Il popolare exchange decentralizzato SushiSwap sta valutando cosa fare per mitigare il problema delle transaction fee altissime su Ethereum: non si esclude un potenziale porting sulla blockchain Solana.

La proposta, pubblicata sul forum di SushiSwap il 22 febbraio con il nome in codice 'Bonsai', suggerisce di costruire la piattaforma sull'ecosistema Solana. L'integrazione è destinata a mitigare le transaction fee di Ethereum, che sono salite a nuovi massimi storici nelle ultime 24 ore. 

La proposta comporterebbe l'integrazione di SushiSwap con la piattaforma Raydium, market maker automatico basato su Solana che è stato lanciato il 21 febbraio. L'autore della proposta, "Handroll", spiega che Raydium ha già il supporto per i pool di liquidità di SushiSwap:

"Stiamo lavorando sui protocolli AMM e liquidity pool di Raydium dall'autunno del 2020 e li abbiamo appena lanciati sulla nostra piattaforma. [...] Il protocollo di Raydium è già in grado di supportare le liquidity pool di SushiSwap per l'orderbook di Serum". 

Handroll propone che l'integrazione inizi con Raydium a fianco di SushiSwap per costruire il supporto per le liquidity pool e lo staking su Serum, il DEX basato su Solana. Dopo un periodo di valutazione sul testnet di Raydium, i team potrebbero poi valutare l'implementazione di Bonsai sul mainnet di Solana. 

La proposta sottolinea come gli utenti di SushiSwap sarebbero in grado di effettuare scambi di token e gestire le loro yield farm molto più velocemente e con una costi di transazione significativamente inferiori, se l'integrazione fosse completata. 

Il team di SushiSwap prevede che Bonsai sarà live sul testnet entro il primo trimestre del 2021. Handroll ha aggiunto:

"Immaginiamo il prodotto finale come un'offerta aggiuntiva sulla pagina di SushiSwap, che mantiene l'interfaccia utente e il design di Sushi ma si collega ai backend di Raydium".

SushiSwap è un fork di Uniswap nato alla fine di agosto 2020, ed è cresciuto fino a diventare uno degli exchange decentralizzati più popolari del settore: secondo Dappradar, la piattaforma avrebbe ben 3,6 miliardi di dollari di asset bloccati.