Il giro di vite normativo cinese sulle attività di estrazione di criptovalute ha costretto i miner a migrare verso nuovi lidi per continuare le loro operazioni. Le promesse di costi energetici ridotti hanno convinto diverse società a trasferirsi in Argentina. Tuttavia, il governo del paese ha reagito applicando nuove tariffe per i crypto miner giunti nella provincia della Terra del Fuoco.

Il segretario per l'energia del Ministero dell'Economia argentino ha pubblicato la risoluzione 40/2022, eliminando i sussidi governativi per l'utilizzo di energia per il crypto mining. Le nuove tariffe rendono le attività di estrazione nel paese fino a quattro volte più costose di prima.

Secondo la risoluzione, l'energia oraria e stagionale utilizzata dai miner è intensa e costante. In ragione di ciò, il mining "presenta sfide all'infrastruttura dell'area di concessione a cui sono collegati".

La risoluzione aggiunge che, poiché l'attività è redditizia e il pagamento è disponibile, i miner devono pagare un prezzo energetico "equivalente al costo della fornitura". Menziona inoltre che sia ingiusto che i miner paghino lo stesso prezzo sovvenzionato degli utenti residenziali.

Il nuovo regolamento colpisce tutte le attività situate nella provincia della Terra del Fuoco, luogo noto per il suo clima rigido, ideale per i miner che necessitano di mantenere il loro hardware a temperature basse.

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Nel frattempo una regione federale russa, Irkutsk Oblast, mal gestisce l'aumento della domanda di energia per il mining di Bitcoin. A causa delle nuove attività di estrazione, la regione ha difficoltà a sostenere la stabilità di fornitura energetica.

Al di là delle difficoltà scaturite dagli aumenti dei costi energetici, alcuni miner americani stanno lottando contro il clima avverso. A causa di una tempesta invernale, un miner in Texas ha sospeso il 99% delle operazioni, in seguito al previsto aumento della domanda di energia durante la tempesta. Ciò è stato necessario per diminuire la pressione sulla rete elettrica dello stato.