JPMorgan Chase (JPM), colosso statunitense dei servizi finanziari, ritiene che l'industria di Bitcoin (BTC) sia notevolmente cambiata rispetto al 2017, citando un forte incremento d'interesse da parte delle istituzioni.

Guidati da Nikolaos Panigirtzoglou, Managing Director of Global Market Strategy di JPM, i ricercatori della compagnia hanno recentemente pubblicato un resoconto sugli exchange di criptovalute. Questo studio sottolinea che soltanto il 5% dei volumi di Bitcoin può essere considerato accurato: nonostante infatti molte piattaforme in rete riportino un trading volume mensile di 725 miliardi di dollari, a maggio di quest'anno il vero volume di BTC è stato di circa 36 miliardi.

Al tempo stesso, sul Chicago Mercantile Exchange maggio è stato il miglior mese di sempre per i contratti future basati sul Bitcoin. Questa differenza di volumi fra il trading tramite exchange e contratti future indica che le istituzioni hanno iniziato ad interessarsi seriamente al settore delle monete digitali. JPM spiega:

"La sopravvalutazione dei trading volume sugli exchange di criptovalute, e la conseguente sottovalutazione dell'importanza dei future, suggerisce che la struttura di mercato è cambiata considerevolmente rispetto all'ultima impennata di Bitcoin, risalente a fine 2017. È adesso presente un'influenza molto più forte da parte degli investitori istituzionali."

Come svelato la scorsa settimana, a partire dal 22 luglio la piattaforma per clienti istituzionali Bakkt darà inizio alla fase di testing del suo primo prodotto: contratti future fisici basati sul Bitcoin. Adam White, Chief Operating Officer della compagnia, ha a tal proposito commentato:

"Non si tratta di un piccolo passo. Questo lancio introdurrà un nuovo standard di accesso ai mercati delle criptovalute. A differenza di altri mercati, la partecipazione da parte delle istituzioni al settore delle criptovalute è stata fino ad oggi ostacolata da limitazioni come infrastrutture carenti e scarsa chiarezza normativa."