Dopo aver raggiunto il livello più basso degli ultimi 18 mesi, i profitti generati grazie al mining di Bitcoin (BTC) sono nuovamente in aumento: lo rivelano i dati raccolti dalla società di ricerca Diar.

Al termine di un anno estremamente problematico, lo scorso mese i ricavi del mining erano diminuiti fino al valore di agosto 2017, vale a dire poco prima dell'ultima bull run di Bitcoin.

In particolare, a febbraio di quest'anno sono stati generati grazie al mining 195 milioni di dollari, in calo rispetto ai 210 milioni di gennaio e soltanto una piccola parte dei 951 milioni di dicembre 2017.

"A rendere le cose ancora più difficili, i miner in possesso di equipaggiamento ottimale e di piani energetici a basso costo hanno assistito ad un drastico calo dei margini di profitto, ed hanno pertanto dovuto impiegare ancora più hash power per rimanere a galla", ha spiegato Diar.

A novembre 2018, l'improvviso crollo dei mercati delle criptovalute ha spinto numerose aziende in Cina a vendere i propri dispositivi di mining al chilo, piuttosto che per singola unità, pur di sbarazzarsene quanto prima possibile. 

Persino Bitmain, una delle società di mining più importanti al mondo, ha subito un duro colpo: nel terzo trimestre del 2018 la compagnia potrebbe aver registrato perdite superiori ai 500 milioni di dollari. Le azioni recentemente intraprese dall'azienda confermano il periodo di difficoltà: nel giro di pochi mesi ha infatti chiuso i battenti del proprio centro di sviluppo in Israele, sospeso le operazioni di mining in Texas, e ridimensionato le attività in Olanda.