Masayoshi Amamiya, vicedirettore della Bank of Japan (BOJ), ha recentemente ribadito la propria opinione negativa sulle valute digitali distribuite da banche centrali (CBDC).

Durante un incontro a Nagoya, Amamiya ha espresso le proprie perplessità riguardo all'utilizzo di CBDC, affermando che difficilmente simili tecnologie potranno migliorare il sistema monetario già esistente. Al momento la BOJ non pianifica pertanto la distribuzione di una moneta digitale.

Alcuni esperti considerano le CBDC degli strumenti finanziari che consentirebbero alle banche centrali di controllare l'economia quando i tassi d'interesse crollano a zero. Secondo tale teoria, grazie alle CBDC sarebbe possibile stimolare l'economia applicando maggiori interessi sui depositi da parte di individui e aziende, portando a maggiori spese di denaro.

Amamiya ha tuttavia messo in discussione tale tesi, spiegando l'imposizione d'interessi sulle criptovalute funzionerebbe soltanto nel caso in cui venisse eliminato il denaro tradizionale dal sistema finanziario. In caso contrario, il pubblico continuerebbe a convertire le monete digitali in contanti per evitare il pagamento di tariffe aggiuntive:

"Affinché le banche centrali possano superare la soglia zero sui tassi d'interesse nominali, dovrebbero prima eliminare il denaro tradizionale dalla società".

Tuttavia al momento non è possibile rimuovere i contanti in Giappone, poiché si tratta di un metodo di pagamento estremamente popolare nel paese. La BOJ considera inoltre il passaggio da denaro tradizionale e criptovalute "un ostacolo parecchio alto", in quanto queste ultime vengono spesso associate ad investimenti speculativi.

Già ad aprile Amamiya aveva espresso simili opinioni di scetticismo sulle CBDC, dichiarando che una moneta digitale supportata dal governo potrebbe influenzare negativamente il sistema finanziario corrente.