Il volume giornaliero "reale" di Bitcoin (BTC) è salito a livelli che non si vedevano da tre mesi, dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
Secondo l'ultimo rapporto settimanale della società di analisi Arcane Research, lo scorso giovedì – 24 febbraio, il primo giorno dell'invasione – il volume reale di scambi giornalieri di BTC è salito al di sopra dei 10 miliardi di dollari: la cifra più alta registrata dal 4 dicembre.
I motivi, sostiene l'azienda, potrebbero essere molteplici: raccolte fondi per aiutare l'Ucraina, l'aumento della domanda in risposta ai blocchi economici, o i cittadini russi che acquistano l'asset per contrastare "i controlli sui capitali più severi degli ultimi decenni."
Anche la forte pressione di vendita da parte degli investitori che cercano di ridurre la propria esposizione a un asset rischioso come Bitcoin potrebbe aver contribuito all'impennata del volume giornaliero, dato che quel giorno – il 24 febbraio appunto – il prezzo è sceso del 10%.
Il termine "volume di scambio reale" si riferisce a dati provenienti da exchange ritenuti affidabili e privi di attività di wash trading.

Gli aggregatori di dati crypto come CoinGecko – che traggono i propri dati da oltre 500 exchange – sostengono che i volumi di trading di BTC il 24 febbraio si aggiravano sui 25 miliardi di dollari. Il grafico del volume reale di BTC di Messari dipinge invece un quadro simile a quello di Arcane: un picco di circa 11,6 miliardi di dollari lo scorso giovedì.
Da allora, sempre secondo Messari, il volume giornaliero reale di BTC è sceso a circa 7,5 miliardi di dollari.
Arcane Research ha anche evidenziato che il 28 febbraio il prezzo di BTC ha visto il suo più grande aumento percentuale giornaliero in oltre un anno: +14,5% nell'arco di 24 ore. L'azienda ha in parte attribuito l'aumento all'adozione delle criptovalute in Russia e Ucraina, nonché alla speculazione globale sui casi d'uso delle criptovalute in caso di guerra su larga scala:
"Gli investitori ipotizzano che le criptovalute diventeranno sempre più importanti, in quanto denaro apolitico e trustless, in un momento di crescente incertezza geopolitica, conflitti e controlli sui capitali. Questa speculazione potrebbe aver contribuito all'aumento del 15% del prezzo del Bitcoin negli ultimi sette giorni."
Criptovalute in Russia e Ucraina
I servizi finanziari e i mercati gravemente perturbati sia in Russia che in Ucraina hanno avuto effetti sull'uso delle criptovalute nelle due regioni. Il report evidenzia infatti un aumento significativo degli acquisti di criptovalute da parte dei cittadini ucraini.
All'incirca nel periodo in cui è iniziata l'invasione russa, tra il 24 e il 25 febbraio, gli acquisti giornalieri di Tether (USDT) su Binance tramite grivna ucraina (UAH) sono aumentati da circa 2,5 milioni a un picco di 8,5 milioni di dollari. Il grafico BTC/UAH mostra una traiettoria simile, passando da circa 1 milione a 3 milioni di dollari nello stesso arco di tempo.

Un fenomeno simile si è verificato anche in Russia: tra il 21 e il 28 febbraio, gli acquisti di USDT tramite rublo sono passati da circa 15 milioni a 34,94 milioni di dollari. Stessa storia per gli investimenti in Bitcoin, da 5 a 15 milioni di dollari.