Ieri, in occasione del primo giorno del 118° Congresso, Brad Garlinghouse – CEO di Ripple – ha condiviso su Twitter il suo "cauto ottimismo" circa la possibilità che gli Stati Uniti sviluppino una chiarezza normativa "rivoluzionaria" per il settore delle criptovalute durante il 2023, sperando che il sostegno alla regolamentazione sia "bipartisan e bicamerale".

Oggi è il primo giorno del 118° Congresso. Mentre i precedenti tentativi di chiarezza normativa per le criptovalute negli Stati Uniti si sono arenati, sono cautamente ottimista sul fatto che il 2023 sarà l'anno in cui vedremo (finalmente!) una svolta. Un thread sul perché...

Garlinghouse ha evidenziato che gli Stati Uniti non partono da una "tabula rasa" riguardo la regolamentazione, citando come esempi proposte di legge come il Securities Clarity Act, il Responsible Financial Innovation Act e il Clarity for Digital Tokens Act.

Secondo il CEO di Ripple, "la posta in gioco non potrebbe essere più alta". A parer suo "nessuna legge è perfetta e probabilmente non ce ne sarà mai una che soddisfi tutti" e i tentativi di perseguire una legge perfetta non dovrebbero bloccare i progressi del Congresso nello sviluppo di regolamentazioni e leggi sulle criptovalute.

Relativamente alle leggi sulle criptovalute, gli Stati Uniti sono indietro rispetto a Singapore, all'Unione Europea, al Brasile e al Giappone, riferisce Garlinghouse.

Inoltre afferma che la mancanza di uno sforzo coordinato nell'implementare un framework normativo sia a livello globale che negli Stati Uniti "continua a spingere le attività commerciali verso Paesi [con] barriere normative più basse", provocando "risultati a volte catastrofici", come il fallimento di FTX, con sede alle Bahamas.

Ripple è una società di tecnologia finanziaria che gestisce la rete di pagamento globale RippleNet e la sua criptovaluta XRP (XRP).

A dicembre 2020, la Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense ha intentato causa contro Ripple, sostenendo che la società abbia offerto XRP come titolo non registrato.

La SEC sostiene che Ripple abbia raccolto miliardi attraverso la vendita di XRP, non registrando le offerte come titoli come previsto dalla legge. Ripple ha negato le accuse sostenendo che XRP sia una valuta, non un titolo.

Ad ottobre, Garlinghouse ha dichiarato ai partecipanti alla conferenza D.C. Fintech Week che si aspetta che la causa si concluda durante la prima metà del 2023, ma ammettendo la difficoltà nel prevedere realisticamente il termine.