L'era della self-custody di Bitcoin potrebbe volgere al termine, dal momento che gli holder facoltosi trasferiscono sempre più spesso i propri asset negli exchange-traded fund (ETF) regolamentati, grazie agli incentivi fiscali e al miglioramento delle infrastrutture istituzionali.
In un post pubblicato mercoledì su X, Martin Hiesboeck, head of blockchain and crypto research presso la piattaforma di servizi finanziari crypto Uphold, ha affermato che il trasferimento di grandi patrimoni in Bitcoin (BTC) verso gli ETF segna il primo calo significativo dei BTC in self-custody in oltre 15 anni.
“Un altro chiodo nella bara dello spirito originario crypto”, ha scritto, sottolineando che il principio “not your keys, not your coins” che un tempo definiva l’asset sta cedendo il passo ad un approccio più tradizionale incentrato sulla compliance e sull’ottimizzazione finanziaria.
“Il cambiamento è guidato dalla convenienza e dai significativi vantaggi fiscali offerti dagli ETF, nonché dalla possibilità per i grandi investitori di gestire il proprio patrimonio attraverso consulenti finanziari esistenti e di accedere a servizi di investimento/prestito più ampi”, ha affermato Hiesboeck.
L'ETF Bitcoin di BlackRock registra conversioni da parte di grandi whale per un valore di 3 miliardi di dollari
A guidare il cambiamento è l'iShares Bitcoin Trust (IBIT) di BlackRock, che secondo Robbie Mitchnick, responsabile degli asset digitali di BlackRock, ha già facilitato la conversione di oltre 3 miliardi di dollari in Bitcoin da parte delle whale.
Mitchnick ha dichiarato a Bloomberg che molti early adopter ora preferiscono la comodità di gestire i propri asset attraverso istituzioni finanziarie consolidate, pur mantenendo l'esposizione alle fluttuazioni del prezzo di Bitcoin.
Una recente modifica normativa da parte della Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense ha accelerato questa transizione. L'adeguamento consente la creazione e il rimborso “in-kind” negli ETF Bitcoin spot, permettendo ai partecipanti autorizzati di scambiare Bitcoin direttamente con azioni ETF senza richiedere una vendita imponibile.
Vantaggio fiscale per i grandi trader
La struttura in-kind offre un vantaggio fiscale. In un ETF tradizionale “cash”, i fondi devono vendere gli asset per soddisfare i rimborsi, il che genera plusvalenze che vengono trasferite agli azionisti.
Al contrario, i rimborsi in-kind consentono ai fondi di trasferire direttamente Bitcoin, evitando così l'evento imponibile e proteggendo gli investitori dagli oneri collettivi delle plusvalenze, ha affermato Hiesboeck.
“Il meccanismo in-kind rende la struttura degli ETF più efficiente dal punto di vista fiscale per i long-term holder, riducendo la necessità per il fondo di vendere asset e impedendo così la distribuzione indesiderata di plusvalenze agli investitori”, ha scritto.