La Russia è l’ultimo paese a imporre ufficialmente ai suoi funzionari governativi di segnalare i propri possedimenti in criptovaluta.

Il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto che obbliga i funzionari russi a dichiarare i propri investimenti in crypto entro il 30 giugno 2021, come segnalato il 10 dicembre dall’agenzia di stampa locale TASS.

Rilasciato ufficialmente giovedì, il decreto stabilisce nuove misure relative alla normativa crypto federale russa “On Digital and Financial Assets,” o DFA.

La procedura obbliga i funzionari pubblici a rendere noti dati come il nome dell’asset digitale, la data di acquisizione, la quantità totale di asset detenuti, oltre a informazioni sull’emittente dell’asset come il paese di registrazione.

Le dichiarazioni devono includere informazioni sulle criptovalute e i token appartenenti ai funzionari e a rispettivi coniugi e figli minorenni. Il processo di divulgazione avrà inizio il 1° gennaio 2021, spiega il decreto.

Secondo alcuni operatori locali, la nuova iniziativa di regolamentazione avrà un effetto positivo sull’ecosistema crypto russo.

Maria Stankevich, responsabile dello sviluppo commerciale presso l’exchange di criptovalute EXMO, ha spiegato a Cointelegraph che il decreto dimostra che “l’establishment seguirà le stesse misure di conformità dei cittadini comuni, senza alcuna eccezione.

“Credo che questa iniziativa sia ottima in quanto potrebbe costringere la Duma di Stato a riconsiderare tutti gli svantaggi dei disegni di legge che hanno tentato di introdurre.”

La nuova normativa sarà accompagnata dall’implementazione della DFA il 1° gennaio 2021. Come già segnalato, la legge attribuisce finalmente uno status giuridico alle crypto in Russia, ma proibirà l’utilizzo delle criptovalute come strumento di pagamento.