Secondo gli analisti di JPMorgan Chase, colosso statunitense del settore bancario, la recente crescita dei mercati ha reso il prezzo di Bitcoin (BTC) molto maggiore rispetto al suo valore intrinseco. L'istituzione bancaria spiega infatti che gli ultimi movimenti di Bitcoin risultano estremamente simili all'impennata di fine 2017, che ha poi portato ad un lungo periodo ribassista.

Per determinare il valore della moneta gli analisti hanno studiato il costo necessario per la produzione di un Bitcoin, calcolato in base a parametri come potenza di calcolo, consumo elettrico ed efficienza energetica dell'hardware:

"Negli ultimi giorni, il prezzo della moneta ha di gran lunga superato i costi di produzione. Si tratta di un movimento che richiama all'impennata del tardo 2017: al tempo la divergenza si era risolta con una riduzione dei prezzi."

Nel corso di febbraio e marzo, Bitcoin ha continuato ad oscillare attorno ai 5.000$. Nel mese di aprile abbiamo assistito ai primi segnali di ripresa, che hanno portato la scorsa settimana il prezzo della criptovaluta a ben 8.300$. Se si considera che a dicembre 2018 Bitcoin veniva scambiato per circa 3.300$, la moneta ha registrato in pochi mesi un incremento del 150%.

Bitcoin’s 3-month chart, Feb. 20 — May 20 2019

Grafico trimestrale di Bitcoin, dal 20 febbraio al 20 maggio 2019. Fonte: CoinMarketCap

Al tempo stesso, JPMorgan sottolinea che questa analisi potrebbe non essere totalmente accurata:

"Riuscire a definire il giusto valore di una criptovaluta è un'impresa parecchio ardua. A tal proposito, le opinioni degli esperti variano enormemente: alcuni affermano che questi beni digitali non possiedano alcun valore intrinseco, mentre altri hanno calcolato cifre molto più alte rispetto ai prezzi correnti."