WikiLeaks Shop, divisione merchandising dell'organizzazione anonima no-profit WikiLeaks, nella giornata di venerdì 20 aprile ha segnalato su Twitter che Coinbase ha bloccato il wallet della società.

Il tweet di WikiLeaks Shop contiene lo screenshot di una presunta email di Coinbase che afferma che l'organizzazione ha violato i loro Termini di servizio. Al momento, Coinbase non ha commentato l'accaduto.

I ricavati del negozio servono per finanziare WikiLeaks, e i clienti possono pagare in Bitcoin, Litecoin, Bitcoin Cash, Dash, Dogecoin, Ethereum, Neo, Namecoin, Vertcoin, Monero e ZCash attraverso Coinpayments.net.

In un tweet, WikiLeaks ha chiesto alla comunità di protestare boicottando Coinbase:

Secondo il sostenitore di Bitcoin (BTC) Andreas M. Antonopoulos, Coinbase avrebbe "ripetuto il corso degli eventi", dato che Bitcoin ha avuto un ruolo fondamentale quando all'organizzazione no-profit è stato vietato l'uso dei sistemi bancari tradizionali:

Lo scorso autunno, il leader di WikiLeaks, Julian Assange, ha ringraziato pubblicamente il governo statunitense su Twitter per aver costretto l'organizzazione a fare affidamento su Bitcoin, garantendo a WikiLeaks un ritorno economico del 50.000%. Il sito web WikiLeaks accetta donazioni in Bitcoin, Litecoin, Monero e ZCash.

Antonopoulos ha aggiunto in un commento al suo tweet che questo embargo di Coinbase è diverso dal primo, in quanto "puramente simbolico", dato che ci sono molti altri wallet di criptovalute, ma che "serve a ricordarci cosa significano centralizzazione e normative bancarie".