Ernst & Young (EY), l’amministratore fiduciario del controverso exchange di criptovalute fallimentare QuadrigaCX, ha rivelato di possedere solo 29,8 milioni di dollari circa da distribuire, nonostante abbia ricevuto richieste di risarcimento per 171 milioni di dollari.

In un aggiornamento del 6 novembre presentato alla Ontario Superior Court of Justice, EY ha dichiarato di aver ricevuto 17.053 richieste da clienti che avevano affidato i propri fondi all’exchange canadese.

Le richieste di risarcimento includono quasi 90,2 milioni di dollari in CAD, e oltre 6 milioni di dollari in criptovalute tra cui 24.427 Bitcoin (BTC), 65.457 Ethereum (ETH), 87.031 Litecoin (LTC), 7.723 Bitcoin Cash (BCH), 17.934 Bitcoin Gold (BTG) e 7.098 Bitcoin SV (BSV).

EY sottolinea che il fondatore di QuadrigaCX, Gerald Cotten, la cui morte ha richiamato l’attenzione dei mass media essendo l’unica persona in possesso delle chiavi associate ai wallet dell’exchange, ha utilizzato i fondi dei suoi 76.000 clienti per fare trading, contribuendo probabilmente alla discrepanza tra attività e passività:

“Mr. Cotten ha effettuato operazioni di trading con i saldi dei conti di Utenti Coinvolti che avevano depositato asset reali, pertanto le attività di Quadriga non hanno probabilmente mai eguagliato le passività dovute agli Utenti Coinvolti.”

Cotten è morto a dicembre 2018, dopo i crescenti problemi di solvibilità affrontati dall’exchange nei mesi precedenti. Ulteriori indagini hanno rivelato che gran parte dei fondi dell’exchange sembrano essere nelle mani della nota banca ombra del settore blockchain, Crypto Capital.

Finora, EY ha rilevato 29,8 milioni di dollari attraverso la vendita di asset appartenenti a Cotten, la stipulazione di un accordo con la vedova di Cotten e il recupero di fondi da una società di pagamenti di terze parti utilizzata dall’exchange.

L’amministratore fiduciario ha intenzione di convertire tutti gli asset recuperati in dollari canadesi, e assegnare i fondi agli utenti in base ai prezzi delle criptovalute registrati il 15 aprile 2019, quando QuadrigaCX ha dichiarato bancarotta, o il 5 febbraio 2019, quando è stato bloccato l’accesso all’exchange.

EY ha interpellato la corte per determinare la data da utilizzare nel tasso di conversione.