I titolari di criptovalute sono soliti sfruttare le piattaforme d'exchange per conservare o scambiare i propri asset. Oggigiorno esistono centinaia di exchange sul mercato, e per chi possiede criptovalute può essere difficile scegliere la piattaforma che meglio risponde alle proprie esigenze. Anche per questo, la maggior parte dei trader utilizza più exchange sia per contenere i rischi che per massimizzare i profitti.
Ma da cosa sono dettate le decisioni dei trader? Continua a leggere per scoprire approfondimenti molto interessanti su questo tema!
Il sondaggio
L'agenzia digitale BDCenter, in collaborazione con il dipartimento di sociologia della Belarus State University, ha condotto un sondaggio che ha coinvolto più di 800 trader provenienti da 75 Paesi diversi. Ai trader sono state poste 30 domande e i risultati del sondaggio sono stati riassunti in una relazione pubblicata a ottobre dello scorso anno. I ricercatori intendevano dare risposta alle seguenti domande:
- Cosa rende allettante un exchange di criptovalute: commissioni economiche, un’ampia gamma di coppie disponibili, prelievi rapidi o altro?
- I trader di Forex passano spesso alle crypto?
- Cosa si aspettano gli utenti da una piattaforma di trading?
- Il comportamento dei trader cambia a seconda della fascia demografica e della provenienza geografica?
Sì alla semplicità!
Uno dei risultati più interessanti di questo sondaggio è che i trader cercano la semplicità, un aspetto che manca spesso negli exchange di asset digitali. L’80% dei partecipanti ha ammesso di essere entrato sul mercato meno di tre anni fa e di aver cercato strumenti adatti ai principianti. Il 71% ha inizialmente creato conti demo e la presenza di tutorial si è rivelata un fattore chiave nella scelta di un exchange. Il 37% delle piattaforme vanta una interfaccia intuitiva e facile da utilizzare, mentre le altre presentano troppi diagrammi e funzionalità.
Le qualità dell’exchange perfetto
Oltre alla facilità di approccio per i principianti, un buon exchange dev’essere rapido e applicare commissioni soltanto per il trading. Secondo circa la metà degli intervistati, la rapidità di deposito e prelievo è un elemento fondamentale (54%), così come il volume delle commissioni (53%). La maggior parte dei partecipanti al sondaggio (65%) ritiene che le spese relative alle transazioni sono adeguate, ma solo il 36% ritiene accettabili quelle legate al prelievo di criptovalute. Riguardo invece ai prelievi di fiat, il grado di approvazione scende ulteriormente (29%).
È motivo di stupore che la sicurezza non figuri tra i principali timori dei trader: infatti, solamente il 37% di loro l’ha menzionata (di fatto, poco sopra le problematiche legate alla liquidità, il 34%). I trader hanno fiducia negli exchange quando affidano loro il proprio denaro: infatti, il 32,5% sostiene di conservare tutti i propri asset su tali piattaforme. Questo aspetto è interessante, considerato il fatto che le perdite sopportate dagli exchange nel 2019 a causa di attacchi hacker hanno superato i 292 milioni di dollari. Ad ogni modo, circa il 70% dei partecipanti al sondaggio prenderebbe in considerazione l’idea di cambiare piattaforma se quella che utilizza venisse hackerata.
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Un exchange non basta
Pare tuttavia che nessun exchange riesca a soddisfare tutte le esigenze. Il 40% degli intervistati si avvale di tre piattaforme o più in maniera regolare, mentre solo il 19% ne usa solo una.
Questo è in parte dovuto alla varietà delle coppie di trading. A differenza delle piattaforme per Forex, che offreno più o meno la solita gamma di coppie, gli exchange di criptovalute ne presentano un ventaglio assai variegato. Alcuni dispongono di centinaia di coppie, altri di pochissime. Alcuni consentono i prelievi in fiat, altri no. In generale, una buona varietà di coppie costituisce una priorità per il 44,5% dei trader.
Degno di nota è anche il grande successo ottenuto dagli exchange grazie agli sforzi da loro profusi per coinvolgere la base clienti tramite programmi di affiliazione e concorsi. Sebbene il 57% degli interpellati abbia partecipato ad almeno un exchange airdrop, i concorsi e le altre attività hanno suscitato l’interesse di appena il 10% e il 13% dei clienti rispettivamente. Inoltre, è stato solo l’11,6% degli utenti a preferire le piattaforme che prevedono un programma di referral.
Degno di nota è lo scarso successo riscontrato dalle attività organizzate dagli exchange per incrementare il coinvolgimento della propria base di utenti, come competizioni e programmi di affiliazione. Sebbene il 57% degli abbia partecipato ad almeno un airdrop, i concorsi e le altre attività hanno suscitato rispettivamente l’interesse di appena il 10% e il 13% dei clienti. Inoltre, è stato solo l’11,6% degli utenti a preferire le piattaforme che prevedono un programma di referral.
In Asia si preferisce disporre di più exchange
Tra i trader asiatici è ben il 59% a usare tre o più exchange. Per questa fascia di utenti la priorità nella scelta della piattaforma è il volume di transazioni (59%), mentre la varietà di coppie rappresenta un fattore quasi trascurabile (22%). Gli interpellati hanno ammesso di aver perso asset più per condotte fraudolente (65%) che per attacchi hacker agli exchange (45%). Il 75% degli investitori asiatici frequenta quotidianamente piattaforme per lo scambio di criptovalute: si tratta della percentuale più elevata fra tutti i gruppi presi in esame.
I trader europei amano la sicurezza
Per gli utenti europei sono di particolare rilevanza sia le commissioni economiche che la rapidità di deposito e prelievo (56,6% per entrambi i parametri). Questo gruppo si è dimostrato anche molto sensibile al tema della sicurezza: solo il 20% ha dichiarato di conservare tutti i propri asset sugli exchange e l’85% sostiene di non aver mai sopportato perdite per via di attacchi hacker. Anzi, il 90% lascerebbe un exchange se questo venisse hackerato. Infine, la stragrande maggioranza degli europei (77%) utilizza le interfacce browser per fare trading.
Gli statunitensi prediligono i DEX
Il dato più interessante riguardo ai trader statunitensi è che ben il 59% di loro impiega exchange decentralizzati. Nessun altro gruppo considerato vanta una percentuale così elevata. Sorprende inoltre che nessuno degli interpellati abbia dichiarato di aver fatto ricorso alla strategia dello scalping. Anzi, il 50% di loro pratica trading impulsivo.
Per ottenere le ultime notizie sul settore, gli utenti statunitensi prediligono l’utilizzo di siti specializzati in criptovalute (68%). Telegram gode di buona popolarità (50%) e anche Instagram figura relativamente in alto (23%) tra le piattaforme di informazione sul tema.
I russi evitano i servizi OTC
La Russia è la regione in cui è più alta (27%) la percentuale di utenti che fanno affidamento su un unico exchange. Sono in pochi a utilizzare piattaforme decentralizzate (23%). Per i russi la scelta dell’exchange è dettata dalla varietà di coppie disponibili (60%) e dal volume di commissioni (52%). Questo popolo è anche il più incline (64%) a scambiare altcoin rispetto ai trader di altre regioni. Tuttavia, la percentuale di utenti di servizi OTC è la più bassa in assoluto (17%). La Russia è anche l’area geografica con la maggiore incidenza di trader donne (12%).
Trading da desktop vs. trading da smartphone
La disponibilità di un’applicazione mobile è più importante per quei trader che prediligono utilizzare il proprio smartphone piuttosto che per coloro che operano unicamente da desktop. Ad ogni modo, si osserva una discrepanza tra i due gruppi circa la presenza di un’interfaccia intuitiva: questo parametro infatti non è così rilevante per chi fa trading da smartphone, mentre lo è maggiormente per chi effettua operazioni da desktop. Il motivo consiste nel fatto che la versione mobile degli exchange è più compatta e permette di gestire le proprie criptovalute anche fuori casa, a differenza della versione desktop.
Ben l’83% degli utenti smartphone è interessato al rating dell’exchange, mentre per i clienti da desktop questo parametro è meno rilevante. Il 42% di chi opera da dispositivi mobili ha un’età compresa tra 35 e 44 anni. I trader più esperti preferiscono operare da desktop: solamente l’11% di coloro che effettuano trading da smartphone ha un’esperienza superiore ai tre anni.
Oluwatobi Joel è copywriter freelance, community manager, esperto di blockchain e imprenditore seriale residente negli Stati Uniti. Ha collaborato con diverse startup dell’ecosistema blockchain in veste di marketing strategist.