Il CTO di Ripple, David Schwartz, ha recentemente discusso su Twitter con alcuni membri della community del perché le banche non abbiano adottato maggiormente XRP come asset “ponte” tra le crypto ed i mercati finanziari tradizionali.

Schwartz ha spiegato che, a causa di una serie di problemi interni a Ripple, le banche non hanno nemmeno preso in considerazione di utilizzarlo per le transazioni transfrontaliere

Il dirigente ha scritto che, a suo parere, quello che frena l’adozione diffusa di Ripple è “l’incertezza regolatoria, i problemi legati al cosiddetto 'ultimo miglio' e la paura di rappresaglie da parte dei partner esistenti”. 

Questi commenti arrivano in un momento storico molto difficile per la valuta: XRP ha perso il 18,6% del suo valore quest’anno, ed è crollato del 90% rispetto ai suoi picchi massimi. 

Inoltre, PayPal non ha incluso XRP nella lista di criptovalute che avrebbe iniziato a trattare e la società sta affrontando un’azione legale in Australia in merito alla proprietà intellettuale del proprio sistema di pagamento brandizzato “PayID”. 

Non sono solo gli investitori di Ripple a star affrontando un momento di difficoltà: nel corso dello scorso mese, difatti, Cointelegraph ha riportato che nel 2012 Schwartz vendette 40.000 Ether al prezzo di 1 dollaro ciascuno