Uniswap, exchange decentralizzato leader nel settore, ha annunciato il delisting di una serie di token dalla sua interfaccia. La modifica è stata confermata lo scorso venerdì, specificando che i token sarebbero stati soltanto rimossi dall'interfaccia dell'app, mantenendo il protocollo immutato:

"Queste modifiche riguardano l'interfaccia di app.uniswap.org: il protocollo rimane completamente autonomo, immutabile e senza necessità di autorizzazione."

La società Uniswap Labs gestisce il team di sviluppo software che ha creato il front-end della web app. Il front-end è separato dal protocollo Uniswap stesso, che è un codice autonomo rilasciato pubblicamente.

In un blog post, Uniswap Labs ha suggerito che l'aumento della pressione normativa potrebbe aver influenzato la loro scelta, affermando: "Monitoriamo l'evoluzione del panorama normativo". La società ha anche definito la decisione "coerente con le azioni intraprese da altre interfacce DeFi".

I token rimossi dall'interfaccia della piattaforma includono strumenti che potrebbero essere a rischio di essere classificati come titoli dai regolatori, inclusi titoli tokenizzati, token di opzioni, token assicurativi e asset sintetici da piattaforme di derivati ​​crypto, come Synthetix.

Il token Tether Gold (XAUT), ancorato al valore dell'oro, è tra gli asset presi di mira. Tuttavia il fondatore di Uniswap Hayden Adams ha attribuito la rimozione di XAUT a bug nel codice. Anche alcuni meme-token, tra cui Grumpy Cat (GRUMPY), sono stati inseriti nella lista nera di Uniswap.

La community crypto ha reagito mettendo in discussione la presunta decentralizzazione di Uniswap. Esperti del settore come "ChainLinkGod" hanno chiesto perché i detentori di UNI non abbiano potuto votare riguardo i delisting:

"Scarse informazioni a riguardo. Questa decisione è stata presa attraverso votazione da parte della governance? In caso contrario, questo apre un vaso di Pandora e crea un terribile precedente."

Uniswap è attualmente il principale exchange decentralizzato per volume di scambi: le versioni v2 e v3 del protocollo contano un valore di scambi combinato pari a 1,45 miliardi di dollari nelle ultime 24 ore.

La pressione normativa sul settore delle criptovalute sta aumentando in tutto il mondo: di recente anche piattaforme del calibro di Binance e BlockFi hanno subito l'ira delle autorità, rispettivamente nel Regno Unito e negli Stati Uniti.

Di recente anche la CONSOB, l'ente che in Italia si occupa di regolamentare i mercati finanziari, ha pubblicato un avviso contro Binance Group, nel quale dichiarava che l'azienda non era autorizzata a fornire servizi di investimento in Italia. Il giorno successivo, il popolare exchange di criptovalute ha annunciato che "con effetto immediato" gli stock token non sarebbero più stati disponibili all'acquisto sulla piattaforma.