All'indomani del crollo di FTX Adrienne Harris, sovrintendente del Dipartimento dei Servizi Finanziari (DFS) di New York, si è unita alla discussione sulla regolamentazione a livello nazionale, ritenendo che qualsiasi legislazione federale in materia di criptovalute non debba scavalcare i regimi normativi statali. 

Durante il suo intervento, intitolato "Digital asset regulation: The state perspective", Harris ha suggerito ai legislatori di Washington di osservare con attenzione il regime normativo dello Stato di New York:

"Vorremmo che a livello nazionale avessimo un framework normativo simile a quello di New York, in quanto credo che si stia dimostrando molto solido e sostenibile".

Tuttavia, Harris ha aggiunto che è necessaria una maggiore regolamentazione, sottolineando l'ampio processo di registrazione attuato a New York, che comprende la valutazione della struttura organizzativa della società, l'idoneità dei dirigenti, i bilanci, i regimi di antiriciclaggio e di verifica dell'identità dei clienti come garanzia della sicurezza finanziaria degli investitori. 

Correlato: Fed di New York collabora con il MAS di Singapore per approfondire le CBDC

Durante lo stesso panel, il collega di Harris, Peter Marton, virtual currency chief del NYDFS, ha ricordato al pubblico che FTX non ha mai ottenuto una licenza BitLicense per operare nello Stato.

Introdotta nel 2015, la licenza BitLicense dello Stato di New York è notoriamente difficile da ottenere e ha suscitato aspre critiche persino da parte del sindaco di New York Eric Adams, che da tempo progetta di fare dello Stato il "centro della crypto industria".

Nel giugno 2022, il DFS ha pubblicato una guida normativa per le stablecoin collateralizzate a dollari statunitensi. Secondo il framewotk normativo, una stablecoin deve essere completamente sostenuta da riserve al termine di ogni giorno lavorativo, con l'emittente che necessita una politica di riscatto approvata in anticipo dal DFS, che dia al titolare il diritto di recuperare dollari statunitensi.