Chiedete conferma a qualsiasi politico, genitore o sociologo: convincere la gente a cambiare abitudini è molto difficile.

“Business as usual” è più che un modo di dire: continuare a fare le cose come le abbiamo sempre fatte è il modus operandi più semplice e diffuso. Cambiare questo modo di pensare richiede molti sforzi. Newton aveva ragione.

Più il comportamento originale è radicato nella coscienza collettiva, più è difficile estirparlo. Per avviare la transizione di solito c’è bisogno di varie spinte lungo la curva di adozione, anche nota come Technology Adoption Lifecycle, o Diffusion of Innovations, descritta per la prima volta negli anni '60.

Curva di adozione delle nuove tecnologie. Fonte: (Rogers 2003)

Questo modello descrive come vengono adottate nuove idee e prassi, partendo da un piccolo numero di innovatori, seguiti dagli early adopter. In seguito, il trend cresce in volume fino a riempire la curva: al centro si trova la maggioranza degli utenti, seguiti dai ritardatari nella parte finale della curva che tende a infinito.

Non si può negare la potenza visiva di questo esempio. In particolare, la curva evidenzia quanto impegno deve essere profuso da coloro i quali cercano di avviare dei cambiamenti: l’inclinazione è maggiore quando si cerca di costruire consenso e avvicinare le masse. Quando si arriva a metà dell’opera è molto più semplice, grazie all’attrazione gravitazionale, scollinare dall’altra parte (se accettiamo il parallelo tra il network effect e la gravità).

Ogni persona trova la propria zona di comfort su questa curva, e ciò dipende da molteplici fattori: propensione al rischio, attitudine al cambiamento e così via. Detto ciò, veniamo sempre influenzati da elementi esterni, anche se preferiamo pensare di decidere da soli.

Prendiamo ad esempio lo smart working, che era ancora nella fase dell’early adoption sin all’inizio di quest’anno, nonostante la tecnologia fosse ormai a disposizione di tutti e la curva stesse iniziando a modificarsi.

Promettere maggiore autonomia e produttività, nonché un risparmio di tempo e denaro, non è stato abbastanza per incoraggiare la maggior parte di noi a lavorare da casa: ci è voluta una pandemia mondiale, che lo ha reso una necessità, se non si voleva perdere il proprio lavoro. Diventato obbligatorio lo smart working, gli incentivi ad adottarlo erano allineati come non mai.

Malgrado le resistenze che caratterizzano i ritardatari alla fine della curva, ormai molte persone ritengono che questo modo di lavorare sarà “la normalità”, nel lungo periodo. Questo, ovviamente, avrà enormi conseguenze sul business, sui viaggi, sulla vita di comunità e su molto altro.

E gli incentivi per adottare le criptovalute?

Diffusione ed adozione delle crypto

Bitcoin è nato da più di dieci anni, ma la maggior parte delle persone sostiene che siamo ancora in una fase di early adoption. Al momento ci sono molti fattori che spingono per un incremento dell’utilizzo di BTC, a partire da una probabile nuova crisi economica fino al lancio di nuovi prodotti con user interface migliorate e semplici da usare.

I primi innovatori sono motivati dalla tecnologia e dalla visione, ed alcuni di loro esprimono sdegno verso chi lo fa per motivi finanziari. Detto questo, al momento ci troviamo alla base della parte più ripida della curva: ciò significa che la maggior parte delle persone necessita di altri incentivi per accettare il nuovo trend.

Aubrey Strobel è l’Head of Communications di Lolli, una piattaforma orientata ai clienti statunitensi che elargisce Bitcoin a chi fa shopping online su molti siti. Strobel ha dichiarato:

“Per molte persone Lolli è il primo wallet Bitcoin, è la prima volta che si avvicinano a questa tecnologia. Per loro è molto semplice, dato che non devono cambiare le loro abitudini: fanno shopping online come prima, ma gli basta attivare la nostra estensione per browser e ricevono passivamente Bitcoin con degli acquisti che avrebbero fatto ugualmente.”

Ricevere piccole quantità di BTC senza rendersene conto

Quando si tratta di cambiare i comportamenti, un approccio passivo aiuta molto. Gli attriti vengono meno: con l’estensione per browser Lolli gli utenti non devono creare nuovi account per ogni negozio online, ma basta un click per fare opt-in quando entrano sul sito. Strobel ha spiegato:

“La maggior parte delle persone non imparerà mai come si minano Bitcoin. Qualcuno andrà su un exchange, ma sono sempre pochi: la maggioranza non sa nemmeno come si compra un’azione. Altri potrebbero andare su Coinbase e poi cercare di capire come scambiare e depositare i propri asset in sicurezza, ma con Lolli si accumulano Bitcoin senza alcuno sforzo.”

Questo implica che, una volta accumulati satoshi (o sat, l’unità di misura più piccola del BTC), sempre più persone saranno interessate a capire come conservarli al sicuro e come spenderli. Strobel riconosce che questo è il prossimo aspetto su cui dovrebbe concentrarsi la piattaforma:

“Solo una piccola percentuale di persone ritira i fondi guadagnati, quindi dobbiamo insegnare loro come custodire i propri soldi. Vogliamo avviare delle partnership con alcuni wallet, ma il prossimo passo sarà sicuramente spiegare come gestire al meglio i propri asset.

Al momento portiamo avanti queste attività sul nostro blog, dove pubblichiamo contenuti veloci che illustrano i lati sia positivi che negativi di Bitcoin. Ad agosto festeggeremo il nostro secondo anniversario e penso che i tempi siano maturi affinché le persone gestiscano in autonomia i propri account, in particolare se hanno accumulato un bel po’ di fondi”

Tutto gira intorno agli incentivi. Imparare come gestire una crypto potrebbe sembrare troppo complesso se il processo è interamente teorico, ma se possiedi già dei Bitcoin hai delle forti motivazioni per tenerli al sicuro. Questo processo mentale sfrutta il ben noto “bias dell’avversione alle perdite”: ciò significa che siamo molto riluttanti ad abbandonare ciò che abbiamo, se i benefici che ci si prospettano davanti sono intangibili o teoretici.

Incoraggiare le azioni positive

sMiles, startup nata grazie a una collaborazione internazionale, intende compiere un ulteriore passo avanti: incoraggiare attività ad impatto sociale in cambio di crypto, distribuendo ricompense per azioni come camminare o correre, o addirittura guidare. Il progetto sMiles, che significa “sats for miles”, è ancora in beta: per finanziare lo sviluppo dell’app e accumulare satoshi prevede anche la possibilità di sottoporre agli utenti video pubblicitari o giochi online.

Il fondatore Igor Berezovsky da anni cerca un modo di monetizzare comportamenti salutari, ma solo adesso è riuscito a dar forma alla sua visione, grazie alla combinazione delle tecnologie di tracking moderne (quali i sensori di movimento) e Bitcoin col suo Lightning Network. Per ora le ricompense sono esigue, ma qualora nel futuro Bitcoin dovesse continuare a crescere di prezzo, potremmo assistere a una notevole rivalutazione del progetto.

Lo stesso Berezovsky ha dichiarato

“Se oggi compro delle scarpe Nike a 100$ e una società mi offre un cashback di 2$, non mi cambia la vita. Ma se prendiamo in esame la possibilità di una 'iperbitcoinizzazione', tra otto anni potrei aver di fatto ottenuto queste scarpe gratuitamente. Anche se ora sembra implausibile, la semplice possibilità che questo possa accadere rende Bitcoin il migliore tool per incentivare le persone, al momento.”

O almeno per incentivare le persone con uno sguardo al lungo periodo.

Come Lolli, l’app non richiede alcuna competenza informatica o crypto per funzionare, e ti permette di accumulare ricompense compiendo azioni che avresti svolto in ogni caso (oltre ai satoshi che ottieni semplicemente camminando, puoi averne altri guardando video promozionali, ma è interamente opzionale).

In futuro Berezovsky vorrebbe monetizzare anche altre azioni:

“Riteniamo che molti comportamenti della vita reale, per quanto semplici, possano essere rappresentati tramite transazioni economiche. Penso alla condivisione dei contenuti, ma anche a gesti fatti offline. Grazie a Lightning Network, che permette di svolgere piccole transazioni istantaneamente, in sicurezza e con fee molto basse, possiamo offrire una ricompensa per quasi tutto.”

Considerato che ogni giorno forniamo dati simili in maniera del tutto gratuita utilizzando le nostre app ed i nostri device, la possibilità di essere pagati per farlo suona molto attraente. 

Entrambi i modelli di business sono abbastanza diffusi da potersi adattare a cambiamenti di massa nei comportamenti, come quelli che abbiamo registrato quest’anno. Strobel fa notare:

“Gli utenti erano attratti in primis dai viaggi, ma le restrizioni ai movimenti ci hanno colpito duramente. La gente ora compra altre cose, e sempre più utenti fanno acquisti online.”

Il futuro è nelle ricompense

I comportamenti quotidiani incentivati dai satoshi non cambiano nella sostanza, ma solo nel contesto: infatti sMiles può tracciare il numero di chilometri percorsi nella propria auto privata piuttosto che sui mezzi pubblici, mentre Lolli offre maggiori ricompense per acquistare carta igienica al supermercato che lunghi viaggi.

Probabilmente, in futuro diremo che il 2020 è stato un anno di mutamenti epocali. A volte siamo in grado di identificare questi momenti di cesura solo a posteriori, e potrebbe essere così per tutti quelli che durante la prossima bull run di Bitcoin si renderanno conto che i propri satoshi valgono molto di più.

Tutti i più importanti player del mondo crypto hanno dovuto affrontare degli ostacoli in passato: hanno studiato, evitato le truffe e accolto nelle loro vite qualcosa di completamente nuovo. Finora tutti sono stati in grado di indicare il momento della loro epifania, quando hanno colto (almeno in parte) il reale potenziale di una valuta decentralizzata.

Sarà quindi lo sviluppo degli incentivi la spinta di cui hanno bisogno i nuovi utenti per tuffarsi in questo settore?

Maya Middlemiss è ossessionata dal futuro e dal suo impatto sociale distribuito in maniera non uniforme: il futuro del denaro, del lavoro, della tecnologia e dell'umanità. È appassionata di inclusione ed educazione tramite una narrazione efficace, e crede che tutto questo sia troppo emozionante per lasciarlo soltanto in mano ai fanatici.

Maya ha una personalità eclettica: lavora come giornalista, autrice, podcaster e sostenitrice dello smart working. Per ricaricare le batterie quando offline, adora fare escursioni ed esplorare le sue località preferite in Spagna orientale.