Stando a quanto annunciato in data 14 marzo da Bitgrail, l'exchange di criptovalute con sede in Italia ha promesso di rimborsare i token Nano (XRB) sottratti durante l'attacco informatico di febbraio, per un valore di oltre 195 milioni di Dollari, a condizione che gli utenti firmino un accordo per rinunciare a qualsiasi causa legale.

In un comunicato stampa pubblicato sul portale della piattaforma, Bitgrail spiega che "l'utilizzo della piattaforma per gli utenti vittime del furto sarà vincolato alla sottoscrizione di un accordo transattivo di definizione bonaria della controversia con espressa rinuncia da parte dell'utente ad ogni tipo di azione legale, da formalizzare mediante la compilazione di un modulo da stampare, firmare e uplodare con i documenti allegati."

Bitgrail non si assume la responsabilità per la violazione dei sistemi di sicurezza, affermando che il problema risiede nel software di Nano. Il comunicato continua, rivelando che è in corso un'indagine la quale stabilirà una volta per tutte che Bitgrail non è dalla parte del torto, ma solo un'altra vittima del furto.

“BitGrail S.r.l. ribadisce ancora una volta di essere stata vittima di un furto, avvenuto sfruttando malfunzionamenti dei software messi a disposizione dal team NANO (rai_node e block explorer ufficiale) e, pertanto, anche per tali motivi e conformemente alla legge, non è assolutamente responsabile, a qualsiasi titolo, dell'accaduto.”

Bitgrail intende ripagare i propri utenti creando un nuovo token, Bitgrail Shares (BGS). Gli utenti danneggiati dal furto hanno già ricevuto il 20% dei fondi perduti: il rimanente 80% verrà coperto grazie ai BGS.

In seguito all'attacco informatico dell'8 febbraio, né Bitgrail che Nano hanno voluto assumersi la responsabilità del furto. Francesco Firano, fondatore e gestore di Bitgrail, afferma che la falla nella sicurezza ha avuto origine dalla tecnologia timestamp di Nano, e che il block explorer della criptovaluta non è per niente affidabile. Secondo Firano, tale inattendibilità avrebbe reso impossibile per la compagnia scoprire cosa sia successo.

Troy Retzer di Nano ha spiegato a Cointelegraph che la Blockchain della criptovaluta ha portato a termine una resincronizzazione dei propri nodi in data 19 gennaio, fornendo un timestamp ad ogni blocco prima della data del furto.

Firano accusa inoltre Nano di aver esternato commenti denigratori nei confronti di Bitgrail, criticando la piattaforma di insolvenza e negligenza.

Retzer ha poi risposto a tali rimproveri affermando: "è difficile per noi aiutare a risolvere la situazione a causa della mancanza d'informazioni riguardo al presunto hack". Retzer spiega infatti che Bitgrail non avrebbe fornito nemmeno dettagli basilari, come la quantità di token XRB rubati.

Stando al Blockchain explorer pubblico di Nano, Bitgrail avrebbe conservato gli XRB degli utenti utilizzando un hot wallet, particolarmente vulnerabile ad attacchi informatici esterni.