Un giudice statunitense ha sbloccato 57,6 milioni di dollari in stablecoin USDC (USDC) legati allo scandalo del token Libra di febbraio, consentendo al promoter di memecoin Hayden Davis e a Ben Chow, ex CEO dell'exchange decentralizzato Meteora, di accedere ai fondi.
Il giudice statunitense Jennifer L. Rochon aveva congelato i fondi a maggio nell'ambito dell'udienza di una class action contro Davis, Chow, la società di infrastrutture blockchain KIP Protocol e il co-fondatore di KIP, Julian Peh.
Il giudice ha affermato che gli imputati non hanno dimostrato un danno “irreparabile” perché i fondi per rimborsare le vittime sono ancora disponibili e gli imputati non hanno fatto alcun tentativo di trasferire i fondi congelati, secondo Law360.
A luglio, Davis ha presentato una mozione per archiviare la causa contro di lui, che è stata respinta dal tribunale in quanto “irrilevante”. Nonostante ciò, Rochon ha affermato di nutrire dubbi sul successo della class action contro Davis, Chow e altri.
Lo scandalo del token Libra è considerato uno dei più significativi casi di rug pull della storia, che ha coinvolto il Presidente argentino Javier Milei, portando a un'indagine etica sul leader e a class action da parte degli investitori.
Lo scandalo del token Libra e le conseguenze che hanno scosso il mondo cripto
Il token Libra è stato lanciato a febbraio, proponendosi come un progetto a sostegno delle piccole imprese argentine, e inizialmente è stato promosso da Milei sui social media.
Libra è crollato poche ore dopo il lancio, provocando una reazione negativa da parte degli investitori che sono stati coinvolti in quello che è stato definito un rug pull da 107 milioni di dollari.
Milei ha preso le distanze dal token, negando di essere a conoscenza dei fondamenti del progetto e ritrattando il sostegno iniziale.
“Qualche ora fa ho pubblicato un tweet, come ho fatto innumerevoli altre volte, a sostegno di una presunta iniziativa privata con la quale ovviamente non ho alcun legame”, ha scritto Milei in un post su X pubblicato il 14 febbraio.
La dichiarazione non è servita a fermare l'indagine del Congresso su Milei per possibili violazioni etiche e le richieste di impeachment da parte dei legislatori argentini.
Tuttavia, Milei ha chiuso l'indagine e sciolto la task force senza alcuna accusa o accertamento di illeciti nei confronti dell'ufficio del presidente, suscitando accuse di insabbiamento per motivi politici.