John Patrick Mullin, fondatore e CEO di Mantra, ha iniziato il processo di unstaking dei suoi 150 milioni di token OM. Questi saranno poi inviati a un burn address, con l'obiettivo di ripristinare il valore del token riducendone l'offerta.
Mantra ha annunciato che il processo di unstaking sarà completato entro il 29 aprile. A quel punto, i token OM di Mullin verranno inviati a un burn address e rimossi permanentemente dall'offerta circolante.
"Questo è un primo passo per ripristinare la fiducia della community, ma non sarà certo l'ultimo," ha dichiarato Mullin in un post su X.
Con 150 milioni di OM in meno, l'offerta totale di Mantra scenderà a 1,67 miliardi. Il numero di token in staking diminuirà di oltre il 26%, passando da 571,8 milioni a 421,8 milioni di OM. Anche i rendimenti aumenteranno: "Questo burn strategico ridurrà il bonded ratio dal 31,47% al 25,30%, con un conseguente aumento dell'APR dello staking."
Mantra ha inoltre rivelato di essere in trattative con "partner chiave dell'ecosistema" per bruciare altri 150 milioni di OM, portando il totale a 300 milioni.
Mantra annuncia anche un buyback di token
Due giorni dopo il collasso del prezzo di OM, avvenuto il 13 aprile, Mullin ha annunciato la sua intenzione di bruciare tutti i token in staking che gli erano stati assegnati al lancio della blockchain, avvenuto a ottobre. Questi token, riservati al team, avrebbero dovuto essere sbloccati a partire dal 2027.
Mullin ha anche condotto un sondaggio su X per "valutare l'opinione della community", con opzioni alternative al burn come un vesting prolungato o lo sblocco graduale dei token. Ma diversi utenti hanno criticato il sondaggio, definendolo un tentativo di fare marcia indietro dopo le promesse iniziali.
Il burn fa parte del "Piano di sostegno per il token OM" annunciato da Mantra dopo il crollo del prezzo, che includerà anche un buyback di token. Mullin ha confermato che anche il programma di buyback è "già in corso".