Chi non ricorda la "bolla tecnologica della Silicon Valley"? Nella prima metà degli anni 2000, l’area di San Francisco Bay ha dato vita ad alcune delle aziende tecnologiche più leggendarie e di successo che il mondo abbia mai conosciuto. Facebook, Google, Salesforce, Twitter, Tesla, Lyft: l'elenco è lungo e potrebbe occupare gran parte del nostro articolo. Dall'energia palpabile al potenziale di networking, un dato era certo: San Francisco era il luogo perfetto per i grandi innovatori dell'epoca.

Secondo l’opinione di molti però, l'attuale San Francisco ha ormai perso gran parte del suo fascino. In tutta la città il costo della vita continua a salire vertiginosamente: i cittadini rimasti ormai faticano ad arrivare a fine mese e sono alla costante ricerca di luoghi più economici in cui vivere. Se San Francisco è diventata invivibile per la classe operaia, allo stesso modo non è più sostenibile – e tanto meno rappresenta la sede ideale – per molte aziende, sia nuove che già esistenti. Sebbene sia qui che sono nate le prime piattaforme tecnologiche, il sovraffollamento e l’elevato costo della vita stanno minando la reputazione e il bel ricordo di quello che un tempo questa città era in grado di offrire.

Lungi da noi voler denigrare San Francisco: piuttosto, vogliamo puntare i riflettori sulla città che sta diventando la San Francisco 2.0, ovvero Austin, in Texas. Più economica e di classe, Austin sta attraendo a sé un numero sempre crescente di aziende affermate e talenti provenienti da San Francisco. Ti ricorda qualcosa? La comunità blockchain è al centro di una fase di cambiamento molto simile.

Se sei uno sviluppatore, Ethereum rappresentava la tua San Francisco: era lì che dovevi operare per poter crescere. Ethereum ospita molte delle app decentralizzate più importanti oggi disponibili e ha posto le basi per lo sviluppo degli smart contract. L'Ethereum di oggi però appare molto diverso da com’era una volta.

Proprio come la città di San Francisco, Ethereum sta diventando troppo affollato e ed eccessivamente costoso per trattenere la sua popolazione attuale. La limitata scalabilità costringe i suoi utenti a esplorare opzioni alternative per aggirare i prezzi eccessivi del gas ed evitare la congestione della rete. Per riprendere l'analogia: gli sviluppatori sono alla ricerca della loro Austin.

Nell'ecosistema delle blockchain, l'equivalente di Austin può essere ritrovato in chain altrettanto interessanti come Solana, Binance Smart Chain o Polkadot, per citarne solo alcune. L'ascesa dei token non fungibili (NFT) ha portato alla ribalta anche network più giovani, come Flow.

Gli sviluppatori iniziano a guardare altrove

Una precisazione sugli NTF: sebbene questi stiano guadagnando popolarità, la finanza decentralizzata rimane al centro dell'ecosistema delle criptovalute. Proprio l’ascesa costante della DeFi ha portato alla luce – tra gli altri – due concetti critici:

  • La finanza decentralizzata attirerà (molto probabilmente) gran parte del capitale istituzionale.
  • Ethereum non è più in grado di gestire la crescita dell'economia decentralizzata.

Per questo motivo, le chain che si pongono come alternative a Ethereum stanno catalizzando più attenzione che mai da parte degli sviluppatori. Abbiamo visto chain come Polkadot, Moonbeam, Polygon, Binance Smart Chain e Solana non solo sfidare Ethereum ma addirittura essere in grado di conquistare gli stessi sviluppatori. 

Rimane aperta la possibilità che i developer, invece di abbandonare completamente Ethereum, stiano semplicemente testando queste chain alternative. Forse qualche sviluppatore non ha rinunciato del tutto al suo appartamento da 3.500$ al mese a San Francisco, ma lo ha semplicemente dato in subaffitto dopo essersi trovato una stanza ad Austin tramite Airbnb. 

Ovviamente l'elenco dei rivali di Ethereum non finisce qui: una pletora di altre chain stanno pian piano guadagnando terreno. Allo stesso modo, Austin non è l'unica destinazione più richiesta: Miami, Denver e Toronto sono a braccia aperte, pronte per accogliere i nuovi arrivati dall’area di San Francisco.

Le possibili implicazioni nel lungo termine

Sempre più sviluppatori stanno focalizzando la loro attenzione sulle nuove chain, alla ricerca di un modo per sfuggire alle gas fee elevate. Viene spontaneo quindi chiedersi se questa potrebbe diventare la nuova normalità o si tratti semplicemente di una fase sperimentale.

In questo momento è difficile prevedere se gli sviluppatori autonomi si stiano spostando verso nuovi network solo come soluzione temporanea per mitigare i prezzi del gas, o se invece queste chain potrebbero essere le loro nuove dimore anche nel lungo termine. Di una cosa possiamo essere certi: le reti alternative stanno minacciando il monopolio dello sviluppo detenuto per così tanto tempo da Ethereum.

Tra i fattori più significativi in questo senso c’è la presentazione di Ethereum 2.0. La soluzione aggiornata promette di aumentare l'efficienza e la scalabilità della rete Ethereum, alleviando i punti dolenti che risultano più urgenti da risolvere al momento. 

Allo stesso tempo, negli ultimi mesi San Francisco ha registrato il più grande calo degli affitti in tutto il Paese: i costi all’inizio di quest’anno sono scesi del 23%. Anche San Francisco sta pertanto cercando di attirare sempre più persone offrendosi nella sua nuova versione "2.0". 

C’è una domanda ora che attanaglia sia Ethereum che San Francisco: tutto questo sarà sufficiente?

Sebbene il numero degli sviluppatori su Ethereum sia un po’ più difficile da determinare, abbiamo già visto che il numero di nuovi arrivati ​​a San Francisco è diminuito del 21%. Allo stesso modo, Ethereum potrebbe correre il rischio di perdere definitivamente la sua clientela a favore di chain alternative, se non affronterà e risolverà nell’immediato futuro i suoi punti critici.

Ethereum e San Francisco hanno entrambi rappresentato la chiave di volta per lo sviluppo dei rispettivi ecosistemi. I loro progetti costituiscono la base su cui le nuove ed entusiasmanti alternative di oggi vengono costruite e continuamente modificate.

Mentre la comunità blockchain si riversa verso soluzioni alternative e i cittadini di San Francisco si preparano al trascolo, sorge spontanea una domanda: in quale blockchain risiedi? Spero in una blockchain con un network poco intasato, tariffe più competitive e la capacità di gestire in maniera efficiente un afflusso di nuovi arrivati. Se così non fosse, potrebbe essere arrivato il momento di valutare un cambiamento.

Questo articolo non contiene consigli di investimento. Ogni decisione di investimento e di trading comporta dei rischi: i lettori dovrebbero effettuare le proprie ricerche prima di prendere una decisione.

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Alex Wearn è il co-fondatore e CEO di IDEX, un exchange di criptovalute incentrato sulle prestazioni e sulla sicurezza. Ha dedicato la sua carriera allo sviluppo di software, incluso il periodo trascorso in una startup di marketing analytics, acquisita poi da IBM, e come analytics project manager per Adobe. Prima di IDEX, si occupava di pianificare la capacità di Amazon Logistics. Dal 2014 collabora con startup operanti nel settore delle criptovalute, passando poi a un impiego a tempo pieno con il lancio di IDEX nel 2018.