Il famoso trader Peter Brandt ha spiegato perché, a suo parere, l'impatto del block reward halving sul prezzo di Bitcoin (BTC) sarà molto meno significativo di quanto molti credano.

In un recente messaggio su Twitter, Brandt ha spiegato che la vera offerta monetaria di Bitcoin è il suo volume giornaliero di trading. Per tale ragione, ritiene che il dimezzamento dei nuovi BTC che entrano regolarmente in circolazione influenzerà soltanto i 2/100° dell'1% della reale offerta monetaria.

Peter Brandt ha ragione?

Brandt sostiene pertanto che l'halving di Bitcoin porterà ad una variazione del prezzo di soltanto "pochi spiccioli". La comunità delle criptovalute ha tuttavia messo in discussione la logica alla base di tali previsioni.

Un utente di Twitter ha sottolineato che è errato considerare il volume giornaliero di Bitcoin la sua vera offerta monetaria. A supporto della propria tesi, ha fatto tale esempio: se due persone acquistassero e vendessero fra loro per 21 milioni di volte lo stesso BTC, non significa che entrerebbero in possesso dell'intera offerta monetaria di Bitcoin.

Un altro utente ha evidenziato che non bisogna ignorare i miner, un fattore molto importante per il prezzo di Bitcoin:

"I miner rappresentano il più grande gruppo di venditori giornalieri, amico. Vendono il 50% di quanto producono giornalmente. Meno BTC venduti con una domanda uguale o crescente da parte degli acquirenti significa che il prezzo aumenta."

Il parere di alcuni esperti diventa negativo

Pare che ultimamente il parere di Brandt su Bitcoin sia notevolmente peggiorato: ha recentemente previsto che sia l'oro che BTC potrebbero presto scivolare sotto i 1.000$.

Ribassista anche Mike Novogratz, CEO di Galaxy Digital, secondo il quale gli investitori hanno perso fiducia in BTC:

"[Bitcoin] è sempre stato un gioco basato sulla fiducia. Tutte le crypto lo sono. E sembra che la fiducia globale in praticamente qualsiasi cosa sia evaporata."