Questa settimana sono riemerse preoccupazioni sulla stabilità finanziaria dell'emittente di stablecoin Tether, dopo che il fondatore di BitMEX Arthur Hayes ha avvertito che la società potrebbe trovarsi in gravi difficoltà qualora il valore delle sue riserve dovesse diminuire. Tuttavia, James Butterfill, responsabile della ricerca di CoinShares, ha respinto tali affermazioni.
In un aggiornamento di mercato del 5 dicembre, Butterfill ha sottolineato che i timori sulla solvibilità di Tether “sembrano fuori luogo”.
Ha fatto riferimento all'ultima attestazione di Tether, che riporta 181 miliardi di dollari di riserve a fronte di circa 174,45 miliardi di dollari di passività, con un surplus di quasi 6,8 miliardi di dollari.
“Sebbene i rischi legati alle stablecoin non debbano mai essere ignorati, i dati attuali non indicano una vulnerabilità sistemica”, spiega Butterfill.
Tether rimane una delle aziende più redditizie del settore, con un fatturato di 10 miliardi di dollari nei primi tre trimestri dell'anno, una cifra insolitamente alta su base pro capite.
L'ultima fonte di preoccupazione per Tether
Sebbene le speculazioni sulla salute finanziaria di Tether non siano una novità – i media indagano da anni sulle sue riserve e sulle attività a copertura – l'ultima ondata di preoccupazioni sulla solvibilità sembra provenire da Arthur Hayes.
Il cofondatore di BitMEX ha dichiarato la scorsa settimana che Tether era “alle prime battute di un'operazione su larga scala sui tassi di interesse”, sostenendo che un calo del 30% delle sue partecipazioni in Bitcoin (BTC) e oro avrebbe “azzerato il suo patrimonio netto” e reso la sua stablecoin USDt (USDT) tecnicamente “insolvente”.
Entrambe le attività costituiscono una parte sostanziale delle riserve di Tether, con l'azienda che ha aumentato la sua esposizione in oro negli ultimi anni.
Tether si trova ad affrontare critiche non solo da parte di Hayes. Il CEO Paolo Ardoino ha recentemente respinto il downgrade di S&P Global sulla capacità di USDt di difendere il suo ancoraggio al dollaro statunitense, liquidando la questione come “Tether FUD” (acronimo di paura, incertezza e dubbio) e citando a sua difesa il rapporto di attestazione del terzo trimestre della società.
S&P Global ha declassato la stablecoin per motivi di stabilità, citando la sua esposizione ad attività “ad alto rischio” come oro, prestiti e Bitcoin.
USDt di Tether rimane la stablecoin più rilevante nel mercato crypto, con 185,5 miliardi di dollari in circolazione e una quota di mercato di quasi il 59%, stando a CoinMarketCap.