Ieri YouTube, nota piattaforma di condivisione video, ha rimosso senza apparente motivazione il canale con 251.000 iscritti di Anthony Pompliano, co-fondatore di Morgan Creek Digital e presentatore del The Pomp Podcast, per poi ripristinarlo successivamente.

In un aggiornamento di lunedì sul suo account Twitter, Pompliano ha dichiarato di aver ricevuto un messaggio da YouTube sostenente che una recente intervista con PlanB, creatore del modello Stock-to-Flow, "attività illegali". L'intero canale di Pompliano è stato reso non disponibile per circa due ore, prima di essere ripristinato.

"YouTube ha prima dichiarato che il contenuto, un'intervista inerente Bitcoin, fosse dannosa e pericolosa", ha dichiarato Pompliano. "Hanno poi annunciato che avremmo ricevuto uno strike, ma al contrario ho ricevuto una seconda e-mail pochi istanti dopo, che affermava che il canale sarebbe stato cancellato".

Stando alle affermazioni di Pompliano, non avrebbe ricevuto alcuno "strike", ovvero violazioni delle linee guida della comunità di YouTube: tre strike entro 90 giorni possono comportare la rimozione permanente di un canale, ma il video in questione pare non presentare alcun contenuto discutibile. Tuttavia, le linee guida riportano che la piattaforma si riserva il diritto di rimuovere i canali anche per "un singolo caso di grave abuso" o per account riportanti contenuti di odio, molestie o impersonificazione.

Già in passato YouTube prese di mira i contenuti legati alle criptovalute, con i suoi algoritmi che etichettavano i video su Bitcoin come potenzialmente dannosi, lasciando i revisori umani a valutare eventuali motivi di ricorso. Nel caso di Pompliano, è stato in grado di ottenere l'attenzione del team di supporto di YouTube su Twitter in pochi minuti – probabilmente grazie ai suoi 1,1 milioni di follower e all'account verificato. Tuttavia, altri creatori di contenuti del settore hanno riferito di aver dovuto aspettare diversi giorni per riavere indietro i loro canali.

La rimozione apparentemente arbitraria dell'account di un importante attore nel settore crypto evidenzia il pericolo di affidarsi a una piattaforma centralizzata come YouTube. La scorsa settimana, Facebook, Instagram e WhatsApp sono rimasti offline per circa sei ore.

Di recente, YouTube è stato al centro dell'attenzione per il tentativo di eliminare i video relativi alla disinformazione sulla sanità circa la pandemia di COVID-19. Nel mese di agosto, la piattaforma ha dichiarato di aver rimosso più di 1 milione di video "relativi a informazioni inesatte o pericolose sul coronavirus" da febbraio 2020.