Secondo un rapporto della società di intelligence Messari, Stellar (XLM) avrebbe subito un inflation bug ad aprile 2017, che è stato sfruttato per creare 2,25 miliardi di XLM (equivalenti a circa 10 milioni di dollari), in seguito bruciati.

Secondo il rapporto, l'XLM creato, che equivaleva a circa un quarto della riserva circolante, sarebbe stato spostato negli exchange e probabilmente venduto durante la prima metà del 2017. Una quantità equivalente di XLM sarebbe stata bruciata per preservare la riserva totale prevista ed evitare la diluizione del valore dei token.

La ricerca rileva inoltre che gli indirizzi coinvolti e le relative voci di registro non sono più accessibili su Stellar Expert o altri block explorer, ma possono essere trovati utilizzando l'interfaccia di programmazione dell'applicazione Horizon. Inoltre, la società sostiene che nessun media abbia segnalato il bug, il suo sfruttamento e il burning dei token prima di Messari.

Da parte sua, Stellar, che è attualmente l'ottava criptovaluta per capitalizzazione di mercato, ha dichiarato di non aver mai nascosto il problema. Il comunicato riporta le parole di un portavoce della società, il quale afferma che il bug e il suo sfruttamento sono stati menzionati due volte nelle note del protocollo:

"Riconosciamo che da allora Stellar è diventato un software finanziario significativo e che i nostri standard di divulgazione sono cresciuti per riflettere questa realtà. Da allora, non abbiamo riscontrato alcun bug notevole, o lo avremmo rivelato dettagliatamente non appena corretto."

Come recentemente riportato da Cointelegraph, il gigante dei pagamenti Western Union (WU) ha stretto una partnership con Thunes - che ha in passato collaborato con Stellar - per consentire ai clienti WU di trasferire fondi direttamente sui wallet mobile in tutto il mondo.