Continua l'ormai perenne dibattito sui consumi di Bitcoin: Anthony Donofrio, membro fondatore di Ethereum, ha affermato che oggigiorno la criptovaluta utilizza "decisamente troppa" energia.

Secondo i dati di Digiconomist, Bitcoin (BTC) attualmente usa lo 0,82% dell'energia mondiale, mentre Ethereum (ETH) lo 0,34%. Il ricercatore di Ethereum Justin Drake ha condiviso tali cifre su Twitter, che Donofrio ha ritwittato e commentato:

"Se Bitcoin sta davvero utilizzando quasi l'1% dell'energia sulla Terra, è decisamente troppo per una roba che non fa nulla."

I sostenitori di Ethereum stanno tentando di danneggiare la reputazione di Bitcoin, promuovendo al tempo stesso l'imminente passaggio di Ethereum alla Proof-of-Stake. In un tweet successivo, Drake ha infatti affermato: "Ethereum dopo il Merge: 0,000% dell'energia mondiale."

Tuttavia, la validità di questi dati è stata messa in dubbio. Anche lo stesso Drake ha ammesso che, secondo fonti alternative, i consumi di Bitcoin sarebbero in realtà quasi il 60% in meno.

I dati provenienti da Digiconomist, una piattaforma che mira ad "esporre le conseguenze indesiderate dei trend digitali," hanno attratto parecchie critiche da parte dei professionisti del settore blockchain in passato. Fra questi anche Josh Stark, un altro sviluppatore di Ethereum, secondo il quale Digiconomist tende quasi sempre a presentare lo scenario peggiore quando si tratta di tecnologia blockchain.

Lo scorso novembre, Stark aveva pubblicato un thread su Twitter che metteva in dubbio l'accuratezza della metodologia di ricerca di Digiconimist. Stark aveva evidenziato come quasi tutte le cifre relative ai consumi energetici del settore blockchain derivavano da studi soltanto teorici, con cifre volutamente orientate verso l'alto, specialmente se confrontate con fonti più rigorose come la University of Cambridge.

Laddove Digiconomist afferma che Bitcoin attualmente consuma 204 terawattora (TWh) di elettricità all'anno, il Bitcoin Electricity Consumption Index della University of Cambridge stima che il consumo reale sia in realtà più vicino ai 125 TWh.

Sebbene sia ben noto che il meccanismo di consenso Proof-of-Work alla base di Bitcoin sia un processo che necessita di grandi quantità di energia, risulta difficile, se non impossibile, calcolare con precisione i consumi globali di tale processo.

Secondo Sam Tabar, Chief Security Officer di Bit Digital, l'effettivo impatto ambientale di Bitcoin viene spesso ingigantito dai critici:

"L'impatto ambientale dell'estrazione di Bitcoin viene enormemente ingigantito dai critici e dalle autorità finanziarie tradizionali. Perché sanno di poter dividere un nuovo movimento di controcultura usando argomentazioni false.

Stanno cercando di spingerci l'uno contro l'altro. Tentano di manipolarci con false argomentazioni 'green', e io so perfettamente perché: non vogliono perdere influenza sulle leve del potere di un sistema che funziona solo per l'élite."