Stando ad un'analisi, Bitcoin (BTC) non avrebbe subito una "massiccia richiesta di margin call sui futures" man mano che la quotazione di BTC sprofondava verso i minimi di due mesi.
In un thread odierno condiviso su X (ex Twitter), Checkmate, il principale analista on-chain della società di dati sulla blockchain Glassnode, ha rivelato un cambiamento cruciale nel bull market di Bitcoin.
I derivati non sono "dominanti" nel crollo del prezzo di BTC
Sebbene Bitcoin abbia sorpreso alcuni con il suo movimento verso i 56.500$ registrato il 1° maggio, in termini più ampi, questa flessione del bull market sembra essere catartica per la salute del mercato.
Come dimostra Checkmate, una graduale "riduzione della leva finanziaria" nei futures di Bitcoin è in corso dagli ultimi massimi storici di Bitcoin raggiunti a metà marzo. Ciò, sostiene Checkmate, sta ponendo fine agli "eccessi del bull market".
"Per quelli di voi che erano presenti durante il bull market di Bitcoin del 2021, ricorderete i pesanti eventi di deleveraging guidati dai derivati che lo hanno stroncato", si legge in un post.
"Stiamo assistendo ad un'uscita di scena dei derivati? Non credo".
Un grafico di accompagnamento confronta la flessione rispetto al tragitto di Bitcoin verso i 58.000$ durante il primo trimestre del 2021.
Checkmate indica i tassi di finanziamento sempre bassi sui derivati come un chiaro fattore di distinzione tra il mercato attuale e quello di tre anni fa.
"I tassi di finanziamento si sono raffreddati gradualmente, non violentemente, il che è decisamente salutare da constatare. Ciò suggerisce che ieri non abbiamo assistito a una pesante margin call sui futures", ha spiegato.
Con ciò, l'attenzione si è spostata su altre cause all'origine dell'ultima ricaduta al ribasso del prezzo di BTC, che al momento della stesura non è riuscito a recuperare molto oltre i minimi.
"I mercati dei futures hanno assistito anche a due eventi di deleveraging statisticamente significativi prima di questo sell-off", si legge nel thread accanto ad un grafico della variazione a 7 giorni dei livelli di open interest dei futures di Bitcoin.
"Abbiamo toccato due punti di eccesso durante il rally verso i 73.000$, ma la situazione si è raffreddata rapidamente. Ancora una volta, non sembra che i derivati siano stati il fattore dominante in questo sell-off di Bitcoin".
Bitcoin scivola al di sotto della base di costo degli ETF
A proposito di vendite, il 1° maggio gli ETF spot su Bitcoin hanno registrato deflussi netti di oltre mezzo miliardo di dollari.
In quella che potrebbe essere una reazione impulsiva all'andamento del prezzo di BTC da parte degli investitori, anche l'iShares Bitcoin Trust (IBIT) di BlackRock ha perso quasi 40 milioni di dollari, registrando il suo peggior giorno.
Una storia simile è stata visibile per tutti i prodotti ETF, con flussi negativi su tutta la linea, secondo i dati forniti da fonti come la società di investimento britannica Farside.
Il maggior deflusso è stato registrato dal Fidelity Wise Origin Bitcoin Fund (FBTC) di Fidelity Investments, con 191 milioni di dollari.
"Il prezzo di Bitcoin è destinato a suscitare più paura in tutto il mercato e poi a toccare il minimo prima della continuazione al rialzo", sostiene il popolare trader Mikybull Crypto su X.
"IBIT ha registrato 36,9 milioni di dollari, il primo deflusso in assoluto dall'approvazione dell'ETF, a causa del prezzo attualmente inferiore alla base di costo. Ricordate che in ogni bull cycle di BTC, le buone notizie segnalano sempre il top, mentre le cattive notizie segnalano il bottom".
Il post evidenzia un significativo reset del sentiment del mercato crypto, con il Crypto Fear & Greed Index che torna in territorio "neutrale" a 43/100: il livello più basso da settembre dello scorso anno.
Questo articolo non contiene consigli o raccomandazioni di investimento. Ogni operazione di investimento e di trading comporta dei rischi e i lettori devono condurre le proprie ricerche prima di prendere una decisione.
Traduzione a cura di Walter Rizzo