth2, altri ancora lo aggiungeranno ai propri bilanci come asset di riserva."
Gli indirizzi intermedi stanno invece depositando sempre più ETH nella DeFi: la quantità di asset bloccata nei protocolli della finanza decentralizzata ha infatti raggiunto un nuovo massimo storico.
Secondo le statistiche di Debank, attualmente nel settore DeFi sono bloccati quasi 9,6 milioni di ETH: questa cifra rappresenta l'8,3% dell'offerta monetaria complessiva, il cui valore stimato è di ben 17 miliardi di dollari.
Inoltre ci sono anche 3,53 milioni di ETH, ovvero 6,3 miliardi di dollari, in staking sulla Beacon Chain di Ethereum 2.0.