Il nuovo commissario della Financial Services Agency (FSA) giapponese, Junichi Nakajima, crede che il paese debba riflettere attentamente prima di rendere Bitcoin (BTC) e altre criptovalute più accessibili al pubblico generale.

Nakajima crede che crypto asset come Bitcoin abbiano il potenziale di apportare enormi benefici al pubblico, come un modo veloce ed economico per trasferire denaro, ha spiegato in un’intervista a Bloomberg. Tuttavia, attualmente la maggior parte dei crypto asset viene usata per speculazione e investimenti.

Per questo il regolatore giapponese ritiene sia necessaria un’attenta considerazione prima di semplificare gli investimenti in crypto asset per il grande pubblico. Nakajima ha affermato che la volatilità elevata dei mercati crypto, dovuta all’assenza di asset sottostanti, è una ragione centrale per cui l’organo di regolamentazione non consentirà la creazione di fondi d’investimento crypto.

Il Giappone ha iniziato a intensificare gli sforzi normativi in seguito al celebre attacco informatico ai danni del crypto exchange Coincheck, risultato nella perdita di 523 milioni di NEM, pari a circa 534 milioni di dollari.

Da allora il paese è diventato un mercato difficile in cui operare per gli exchange di criptovalute registrati, ha ammesso Nakajima. L’attuale framework normativo sui crypto exchange protegge efficacemente i clienti e soddisfa i requisiti antiriciclaggio, ma la situazione commerciale di gran parte delle piattaforme registrate “è piuttosto difficile,” ha aggiunto Nakajima.

Il governo giapponese mira alla cooperazione globale per regolamentare le valute digitali. A tal fine, il Ministero delle finanze giapponese sembra intenzionato ad ampliare il personale. Inoltre, il mese scorso la FSA ha creato una nuova unità per monitorare i mercati crypto e concentrarsi sulla finanza decentralizzata.

Grandi exchange di criptovalute come Binance e Bybit non figurano nella lista delle 31 piattaforme registrate in Giappone. La FSA ha rilasciato una lettera di avvertimento normale per Bybit a maggio e Binance a giugno, accusando entrambi di offrire servizi di cambio crypto nel paese senza licenza.