In data 2 ottobre, il prezzo di Bitcoin (BTC) ha raggiunto un picco di 28.600$. Ma da allora la criptovaluta ha perso il proprio impeto rialzista, forse a causa del fatto che l'attesissimo lancio negli Stati Uniti degli ETF su Ether (ETH) non ha generato i volumi che in molti si aspettavano.
Sebbene il recente rally verso il limite superiore del range di prezzo sia promettente, alcuni rappresentanti della Federal Reserve hanno ribadito i timori per un'imminente recessione economica.
Bitcoin ha dimostrato una certa forza nel breve termine, mantenendo il supporto a 27.200$ il 3 ottobre e superando i 27.500$ il 5 ottobre. Tuttavia, tre fattori chiave stanno frenando lo slancio rialzista.
Le forze macroeconomiche esercitano una pressione ribassista
Il 2 ottobre, il vicepresidente della Federal Reserve Michael Barr ha dichiarato di prevedere un rallentamento della crescita economica a causa dell'aumento dei tassi di interesse. Ha inoltre sottolineato che il pieno impatto dell'attuale politica monetaria non si è ancora realizzato.
Il 3 ottobre, il rendimento reale dei Treasury statunitensi a 10 anni – un valore che tiene conto dell'inflazione – ha raggiunto il 2,47%: si tratta del livello più alto in quasi 15 anni, stando ai dati del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Parallelamente, lo U.S. Dollar Index (DXY) ha raggiunto il valore più alto degli ultimi 10 mesi.
Inoltre, Reuters ha riportato che gli Stati Uniti sono diventati una destinazione d'investimento più attraente grazie alla loro "economia resiliente," che vanta prospettive di crescita più solide rispetto all'Europa e alla Cina.
Attività ridotta per i long con leva
I futures mensili sul Bitcoin vengono solitamente scambiati con un leggero sovrapprezzo rispetto ai mercati spot, indicando che i venditori chiedono più denaro per ritardare il regolamento. Di conseguenza, in un mercato sano i contratti futures sul BTC dovrebbero essere scambiati con un premium annualizzato del 5-10%: tale condizione è nota come "contango," e non è esclusiva dei mercati crypto.
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Tuttavia, il premium dei futures sul BTC continua a rimanere al di sotto della soglia neutrale del 5%, mantenendosi invece in una fascia neutrale-ribassista. Ciò indica una mancanza di domanda di posizioni long con leva.
Inoltre, l'attività di trading sulle borse tradizionali è scesa a livelli che non si vedevano dalla fine del 2020, a testimonianza del ridotto interesse da parte degli investitori istituzionali.
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Va comunque sottolineato che il calo dei volumi di trading può essere attribuito al fatto che alcune importanti società di trading statunitensi, come Jane Street Group e Jump Trading, abbiano di recente preso le distanze dai mercati crypto. Bloomberg ha riferito che la ragione principale di tale scelta è "l'aumento del controllo normativo," che ha reso il mercato meno attraente per gli investitori istituzionali.
Poca fiducia nell'approvazione imminente di un Bitcoin ETF spot
I bull continuano a sperare nella potenziale approvazione di un ETF spot da parte della Securities and Exchange Commission statunitense. Tuttavia, l'autorità di regolamentazione continua a posticipare la propria decisione. Inoltre, il recente lancio di ETF basati su futures di Ether ha visto una domanda sorprendentemente debole.
E nonostante la sentenza favorevole del tribunale per la conversione del Grayscale Bitcoin Trust in un Bitcoin ETF spot, il prodotto di Grayscale continua a essere scambiato con uno sconto del 19% rispetto al valore spot dell'asset. Questo dato indica una mancanza di fiducia nell'approvazione di un ETF spot su Bitcoin, in quanto dopo la conversione gli investitori avrebbero la possibilità di riscattare le loro azioni al valore nominale.
In definitiva, Bitcoin non è riuscito a superare il livello di resistenza di 28.500$, e i rappresentanti della Federal Reserve hanno espresso preoccupazione per le imminenti pressioni economiche. Di conseguenza, le probabilità di superare questa resistenza nel breve termine appaiono poco favorevoli.