In seguito alla correzione che ha riportato il prezzo di Bitcoin (BTC) sotto i 12.000$, alcuni investitori hanno iniziato a preoccuparsi per la possibilità di un altro crollo del mercato crypto, simile a quello avvenuto l’11 marzo.

Tuttavia, i dati di CryptoQuant, una società di analisi on-chain, suggeriscono il contrario, in quanto le riserve di Bitcoin sugli exchange hanno raggiunto il valore più basso dell’anno. Ki Young Ju, CEO di CryptoQuant, ha commentato:

“La gente continua a preoccuparsi di un grande sell-off simile a marzo, ma gli exchange non hanno la stessa quantità di Bitcoin inattivi (pronti ad essere venduti) di quel giorno.”

Grafici delle riserve su tutti gli exchange e dell’MPI

Grafici delle riserve su tutti gli exchange e dell’MPI. Fonte: CryptoQuant

Il parametro delle riserve di Bitcoin sugli exchange indica la quantità di BTC tenuta all’interno delle piattaforme di scambio. Quando la cifra raggiunge un minimo, suggerisce che gli investitori hanno prelevato le proprie monete dall’exchange per conservarle in un posto più sicuro e permanente.

I dati di Chainalysis mostrano che il numero di BTC posseduti per periodi fino a 52 settimane è in aumento. Inoltre, la piattaforma di analisi on-chain Glassnode ha recentemente osservato un comportamento simile, commentando che “il calo dei saldi di Bitcoin sugli exchange segnala una pressione di vendita ridotta.

Al momento della stesura, 2,6 milioni di BTC si trovano su exchange, una cifra più bassa rispetto a quella segnata prima del crollo di marzo, pari a 2,9 milioni di BTC.

I miner non stanno vendendo

I dati di CryptoQuant hanno inoltre rivelato che i miner stanno scegliendo di conservare i BTC guadagnati.

Questo suggerisce che prevedono prezzi più alti, ed è una buona indicazione del sentiment positivo, dato che i miner costituiscono una porzione significativa della pressione di vendita in Bitcoin, e di conseguenza esercitano una certa influenza sul prezzo del crypto asset.

Anche l’hash rate di Bitcoin è in aumento, un altro segnale rialzista dettato dal fatto che un maggior numero di persone considera il prezzo di BTC più affidabile al di sopra del prezzo di produzione, fattore che spiega la forte correlazione tra hash rate e prezzo.

Afflussi di Bitcoin verso tutti gli exchange

Afflussi di Bitcoin verso tutti gli exchange. Fonte: CryptoQuant

Anche se il numero di BTC sugli exchange si trovi attualmente a un minimo per il 2020, i dati di CryptoQuant indicano che presto questa cifra potrebbe cambiare, in quanto gli afflussi di Bitcoin verso gli exchange sono in crescita. Secondo Ki Young Ju, una maggiore quantità di BTC inviati agli exchange è generalmente un segnale ribassista:

“Gli afflussi di BTC (netflow) verso exchange spot potrebbero indicare una potenziale pressione di vendita, gli afflussi di stablecoin indicano una potenziale pressione d’acquisto.”

Nonostante l’aumento degli afflussi di Bitcoin verso gli exchange sia solitamente una brutta notizia, anche i trasferimenti di USDT sono in crescita. Secondo i dati di Glassnode, infatti, il 17 agosto hanno raggiunto un nuovo massimo per il 2020.