I miner di Bitcoin stanno vendendo le proprie monete e le azioni delle loro società, dopo che a novembre la redditività del mining è fortemente diminuita.
Con Bitcoin (BTC) attualmente a quota 44.000$, in prezzo del 33% inferiore rispetto al massimo storico di 69.000$ raggiunto a novembre, i miner stanno vendendo in un momento non proprio ottimale. Tuttavia, bollette e attrezzature vanno pagate.
I dati della società di analisi on-chain Glassnode mostrano che i miner di Bitcoin sono diventati venditori netti, dopo essere stati HODLer netti per mesi.
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Dal 9 novembre a oggi, la redditività del mining di BTC è diminuita in media del 50,5% per i due dispositivi più popolari, Antminer S9 e S19, secondo i dati di Arcane Research. In altre parole, i profitti generati dal mining sono scesi più drasticamente rispetto all'effettivo prezzo di Bitcoin.
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Un forte aumento dell'hashrate ha contribuito alla minore redditività del mining. La concorrenza tra i miner aumenta infatti proporzionalmente all'hashrate, in quanto indica che un maggior numero di dispositivi è stato acceso nel tentativo di trovare il blocco successivo.
L'hashrate di Bitcoin ha raggiunto un nuovo massimo storico in data 13 febbraio. Tale traguardo è stato raggiunto grazie a un improvviso incremento da 188,2 EH/s a 248,11 EH/s in un solo giorno. Tale valore si è poi stabilizzato agli attuali 206,98 EH/s, secondo i dati di Ycharts.
Alcune grandi operazioni di mining preferito pagare le bollette vendendo le proprie azioni piuttosto che criptovalute. In data 11 febbraio, un portavoce di Marathon Digital Holdings ha dichiarato a Bloomberg: "Abbiamo iniziato a HODLare a ottobre 2020; da allora non abbiamo venduto nemmeno un singolo satoshi."
Marathon ha invece presentato una richiesta alla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti per la vendita di 750 milioni di dollari in azioni e security. Seeking Alpha riporta che Marathon intende utilizzare una "parte sostanziale" del ricavato per acquistare ulteriore hardware e altri fini legati alla crescita dell'azienda.
Un analista della società di gestione patrimoniale D.A. Davidson ha spiegato a Bloomberg che i miner hanno ragioni sia ideologiche che commerciali per essere riluttanti a vendere Bitcoin:
"I grandi miner preferiscono vendere equity: i loro azionisti vogliono che continuino a detenere Bitcoin, che non pensino nemmeno a venderli."