Le stablecoin hanno il potenziale di mitigare i rischi sistemici posti in essere dal dominio del dollaro statunitense sulle riserve globali di valuta estera: lo rivela un articolo d'opinione recentemente pubblicato dal World Economic Forum (WEF). 

La questione è stata sollevata da John Liu della Fusion Foundation, organizzazione no profit per lo sviluppo di infrastrutture blockchain per la finanza globale decentralizzata, e Peter Lyons di Lapa Capital, società di investimento newyorkese focalizzata sullo sviluppo della tecnologia blockchain.

FMI: USD rappresenta il 62% di tutte le riserve estere delle banche centrali

Liu e Lyons sostengono che le stablecoin potrebbero dare vita ad "sistema globale più sostenibile, inclusivo e resiliente" sia nel commercio che negli investimenti, sia nelle banche che nei pagamenti.

Fino ad oggi, notano gli autori, il dollaro USA rappresenta il 62% di tutte le riserve estere detenute dalle banche centrali, come dimostrato dai dati del FMI per il primo trimestre del 2019. 

Il documento sottolinea inoltre che il lock-up delle riserve di USD in titoli di stato statunitensi in tutto il mondo sta alterando e distorcendo l'economia globale: mantenendo bassi i tassi d'interesse statunitensi, si porta il debito e il PIL del governo USA “a livelli mai visti prima della Seconda Guerra Mondiale".

In particolare, i due autori affermano:

"Una scarsità globale di USD crea importanti ostacoli per gli esportatori statunitensi, allargando il deficit commerciale ed esercitando pressioni sulla crescita economica."

Liu e Lyons riportano inoltre che Mark Carney, il governatore della Banca d'Inghilterra, ha promosso lo sviluppo di una valuta digitale diversificata: parzialmente ponderata in USD, insieme all'euro, alla sterlina britannica e allo yen. Una valuta di tal genere potrebbe, secondo Carney, ridurre l'eccessiva dipendenza dal dollaro e agire come una nuova valuta di riserva internazionale.

L’interoperabilità della blockchain è la chiave per prevenire nuovi squilibri

Punto chiave dell'articolo di Liu e Lyons è che lo sviluppo delle stablecoin dovrà, per prima cosa, garantire l'interoperabilità della blockchain diversificando le fonti di liquidità globale e aiutando a bilanciare i flussi commerciali.

In caso contrario, una sola stablecoin, sia che venga essa emessa privatamente che da una banca centrale, corre il rischio di diventare sistematicamente dominante replicando l'egemonia del dollaro con un analogo digitale. 

Inoltre, continuano gli autori, le stablecoin favoriscono l'inclusione finanziaria nelle economie in via di sviluppo.

Non la pensa allo stesso Benoit Coeuré, membro del Comitato esecutivo in seno alla Banca centrale europea (BCE), il quale ha ammonito sul fatto che le stablecoin globali costituiscono un rischio per molti ambiti e potrebbero minacciare "l'autonomia e la resilienza dei sistemi di pagamento europei". 

Coeuré ha anche dichiarato che la BCE sta valutando la creazione di una moneta digitale per la Banca Centrale, ma rimane consapevole del loro potenziale impatto sull'intermediazione finanziaria.