Brad Garlinghouse, CEO di Ripple, ha risposto alle recenti accuse mosse contro XRP: ha assicurato ai possessori della criptovaluta che la compagnia darà prova della propria innocenza in tribunale. In un blog post del 22 dicembre, Garlinghouse ha affermato che l'azione legale contro XRP promossa dalla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti rappresenta un "assalto contro le criptovalute in generale".

Il dirigente è certo che quest'azione legale avrà un "effetto valanga" sull'intera industria, minacciando grossi player come Coinbase nonché altre grandi criptovalute come Bitcoin (BTC) ed Ether (ETH):

"Anche se nel documento ci sono soltanto i nomi di Ripple, Chris e Brad, si tratta di un attacco alle criptovalute in generale. In questo caso, XRP rappresenta ogni altra 'criptovaluta alternativa' del settore.

Da qui in avanti si avrà un effetto valanga. Questa è una pessima notizia per i market maker, ovvero grandi exchange come Coinbase. Si tratta di un precedente terribile per il settore e per qualsiasi compagnia che lavora con asset digitali."

Garlinghouse sostiene che la SEC abbia intenzione di lanciare "un attacco a tutto campo contro l'industria delle criptovalute", nonostante l'organo di regolamentazione dichiari di voler promuovere l'innovazione del settore degli asset digitali.

Ma Ripple dimostrerà di aver ragione in tribunale, ha assicurato Garlinghouse. Il CEO ha spiegato che XRP non è un "contratto di investimento", in quanto i possessori della criptovaluta non hanno alcuna connessione o relazione con Ripple. Ha inoltre sottolineato che, a differenza dei titoli azionari, il valore di mercato di XRP non è direttamente correlato alle attività di Ripple. "Siamo dalla parte giusta della legge e saremo dalla parte giusta della storia", ha dichiarato Garlinghouse.

Il CEO ha anche discusso della possibilità di trasferire la sede centrale di Ripple al di fuori degli Stati Uniti. Tuttavia, la società preferirebbe collaborare con il governo così da trovare una soluzione. In ogni caso un ban negli Stati Uniti non rappresenterebbe una grossa perdita per la compagnia, dato che il 95% dei suoi clienti si trova all'estero.

Il 22 dicembre, la SEC ha presentato il proprio reclamo al tribunale distrettuale federale di Manhattan: l'istituzione sostiene che XRP sia classificabile come security e accusa Ripple di aver violato la legge raccogliendo oltre 1,3 miliardi di dollari. 

La notizia ha fatto crollare il prezzo di XRP: attualmente il suo valore è di 0,314$, in negativo del 32% rispetto a ieri.