Negli ultimi dodici mesi, l'attività on-chain delle stablecoin è aumentata dell'800%: lo rivela uno studio condotto da TokenAnalyst.

Recentemente il mercato delle stablecoin è cresciuto in maniera significativa: la capitalizzazione complessiva di tutte le stablecoin è infatti inferiore soltanto a quella di Bitcoin (BTC) e di Ether (ETH), e superiore a quella di XRP (XRP). 

Nell'ultimo anno, ben 290 miliardi di dollari in stablecoin sono stati spostati on-chain: a marzo è stato trasferito un valore di 50,9 miliardi, un incremento davvero notevole rispetto ai 6,2 miliardi dell'aprile 2019.

Stablecoin, volume in dollari

Stablecoin, volume mensile in dollari. Fonte: TokenAnalyst

Dai è la stablecoin più decentralizzata

Nonostante la crescita dell'industria DeFi, oltre metà delle attività on-chain è legata ad exchange centralizzati. In particolare, l'attività degli exchange supera di cinque volte quella delle piattaforme DeFi.

DAI, USDC e USDT, volume mensile in dollari

DAI, USDC e USDT, volume mensile in dollari. Fonte: TokenAnalyst

Il resoconto prende in esame soprattutto tre stablecoin: Tether (USDT), USDC (USDC) e Dai (DAI). Quest'ultima è di gran lunga la più decentralizzata, dato che l'88% della sua attività on-chain è legata a piattaforme DeFi. Al contrario, il 62% dell'attività di Tether viene svolto su exchange centralizzati.

L'ampia disponibilità e varietà delle stablecoin risulta molto utile per gli investitori in criptovalute, in quanto consente loro di proteggere il valore degli asset durante i periodi di forte volatilità. Vendere per denaro tradizionale è un'alternativa valida, ma grazie alle stablecoin non è necessario uscire e rientrare nel mondo delle criptovalute, un processo che potrebbe risultare costoso e sconveniente.